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Il libro dell’anno? E’ un ”disegnetto”…

Ho letto tutti i libri di Zerocalcare (non proprio tutti mi manca Dodici ma credo che Babbo Natale mi aiuterร ), ho atteso ogni lunedรฌ su due e lโ€™ho anche intervistato, via mail sโ€™intende, per Readerโ€™s Bench...

Ho letto tutti i libri di Zerocalcare (non proprio tutti mi manca Dodici ma credo che Babbo Natale mi aiuterà), ho atteso ogni lunedì su due e l’ho anche intervistato, via mail s’intende, per Reader’s Bench.

 

L’anno scorso ho passato anche qualche minuto con lui allo stand Bao. Naturalmente non si ricordava di me ma è stato comunque gentilissimo e disponibile.

 

Eh sì perché quando lo conosci o lo vedi in video, quello che ti colpisce è lo stupore disegnato sul suo volto. Un’espressione del tipo: “Stai a di a me?” Come se tutto quello che gli è successo negli ultimi anni non lo riguardasse.

 

Come se il fatto di aver sdoganato il graphic novel non lo colpisse più di tanto.

Come se il fatto di interpretare un’intera generazione di trentenni impauriti, precari e sentimentalmente disabili, non fosse affar suo.

Come se smuovere centinaia di persone che si mettono in fila per uno dei suoi disegnetti, non fosse dovuto a lui e al suo lavoro.

 

Un lavoro encomiabile che ha fatto avvicinare molti scettici al fumetto, li ha fatti divertire e mettere mano al proprio bagaglio di ricordi legati all’infanzia e all’adolescenza, un progetto che continua adesso adesso con Dimentica il mio nome, libro dell’anno secondo gli ascoltatori di Fahrenheit.

 

Adesso alcuni si stupiscono del fatto che il “grande” giornalismo culturale italiano non si sia degnato di scrivere una riga su questo evento epocale.

Io rimango basita e rispondo: “Perché il giornalismo in Italia esiste?” Corteggiati, viziati dalle case editrici con copie omaggio, inviti ad eventi esclusivi non riescono mai a stare al passo con i tempi.

 

Allora io non mi preoccupo perché le buone proposte arrivano sempre ed il pubblico sa coglierle che siano graphic novel o no e soprattutto che siano o no letture pilotate dall’intellighenzia.

Intanto vi dico che non resistito e ieri mattina ho dovuto iniziare a leggere prima di cominciare la giornata qualche pagina di Dimentica il mio nome e ne sono rimasta folgorata.

 

A breve leggerete la mia personalissima opinione.

 

E voi, che idea vi siete fatta di Zero e del suo lavoro?

 

Clara Raimondi

 
12 dicembre 2014

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