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Istituto per gli Studi Filosofici sotto sfratto, 300mila libri antichi senza una casa

L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli è stato sfrattato dalla sede storica. I trecento libri rarissimi che ospitava non hanno più una casa

MILANO -Libri, molti dei quali rari, sfrattati. Dalla prima edizione italiana dell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert, agli scritti di Giordano Bruno e Benedetto Croce. L’immensa biblioteca dell’Istituto italiano per gli studi filosofici, acquistata dal dopoguerra ad oggi dall’avvocato Gerardo Marotta, da noi già intervistato qualche anno fa, è stata sfrattata dalla sua sede storica. Un patrimonio stimato in dieci milioni. Scopriamo insieme questa triste storia grazie al Corriere della Sera.

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UN TESORO QUASI PERDUTO – Un tesoro di libri che oggi non hanno più una casa. Marotta, presidente dell’Istituto, denuncia, “I volumi moriranno in un capannone della periferia. È un insulto alla cultura, un assassinio commesso dall’inerzia della Regione”. L’amministrazione ha promesso di creare una biblioteca per l’istituto da più di dieci anni. Lo stesso Gerardo ha deciso di accogliere a casa sua molti dei libri più importanti presenti nel catalogo, mentre per gli altri è stata più volte promessa la costruzione di biblioteche, ma molti di loro giacciono in magazzini abbandonati, per lo meno è questa la grande paura di Gerardo Marotta.

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LA STORIA DELL’ISTITUTO – L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici nasce esattamente 40 anni fa, voluto fortemente dall’avvocato Gerardo Marotta e costruito, pagina dopo pagina, intorno ad una biblioteca umanistica che all’inizio contava “solo” centomila volumi. Nei corridoi del Palazzo Serra di Cassano hanno camminato personalità come Karl Popper, Hans Georg Gadamer e Rita Levi Montalcini. Nel 1993 l’Unesco riconosce a Napoli una dimensione di rinascita intellettuale che non ha pari nel mondo: “L’istituto organizza corsi e colloqui ovunque nell’Europa occidentale, pubblica opere in sei lingue, antiche e moderne, contribuendo a fare della sua città una vera capitale culturale”. E poi, il declino. Un declino che sembra andare di pari passo, quasi fosse la conseguenza più logica, all’avanzata di una società che dimentica pian piano se stessa perché attenta a guardare ad altro. Ai conti, al profitto, ad un tornaconto economico immediato ma spogliato di qualsiasi utilità civile. All’istituto sono stati tagliati i fondi pubblici e da quel momento il declino è stato inevitabile.

 

LA PETIZIONE – Non sono mancate le reazioni in merito al grave rischio che il patrimonio letterario della biblioteca sparisca. Da parte di una nostra lettrice è stata aperta una petizione rivolta al Ministero dei Beni Culturali, dell’Istruzione e all’Unesco per salvare i libri dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli.

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