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J.K. Rowling, il coraggio di non arrendersi, nonostante tutto

Oggi è il compleanno di J.K. Rowling, una donna che è stata capace di coronare il suo sogno di diventare scrittrice nonostante le avversità

Il 31 luglio compie gli anni J. K. Rowling,  scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica britannica. La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter.

L’autrice che ha rivoluzionato con il suo maghetto la letteratura per l’infanzia è stata un esempio anche in altre occasioni.  Questo diceva J.K. Rowling nel giugno 2008 davanti ai neolaureati di Harvard, in cui ha parlato agli studenti dell’importanza del fallimento.

“Avendo una macchina del tempo o un Giratempo, direi alla me stessa di 21 anni che la felicità personale si trova nel sapere che la vita non è una lista di cose da raggiungere o in cui avere successo. Le vostre qualifiche, il vostro CV, non sono la vostra vita, sebbene possiate incontrare molte persone della mia età e oltre che confondono le due cose.”

L’autrice di Harry Potter è una donna che è stata in grado di perseverare nel suo sogno nonostante le avversità, senza arrendersi né guardarsi indietro. Era una mamma single e disoccupata, ora è una scrittrice di successo, ricca ed influente quanto Regina Elisabetta.

Diciamoci la verità, la sua storia è così bella proprio perché ci permette di credere che la magia non si trovi soltanto ad Hogwarts ma anche nei grandi sogni che si realizzano solo se si è abbastanza coraggiosi da non arrendersi mai.

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J. K. Rowling e l’importanza del fallimento

Non abbiate paura di fallire; imparate tutto ciò che potete dal fallimento“- ha detto Jk Rowling agli studenti di Harvard – ed è quello che ha imparato sulla sua pelle quando le case editrici per anni hanno rifiutato i suoi romanzi.

Nel 1995 J.K. Rowling, dopo essersi separata dal marito, si trasferì ad Edimburgo insieme alla figlia, senza soldi, senza lavoro. Sembra quasi impossibile immaginarla 20 anni fa, insoddisfatta della propria vita, desiderosa di diventare una scrittrice ma con tanta paura che il mondo non si sarebbe mai accorto del suo grande talento.  

Proprio durante quello che probabilmente fu il periodo più buio della sua vita, Joanne non si separò mai dalla sua macchina da scrivere, anzi, trovò nella scrittura la sua più cara amica. Continuava a scrivere, senza sosta, in treno e nel pub di Edimburgo dove passava gran parte del suo tempo dopo il suo licenziamento.

Facendosi ispirare dalle persone che aveva incontrato e dalle esperienze che stava vivendo, finì di scrivere il primo romanzo di Harry Potter, che venne rifiutato da numerose case editrici prima di venir pubblicato dall’allora poco conosciuta Bloomsbury, quasi 20 anni fa.

Spogliarsi di tutto ciò che non è essenziale

«Fallire per me ha significato spogliarmi di tutto ciò che non era essenziale. Ho smesso di fingere di essere qualcuno che non ero, e ho iniziato a incanalare tutte le mie energie nell’unico lavoro che importava per me. Se avessi avuto successo in qualcos’altro, probabilmente non avrei mai trovato la determinazione di avere successo nell’unico campo in cui ero davvero convinta di appartenere. Ero libera, perché le mie paure più grandi si erano avverate, ma io ero ancora viva, avevo una figlia che adoravo, avevo una vecchia macchina da scrivere e una grande idea. Avevo toccato il fondo, e quel fondo è diventato il fondamento su cui ricostruire la mia vita».

La scrittrice usò lo pseudonimo di J.K Rowling perché le possibilità di vendita erano più alte se si fosse pensato che l’autore del libro fosse un uomo, e non fu la prima volta che la scrittrice britannica scelse di scrivere usando un’identità maschile.

Possiamo infatti leggere alcuni suoi romanzi pubblicati con il nome di Robert Galbraith, l’ultimo risale a qualche mese fa. Ora i romanzi di Harry Potter, rifiutati e sottovalutati da numerosi editori, sono diventati un fenomeno letterario che tutt’ora non ha eguali al mondo.

Nel 2008, con un successo planetario alle spalle ed una fama che pochissime persone al mondo possono vantare, la scrittrice, ammettendo di essere molto emozionata a trovarsi davanti ad un microfono di fronte ai neolaureati della prestigiosa università americana, ha scelto di parlare non delle sue conquiste, ma dei suoi fallimenti, senza i quali non avrebbe mai trovato la forza di mostrare al mondo di cosa è stata capace.

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