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Il sapore intimo del viaggio

Oggi dedico ampio spazio ad una donna, una scrittrice, che ho avuto la fortuna di incontrare un po’ di tempo fa e che molti di voi già conosceranno...

Oggi dedico ampio spazio ad una donna, una scrittrice, che ho avuto la fortuna di incontrare un po’ di tempo fa e che molti di voi già conosceranno. Attraverso le sue parole ci offrirà un mondo in cui vi consiglio di immergervi senza riserve. Resterete incantati…

“Ci sono luoghi che si ricordano per sempre. Luoghi di luce improvvisa che accende l’istante di un suono, di un sole, di un volto. Luoghi di brezza fugace che s’imbriglia nella trama di un ricordo, come il viticcio si avviluppa al suo tralcio. Luoghi immutevoli, come il lontano congiungersi del mare e del cielo all’orizzonte, e che appaiono diversi a ogni sguardo, come il tronco intricato di un ulivo che cerca la sua forma, il suo spazio, il suo tempo. Anch’io li cerco, in ogni cosa.

 

Molti mi chiedono com’è nato il mio lavoro. Credo che tutto risalga a quei reiterati “perché” che assillavano i miei genitori costretti a rispondermi, quando avrebbero dovuto solo imboccarmi. Da allora non ho mai smesso di fare domande, in un moto incessante che schiude risposte nei fiori da cogliere o le infrange sulla riva del tempo imprevisto, a volte risacca, a volte tormenta.

 

A volte, un respiro nell’aria che gemma il suo sogno, in un soffio di vento che arriva dal mare. Forse fu il caldo scirocco, spirante da Sud Est, a gonfiare le vele delle galee turche che nel 1480 si diressero a conquistare Otranto. E forse era un freddo maestrale, da Nord Ovest, a sospingere le navi veneziane nell’anno 1002, che arrivarono a soccorrere Bari assediata dai mori.

 

I venti che da sempre spirano qui in Puglia s’incrociano nell’altalena della storia tra Oriente e Occidente, levigando questa terra tra i muri di calce e i rami dei pini. Raffiche impetuose limano il frastaglio roccioso dei suoi estremi confini. Folate impulsive s’insinuano nell’andamento tortuoso dei vicoli, come se fosse ordito per rompere i venti e dare riparo nell’istante incerto.

 

Ci sono luoghi che ti cambiano per sempre. Luoghi dove nasci ogni volta che ritorni. Inondano l’anima di luce pura, come l’alba levantina che risveglia i lineamenti delle torri stagliate verso il cielo. L’asciugano dalle gocce meste del rimpianto al bagliore intenso di un tramonto che riscalda anche la pietra, bianca, gialla, viva, come il giorno che verrà. Ci sono incontri che segnano la rotta. Volti inattesi come ombre consolanti negli spazi infuocati dalla solitudine. Voci di coraggio che esortano il cammino, motivano la sfida, rassicurano i passi nel percorso.

 

Sono tornata in Puglia per restare e ho cominciato a viaggiare, alla ricerca di un suono, di un sole, di un volto. Di voci narranti che hanno lasciato che le accompagnassi a cercare le loro radici, per annaffiarle di ricordi sussurrati che ho voluto fermare, oltre il tempo. Ogni storia di questo libro è unica e speciale, fatta di incontri al crocevia delle svolte che immettono su nuovi corsi, inseguendo nuovi sogni. Ogni incontro mi ha offerto un pezzo di questa terra, delle sue forme ingegnose scolpite nei trulli, nei castelli, nelle grotte e negli anfratti.

 

E dei suoi sapori, antichi come querce, profondi come falesie, vasti come campi di grano su cui librarsi nella terra dei contrasti. La Puglia. La mia terra. Qui tutto diventa semplice. Ogni limite appare smussato come morbido tufo forgiato dal tempo guardingo o da mani clementi che lasciano il segno del proprio passaggio, verso nuove mete da scoprire. Buon Vento.”

Tratto da “Buon Vento – Viaggio nel Gusto” di Sabrina Merolla, Gelsorosso Editore (Bari)


Chi sarebbe Sabrina senza i suoi viaggi, e se non in Puglia, dove le piacerebbe vivere?

