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Gerardo Marotta, ”Salviamo i miei 300mila volumi per garantire la cultura alla mia gente”

Il presidente e fondatore dell’Istituto per gli Studi Filosofici attende un intervento delle istituzioni per salvaguardare il proprio patrimonio culturale sfrattato dalla biblioteca dell’Istituto

MILANO – Difendere il proprio patrimonio culturale, consistente in 300mila volumi dal valore stimato in 10 milioni, per garantire un servizio culturale alla gente del posto, in particolar modo ai giovani. E’ la nobile “battaglia” portata avanti da Gerardo Marotta, presidente e fondatore dell’ Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli. “Abbiamo urgenza che la Regione attrezzi i locali per ricevere i libri – afferma Marotta – Sono più di 10 anni che ci erano stati promessi.”

APPELLO ALLE ISTITUZIONI – La voce dell’avvocato Marotta tradisce l’emozione e l’età avanzata, ma lo spirito con cui difende i propri principi e il diritto alla cultura della sua gente potrebbero fare invidia persino ai più giovani. Gerardo Marotta rivolge il suo appello in particolare alle istituzioni locali. “Chiedo che la Regione corregga l’ultima delibera, che destina i locali di Piazza Santa Maria degli Angeli anche a libri che non centrano niente con la vera cultura. Chiedo che la Regione consulti la sovrintendenza bibliografica della regione ed il settore librario, che sono gli uffici competenti che non sono stati consultati prima della delibera.”

 

ITALIA COME RIFERIMENTO CULTURALE – I libri sfrattati, ben 300mila volumi, sono al momento depositati presso la casa di Gerardo Marotta, a Casoria e in altri 10 appartamenti. Se non fosse stato fatto il primo trasferimento di libri, sarebbe arrivato l’ufficiale giudiziario a buttare i preziosi volumi contenuti all’interno dell’Istituto per liberare i locali. L’avvocato è consapevole di come la cultura in Italia e i luoghi ideati per ospitarla come librerie e biblioteche non vengano trattati e sostenuti come meritano. “L’Italia è la terra dove è nata la cultura europea con la Magna Grecia nell’Italia meridionale nel VI secolo a.C., ancor prima della Grecia del IV e V secolo a.C. . Pitagora, Parmenide e Platone vennero dalla Grecia per imparare la filosofia da noi, che l’abbiamo insegnata la mondo.”

 

GARANZIA DI SOSTEGNO – Ad assistere l’avvocato Marotta nella sua battaglia sociale sono la gente di Napoli e gli stessi membri dell’Istituto, come Antonio Polichetti, laureato in filosofia e ricercatore all’interno della struttura. “Rispetto ad altri istituti che hanno avuto tagli del 10%, il nostro negli ultimi 3 anni non ha potuto usufruire dei fondi pubblici. Siamo in attesa di avere questa legge sul modello dell’Accademia dei Lincei che ha proposto il ministro Ornaghi nei giorni scorsi. Questo consentirebbe all’istituto di una garanzia di vita e di sostegno, e di conseguenza anche per la biblioteca.” Polichetti sottolinea l’importanza di questi 300mila volumi sfrattati, scelti accuratamente dall’avvocato Marotta nel corso della sua vita, ed il conseguente senso di responsabilità da parte di chi, come lui, lavora nell’istituto, di sostenere la causa e la linea culturale che ha ispirato la Biblioteca. “Grazie alle competenze conseguite in conservazione ed archiviazione di beni librari, potremmo lavorare in tante biblioteche italiane ed all’estero, ma vorremmo restare qui perché ci siamo formati all’interno dell’Istituto e stiamo sostenendo l’avvocato nel tentativo di far aprire la biblioteca.”

 

LA CULTURA COMBATTE LA CRIMINALITA’ – Varie petizioni e iniziative stanno arrivando a sostegno della causa del dottor Marotta, non ultima quella del parlamentare Barbato di raccogliere mille euro da parte di ogni parlamentare campano per realizzare un fondo cassa a sostegno dell’Istituto per gli studi filosofici di Napoli. “Pur apprezzando i vari interventi di solidarietà giunti nelle ultime ore – afferma Polichetti – noi crediamo che sia più giusto tutelare l’Istituto con una legge nazionale, che riconosca tutto quello che l’istituto ha fatto in 37 anni di attività a Napoli e nel Mezzogiorno, dove ha creato 400 biblioteche accanto alle scuole di formazione. Anche nei comuni più abbandonati sono arrivati studiosi e letterati di caratura europea per incontrare i giovani. Anche in questo modo si combatte la criminalità organizzata e la corruzione. Dare maggiore consapevolezza ai cittadini è ciò che l’avvocato ha cercato di fare attraverso la diffusione della cultura ad ampio raggio.”

 

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