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Jody Alexander, ‘Sono i libri che danno alle mie opere d’arte l’anima e il cuore’

I libri sono al centro di tutto il suo lavoro. Le pagine, le copertine, la stoffa di rilegatura. Tutti questi materiali, in mano a Jody Alexander, assumono un significato completamente diverso e riprendono vita attraverso lโ€™arte...

Cosa si può fare con un libro, oltre a leggerlo? Tantissime cose, anche opere d’arte. L’esempio ci arriva da un’artista internazionale che grazie ai libri ha dato vita ad una forma d’arte davvero particolare. Si chiama Jody Alexander e in questa intervista ci spiega di cosa si occupa

MILANO – I libri sono al centro di tutto il suo lavoro. Le pagine, le copertine, la stoffa di rilegatura. Tutti questi materiali, in mano a Jody Alexander, assumono un significato completamente diverso e riprendono vita attraverso l’arte. Abbiamo chiesto in questa intervista, che significato hanno i libri nella vita e nel lavoro di Jody Alexander. Ecco cosa ci ha risposto l’artista.

Prima di tutto: perché i libri?

I libri hanno avuto sempre una parte molto importante nei miei lavori artistici. Inizialmente è stata l’arte della rilegatura ha catturarmi in tutti i sensi. Amo molto l’intimità che si crea con i libri anche se, in realtà, il mio lavoro va ben oltre le pagine di un libro. Nonostante il mio lavoro, in un certo senso, usa i libri per creare dell’altro, io continuo a raccontare delle storie e i libri rimangono sempre gli elementi centrali delle mie opere.

Come hai iniziato a lavorare nel settore della rilegatura e ad entrare nel mondo dell’arte con I libri?

 Stavo terminando il mio Master in Biblioteconomia presso il Simmons College di Boston quando uno  dei miei professori, Wolfgang Freitag, ha mostrato ai ragazzi del corso i lavori artistici con i libri della Biblioteca Houghton dell’Università di Harvard. Sono rimasta senza parole. Tutti quegli oggetti erano la perfetta fusione della mia passione per i libri e per l’arte (sono laureata in Storia dell’Arte presso UCLA). Così ho cominciato a dedicarmi interamente a questa bellissima forma artistica durante il Master, prendendo lezioni di rilegatura, incisione e fabbricazione della carta.

 

Che significato ha il libro nei suoi lavori?

 Hanno un grande significato. Anche se io mi occupo di mixare diversi tipi di arte e realizzare installazioni, i libri sono sempre al centro del mio lavoro. Sono loro che danno cuore e anima ai miei lavori. I libri, secondo me, hanno una grande profondità, sono loro che legano tutto il mio lavoro.

 

Oltre al tuo lavoro, lei si occupa anche di insegnare l’arte del libro attraverso dei laboratori. C’è molta gente che si interessa a questo tipo di lavoro?

Assolutamente. I miei corsi sono numerosi e tantissime persone sono interessate a questo tipo di arte. Quello che mi piace di più in assoluto è che i miei studenti provengono tutti da percorsi completamente differenti: ci sono scrittori, calligrafi, grafici, stampatori…. La parte più bella del mio lavoro come insegnante è proprio questa, che posso imparare qualcosa dai miei studenti perché loro oltre ad imparare, condividono con tutti tecniche ed esperienze.

Quali sono I tuoi progetti al momento?

Recentemente ho iniziato con l’insegnamento con Creativebug, una start –up di San Francisco. Per me un’esperienza unica. Siamo tutti d’accordo che le lezioni fatte in classe, fisicamente, hanno un valore aggiunto per le lezione online danno sicuramente un vantaggio a chi non ha la possibilità di partecipare a dei workshop.

 

Lavorando con I libri ovviamente anche lei sarà una grande appassionata di letture. Qual è l’ultimo libro che ha letto?

C’è sempre un libro con me. L’ultimo che ho letto è “Le vite impossibili di Greta Wells” di Andrew Sean Greer. E’ la storia di una donna che si ritrova a vivere tutte le vite che avrebbe vissuto se fosse nata in epoche diverse…

 

Facciamo un gioco: le do un libro, un cuscino, uno smarphone e un pezzo di stoffa di pelle. Che opere riuscirebbe a far nascere da tutto questo?

Mi piace molto questa domanda! E adoro vedere i materiale e gli oggetti in un modo differente da quello che è il loro senso originale. Dunque, prima di tutto inizierei a scorporare tutti questi oggi: stacco la copertina del libro, le pagine, apro il cuscino e tolgo tutto quello che c’è dentro e se non posso fare lo stesso con lo smarphone, lo distruggerei. Di solito non parto mai con un’idea ben precisa, mi piace giocare con gli oggetti per scoprire cosa può venirne fuori.  La mia ultima installazione, Phinnea’s World, è nata proprio così : mixando materiali soffici con quelli più duri, pezzi di smartphone e anche stoffa di pelle.

29 ottobre 2014

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