Difficile ipotizzare se stessi avulsi dal proprio sogno. Io il mio sogno esplorativo l’ho sempre coltivato sin da bambina, da quando seguivo i miei genitori, viaggiatori e mai turisti, nelle rotte esplorative europee e italiane, e mi perdevo nell’immaginifico prodigio del Vittoriale dannunziano, o nel fulgido incanto della biblioteca di Casa Leopardi a Recanati, per inseguire, da grande, le orme di Joyce e Wilde a Dublino e commuovermi fra i romantici bagliori delle stanze di Keats e Shelley nella loro dimora a Roma. Senza i miei viaggi, probabilmente sarei la conduttrice televisiva e radiofonica, naturalizzata romana, specializzata nel fashion system internazionale (n.d.r. era la sua branca comunicativa primaria quando era in onda sul canale di Sky Leonardo) e nella più capillare storia del soul della Motown Records (n.d.r. Sabrina è stata fra i conduttori più giovani della scuderia di Radio Capital), con casa a Prati e lavoro tra Viale Mazzini e l’EUR, ma alla spasmodica ricerca di ulivi, mandorli, melograni e muretti a secco tra i viali dei Parioli. Durante i sei intensi anni lavorativi a Roma, tra Sky e Radio Capital, ho sentito sempre più forte il richiamo delle mie radici pugliesi e, a un tratto, qualcosa mi ha sospinto prepotentemente a mettermi alla ricerca delle mie origini territoriali e sono tornata dove sono nata. La luce più importante dei luoghi è quella degli occhi con li guardi. Se la luce si rinnova a ogni sguardo, a ogni partenza, vuol dire che hai il privilegio di poter continuare a vivere a casa. Ed è qui che ho scelto di vivere.

Sono molto colpita da questa frase: “Ci sono luoghi dove nasci ogni volta che ritorni”. La approfondiresti?
Sono i luoghi dell’anima, dove il ricordo di un tempo lontano scivola in un sussurro segreto, nascosto dalle asperità del mondo. Qui un Genio sereno vive nella quiete del più intimo ricordo. Sono i luoghi delle “chiare, fresche et dolci acque” petrarchiane che accolgono lo spirito nel “riposato porto”, come fosse un nido, un grembo pronto a darci conforto dalle distese sterminate di solitudine, nei giorni innevati di ostilità e rancore. E quando all’apice di un sogno, in bilico sugli scogli, tentiamo di suonare il nostro strumento, da quei luoghi promana una melodia familiare che ci scorre dentro e che ci immette in una nuova armonia.

Il tuo può essere definito un libro di incontri, qual è stato per te il più suggestivo?
 Dagli incontri raccontati nel libro sono nati spesso grandi rapporti di amicizia. La prima volta che ho visitato Noci, in terra di Bari, nel verde della Valle d’Itria, ho concluso il mio percorso in un luogo da dove sono ripartita per un altro viaggio: l’Antica Locanda, ristorante dello chef patron Pasquale Fatalino, un cuoco votato a una fatidica gioia, un artigiano del gusto, un interprete esemplare della tradizione dell’autentico mangiare e bere pugliese. La sua vitalità prende forma nei gesti delle sue mani quando racconta: “Ho conosciuto una signora che, quando mungeva, accarezzava la mucca, e la mucca le faceva un gran latte, che faceva una gran ricotta, che non mi dimenticherò mai, e questa è la Puglia”.

La nuova meta da scoprire per Sabrina?
Il viaggio letterario nel gusto pugliese mi ha consentito di riallestire la stiva per salpare verso nuove rotte televisive, alla scoperta di nuovi scenari da vivere. Ci sono luoghi che offrono molteplici angolazioni per inquadrarli e che appaiono diversi a ogni scatto. E in quei luoghi si nascondono Geni che altri non hanno ancora mai incontrato.

Un’anticipazione per Libreriamo…
Un nuovo progetto letterario si sta schiudendo all’orizzonte e penso che accompagnerà il mio lavoro mediatico e televisivo in itinere: il racconto dei tesori e delle meraviglie mediterranee, dalle coste ai borghi, dalle tipicità gastronomiche ai sentieri enologici, passando attraverso l’artigianato autoctono. I miei nuovi lavori sono e saranno tutti raccolti sul web e sul mio canale per divulgarsi sulla rete a raggio mondiale, dove lo scenario è rapido, penetrante ed efficace, come lo scatto di una bella fotografia.

Grazie di cuore a Sabrina Merolla.

5 novembre 2013

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