Criticati, odiati, amati o presi ad esempio. I giornalisti informano il pubblico facendo del loro meglio. A volte sbagliando e correggendosi di conseguenza. Ma spesso a loro vengono fatte domande che non vengono rivolte a chi fa altri mestieri, come se il loro lavoro venisse messo in dubbio, insieme alle loro competenze. Esistono almeno dieci domande che spesso vengono fatte ai giornalisti e che lì per lì fanno sorridere. Certo, a lungo andare potrebbero far perdere la pazienza, ma un professionista è tale anche perché sa controllarsi e capire la situazione. D’altra parte, questa è la dura vita del giornalista.
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Mi manda l’articolo prima di pubblicarlo?
Un giornalista che scrive non manda il proprio articolo all’intervistato prima di pubblicarlo, perché lo corregga. Allo stesso modo il calzolaio non aggiusta le scarpe chiedendo un consiglio al cliente e il medico non scrive la diagnosi secondo le direttive del paziente. Ognuno fa il proprio lavoro. Come non sarebbe possibile far ascoltare l’audio tagliato o far vedere il video montato di un’intervista prima che andassero in onda.
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Mi manda una foto dell’articolo pubblicato oggi?
Neanche questo è possibile. A volte è difficile far capire che un giornale cartaceo esce per essere acquistato. Un giornalista non scrive per gioco, è un lavoro.
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Può farmi avere il giornale uscito qualche giorno fa?
Un giornalista non è un edicolante e per richiedere gli arretrati bisogna rivolgersi all’edicola oppure al giornale su cui è uscito l’articolo, attraverso un canale apposito.
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A cosa ti serve il comunicato?
Quando un addetto stampa riceve la richiesta di aggiungere un’e-mail all’elenco di indirizzi a cui gira i comunicati stampa e vuole sapere il motivo della richiesta, resta semplicemente da stendere un velo pietoso…
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Come si scrive un comunicato stampa?
Fare questa domanda a un giornalista equivale ad andare dal sarto e chiedere: come si confeziona un abito? Oppure andare dall’ingegnere e domandare: come si costruisce un ponte? Pensando, subito dopo, di poterlo fare da soli.
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Non c’era Tizio al posto suo?
È decisamente di cattivo gusto chiedere a un giornalista, che sta seguendo un evento, perché non ci sia il collega che era presente l’anno prima e che sa tutto della manifestazione.
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Può firmare le foto che le ho inviato con il nome del fotografo?
In genere non è possibile. Come non è possibile inserire nell’articolo le foto del fotografo senza logo e poi citarlo a lato. È inutile insistere.
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Lei è un giornalista, no?
Può capitare, proprio nel bel mezzo di un’intervista, che l’intervistato chieda al collaboratore di una testata se sia o meno un giornalista. È un po’ come se, seduti sul lettino di uno studio dentistico, il paziente guardasse la persona in camice bianco che gli ha chiesto di aprire la bocca, domandando: “Lei è un dentista, no?”.
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Da quanto tempo è giornalista?
Anche questa domanda rende meglio il significato modificando i soggetti. Una persona sta facendo costruire la propria casa e un uomo ci sta lavorando, sudato e affaticato, quando si sente chiedere: “Da quanto tempo fa il muratore?”.
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Devo pagare l’articolo?
Questa è la più classica delle domande e la risposta è no. Il giornalista viene pagato dalla testata per cui lavora, non dall’intervistato. Rispondere di no in media tre volte alla settimana a questa stessa domanda potrebbe risultare stressante.