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Le 5 lettere diventate canzoni

Ecco alcune canzoni il cui testo assume le forme caratteristiche di una lettera o che sono delle vere e proprie lettere cantate

MILANO – In In occasione della nostra nuova campagna social “Caro, ti scrivo”, che ha l’obiettivo di rivalorizzare la cara vecchia abitudine della scrittura delle lettere cartacee, stiamo raccogliendo tutte le lettere scritte da importanti autori della letteratura. Ma non solo, la nostra attenzione si è rivolta anche a alle lettere divenute celebri siano esse d’amore o d’addio o che denunciano una situazione particolare. Questa volta ecco cinque canzoni che sono delle vere e proprie lettere cantate in musica.

 

“Lettera a Pinocchio” di Johnny Dorelli

Nel 1959 Panzeri partecipa al concorso dello Zecchino d’Oro, che debutta in quell’anno: la sua canzone, intitolata Lettera a Pinocchio, racconta le vicende di un adulto che, trovando alcuni giocattoli, rievoca la sua infanzia e scrive una lettera al famoso burattino; la musica è tratta da un brano popolare di pubblico dominio, intitolato Canzone romana, ed è firmata dallo stesso Panzeri. L’anno successivo viene ripreso da Johnny Dorelli, che ne fa un classico e lo porta ai primi posti della hit parade.

“Carissimo Pinocchio,
amico dei giorni più lieti,
di tutti i miei segreti
che confidavo a te.”

 

L’anno che verrà” di Lucio Dalla

E’ un esempio della canzone scritta in forma di lettera, dove ci si rivolge ad una seconda persona, con un “tu”, e quando la canzone è una lettera il dialogo fra i due da spesso l’impressione di essere più intenso, più autentico. Probabilmente è la distanza a richiedere una comunicazione  più energica. “Caro amico ti scrivo…” è una strofa iniziale che esprime molteplici significati, l’amicizia intesa come valore primario della società odierna è l’elemento fondamentale, di rilievo è pure la speranza che porta ad immaginare, un futuro migliore ed idilliaco, ma irrealizzabile. Le strofe successive parlano della sofferenza per la partenza dell’amico, compensata da una rassegnazione interiore.

“Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.”

 

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Lettera” di Laura Pausini

Lettera è il 3° singolo estratto nel 1994 dall’album Laura. Senza dubbio una lettera d’amore, di gelosia e di forte passione. La musica è composta da Angelo Valsiglio e Giovanni Salvatori; il testo è scritto da Cheope e Marco Marati. In un’intervista nel 1994, Laura dichiara che, fra le sue canzoni, Lettera è quella che ama di più

“Volevo dirti quello che
Non son riuscita a dire mai
Ed ho tenuto chiuso in me
Da troppo tempo ormai
Ma c’è un amore che non so
Più nascondere perché
Adesso ha bisogno anche di te”

 

Lettera a G” di Luciano Ligabue

Struggente ballata anch’essa autobiografica, condita con un po’ di malinconia. Gianni è un cugino, con cui Ligabue è cresciuto sin da ragazzo, che venuto a mancare per una grave malattia. L’artista ripensa agli anni passati assieme, ricordandoli sotto forma di una lettera al cugino scomparso.

“Se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà
non è mica san Lorenzo
non ci sono stelle matte
su ‘sta piccola città
non ci sono desideri da non dire come tempo fa
il destino ha la sua puntualità
hai lottato come un uomo con la brutta compagnia
che non eri mica stanco
che nessuno mai è pronto quando c’è da andare via
hai pregato bestemmiando per la rabbia per tutta l’agonia
per le scelte che stava facendo dio
non ci sono più i petardi
e nemmeno il diario vitt
le bambine occhiate in chiesa sono tutte quante spose”

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“Famous Blue Raincoat” di Leonard Cohen

Una canzone luttuosa luttuosa scritta sotto forma di lettera, opera del sommo sacerdote della malinconia. Se qualcuno vi dice che la musica di Leonard Cohen è deprimente, probabilmente ha ascoltato questa canzone.

“Sono le 4 del mattino, la fine di Dicembre
Ti sto scrivendo ora solo per sapere se stai meglio
New York è fredda, ma mi piace il posto in cui vivo
Per tutta la sera c’è musica su Clinton Street.
Ho saputo che stai costruendo la tua casetta nel mezzo del deserto
Adesso non hai niente per cui vivere, spero che tu stia tenendo un qualche tipo di diario.”

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