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”Il nostro Sic” rivive nel racconto di genitori, colleghi, amici e compagni di vita

Se il destino un anno esatto fa ha spezzato la carriera del campione, non ne ha di certo cancellato la memoria: il Sic vive ancora nei ricordi e nei racconti di genitori, amici, colleghi, che hanno raccolto le loro testimonianze nel libro uscito a settembre per Rizzoli, ''Il nostro Sic'', voluto e realizzato dai genitori di Marco Simoncelli, Rossella e Paolo, con la collaborazione del giornalista Paolo Beltramo...

A un anno dalla morte del campione di MotoGP, il libro realizzato dai genitori di Marco Simoncelli insieme al giornalista Paolo Beltramo, edito da Rizzoli, ne ravviva il ricordo e la presenza

 

MILANO – “Io spero di diventare un futuro Eddie Lawson o anche un Valentino Rossi e credo di averne tutte le capacità”: così scriveva Marco Simoncelli in una nota datata “Riccione, 10 dicembre ’97”, quando ancora il futuro era una pista di possibilità e speranze tutta da percorrere. Ma se il destino un anno esatto fa ha spezzato la carriera del campione, non ne ha di certo cancellato la memoria: il Sic vive ancora nei ricordi e nei racconti di genitori, amici, colleghi, che hanno raccolto le loro testimonianze nel libro uscito a settembre per Rizzoli, “Il nostro Sic”, voluto e realizzato dai genitori di Marco, Rossella e Paolo, con la collaborazione del giornalista Paolo Beltramo.

L’ESORDIO IN MINIMOTO – Il sorriso e l’entusiasmo di questo ragazzo si riaccendono attraverso queste pagine, nelle parole di chi l’ha conosciuto e lo porta ancora nel cuore, nelle oltre duecento fotografie private e pubbliche, del pilota e del ragazzo. A scrivere di lui sono i genitori, che raccontano di un bambino che ha cominciato a girare sulla pista delle minimoto di Cattolica: “Quel giorno la pista era chiusa”, scrive Paolo Simoncelli, “però c’era il proprietario che faceva manutenzione: Panino, si chiamava.  […] Gli ho detto: ‘Guardi, ho un bambino che non è mai andato in minimoto, magari lo facciamo provare oggi che non c’è nessuno…’, e lui ha accettato. […] Marco è partito come se fosse una cosa naturale per lui. Ha cominciato a girare, a girare, avrà girato venti, venticinque minuti. Poi si è fermato, Panino l’ha guardato dritto in faccia e gli ha detto: ‘Te, puoi venire anche quando c’è gente’. Me la ricordo bene questa frase, è stato bellissimo: ‘Te, puoi venire anche quando c’è gente’.” E a queste parole fanno eco quelle di mamma Rossella: “Il rapporto con tuo padre è stupendo, la vostra intesa è reciproca e siete proprio un bel quadretto insieme. Non parliamo dell’orgoglio di tuo padre nel vederti così disinvolto sulla moto”, scriveva nel 1993 nel suo diario dedicato a Marco.

 

LA FIDANZATA KATE – Sono poi gli amici e i colleghi del Sic a prendere la parola, a ricordare questo ragazzo pieno di talento ed entusiasmo, con cui ci si poteva sempre fare una risata. E la fidanzata Kate, che racconta divertita di com’è nata la loro storia: “Marco non mi ha mai chiesto ufficialmente di fidanzarci. Un giorno a Valencia mi ha presentato al suo capotecnico, Brazzi: ‘Ah, lei è la mia morosa’. Io l’ho guardato un po’ stranita, ma stava male rispondere ‘No, non è vero’, allora semplicemente mi sono presentata, che potevo fare? Ma poi ho detto a Marco: ‘Te le cose non me le chiedi?’. E lui: ‘Eh eh, ti ho messo in una situazione in cui non mi potevi dire di no’.” O ancora ricorda la prima volta in cui lui l’ha portata a casa sua per presentarle i suoi genitori, imboccando minuscole stradine a novanta all’ora e ribattendo al “Ma sei scemo!” di lei con un “Grande! Mi piace un sacco quando porto a casa le persone per la prima volta!”  

 

VALENTINO ROSSI: COL SIC SEMPRE BAGARRE ALL’ULTIMO SANGUE – Naturalmente non poteva mancare, tra le altre, la testimonianza di Valentino Rossi, rivale ma soprattutto grande amico del Sic, che scrive di quando Marco aveva iniziato ad allenarsi alla Cava insieme a lui e agli altri piloti più grandi: all’inizio non andava molto, ma poi aveva cominciato a diventare forte. “Ci siamo divertiti un sacco alla Cava, abbiamo fatto un sacco di bagarre all’ultimo sangue anche perché col Sic, quando si fanno le bagarre, sono sempre all’ultimo sangue, anche se giochi una partita a biliardino.” Perché non faceva favori a nessuno il Sic: “Era molto dolce in tanti suoi comportamenti. Poi era un ignorante anche lui, un testone, e in pista, cazzo, anche se eri un suo amico ti faceva sempre girare i coglioni.”

 

UNA PRESENZA ANCORA FORTE – È un libro che si legge tra le lacrime e il sorriso questo dedicato a Marco Simoncelli, un libro in cui “Il nostro Sic” – il Sic di chi l’ha conosciuto e gli è stato vicino, il Sic di chi ha fatto il tifo per lui – fa sentire ancora forte la sua presenza.

 

23 ottobre 2012

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