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La Praga parallela dello scrittore ceco Michael Aiwaz

Il nuovo romanzo presentato a Pordenone

PORDENONE – Praga sotto la neve, condizione climatica piuttosto rara, genera la storia che è alla base del romanzo di Michael Aiwaz, “L’altra Praga” (Atmosphere) presentato a Pordenonelegge. Michal Ajvaz (1949), un autore molto popolare in patria e noto anche oltre i confini della Repubblica Ceca, è una personalità poliedrica ed eclettica. Laureato in ceco ed estetica all’Università Carolina di Praga, ha cominciato la sua attività di scrittore nel 1989 a quarant’anni (dopo avere esercitato i mestieri più vari), dedicandosi alla stesura di opere poetiche e narrative e di saggi filosofici. Inizia l’incontro di Pordenonelegge con la lettura della prima pagina del romanzo per farci sentire la musicalità e la magia sommessa della sua lingua, una prima pagina in cui appunto in una Praga invernale coperta di neve, un uomo ancora giovane si trova all’interno della libreria antiquaria di via Karlova, uno dei tanti luoghi citati nel libro che oggi non esistono più e che sono stati trasformati in un negozio di souvenir per turisti.

IL TOPOS LETTERARIO DELLA LIBRERIA – La libreria è un luogo pieno di gradevoli odori, di poesia e di suggestioni dei tempi passati. Proprio qui l’uomo si imbatte in uno strano volume dalla copertina viola scritto in misteriosi caratteri che non sembrano appartenere a nessuna lingua conosciuta. Nonostante il libro abbia un aspetto inquietante e dalle strane lettere spiri un che di minaccioso, il protagonista non resiste alla curiosità e lo compra. Un ricercatore gli rivela che il volume poteva metterlo in contatto con altri mondi, con realtà parallele non percepite nella vita normale. Il protagonista ha sete di svelare il mistero; comincia a cercare tracce e indizi che lo porteranno in un viaggio avventuroso e affascinante in un’ altra Praga parallela complementare a quella reale, che risente delle atmosfere di Borges e Kafka, di Kubin e Meyrink.

OLTRE LA DIMENSIONE DEL REALISMO MAGICO – A proposito di Ajwaz si è parlato di realismo magico, ma non solo. Lo scrittore ceco rivela che a muovere la curiosità del protagonista e la sua è lo spirito vagabondo ereditato da Jules Verne, il disincanto di Alice nel paese delle meraviglie e lo spirito di avventura di Joseph Conrad. Il realismo magico si arricchisce inoltre della presenza di oggetti, moltissimi, che rivelano la loro appartenenza all’età contemporanea e che proiettano quindi il romanzo nell’immediato presente. Ecco le statue del Ponte Carlo che ospitano piccoli alci a uno strano tram verde che conduce nella città parallela fino alla sanguinaria festa dei pesci sulla piazza della Città Vecchia. Cosi il realismo magico si arricchisce di altre suggestioni attinte dal surrealismo fino a sconfinare anche nella letteratura fantastica e nel dadaismo.

 

Alessandra Pavan

22 settembre 2015

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