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I 10 libri da leggere prima dei 40 anni

Vedersi avvicinare al traguardo degli ''anta'' è per molti una cosa che dà una certa ansia. Verso i 38-39 anni, si iniziano generalmente a stilare liste di cose da fare prima della data fatidica...
Da “Guerra e pace di Tolstoj” a “L’arte della guerra” di Sun Tzu, ecco dieci libri consigliati per chi si avvicina ai 40 anni
MILANO – Vedersi avvicinare al traguardo degli “anta” è per molti una cosa che dà una certa ansia. Verso i 38-39 anni, si iniziano generalmente a stilare liste di cose da fare prima della data fatidica, di solito esperienze che vogliono ribadire il fatto che si è ancora giovani – viaggi avventurosi ai limiti delle proprie possibilità, lanci con il paracadute, bungee jumping. Ok, senza farsi prendere dal panico, c’è un’attività molto semplice in cui sui può investire con profitto il proprio tempo, un’attività che consente di vivere le emozioni più forti stando comodamente seduti sul divano e che facendoci viaggiare con la mente mantiene sempre giovane il pensiero: leggere. E se proprio si vuole stilare una lista, che sia la lista dei libri che è meglio non perdersi prima di arrivare ai quaranta – perché, si sa, ogni libro ha un suo momento privilegiato per essere letto. Il blog indiano ganeshmuthiah.com ne consiglia 30, da cui noi abbiamo tratto la nostra top ten.
La grande letteratura russa è un mostro sacro che spesso si ha timore di avvicinare. Avete letto “Guerra e pace” di Lev Tolstoj? E “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij? Avete sempre rimandato l’impresa considerandola non alla vostra portata? Quando si vedono avvicinarsi i quaranta non si hanno più scuse: si deve saper avere sufficiente perseveranza per perseguire l’obiettivo. Tanto più che basta avere il coraggio di intraprendere la lettura per venire catturati da questi due romanzi-mondo. Le esistenze qui raccontate e i temi affrontati riguardano sicuramente da vicino, pur nella diversità di situazioni, chi sta percorrendo il cammino verso gli “anta”. In “Guerra e pace” le vite private dei personaggi si intrecciano strettamente con le loro vite pubbliche e con la Storia del loro Paese – una dimensione verso cui i più giovani hanno di solito scarsa attenzione, ma che non si può ignorare una volta raggiunta la maturità. Il romanzo inoltre sa unire al grande realismo con cui sono raccontate le relazioni coniugali e la vita domestica uno sguardo più ampio, metafisico, sul senso dell’esistenza. “Delitto e castigo” è il percorso verso una grande presa di coscienza delle proprie responsabilità e delle conseguenze che queste comportano da parte del protagonista. Rodion Romanovič Raskol’nikov, macchiatosi di due omicidi, vive tormentato dal rimorso finché non decide di confessare e scontare la sua pena, riscattandosi grazie all’amore di Sonja. Proprio l’amore è uno dei temi fondamentali del romanzo, insieme ad altri grandi nodi esistenziali come l’ateismo e la fede, la politica e la rivoluzione, il socialismo e il capitalismo. 
Avvicinarsi agli “anta” ha anche i suoi lati positivi, per esempio una maggiore capacità di comprendere e affrontare gli intimi meccanismi dell’animo umano, anche nei suoi lati più inquietanti. È questa l’età ideale per la lettura del grande capolavoro di un altro autore russo, Vladimir Nabokov, anche se il romanzo in questione fu scritto originariamente in inglese – Nabokov era naturalizzato statunitense. Stiamo parlando di “Lolita”, che racconta la storia drammatica e scandalosa dell’amore incestuoso e pedofilo del professor Humbert Humbert per la dodicenne Dolores – chiamata Lo, Lola o Dolly – di cui lui è il patrigno. Un libro che pone di fronte a un aspetto della realtà raccapricciante, ponendo pressanti interrogativi sull’amore, sul confine tra bene e male e sulla morte. 
Storia di amore e morte è anche “Per chi suona la campana”, di Ernest Hemingway. Proprio l’amore e la morte sono i due temi più cari all’autore, quelli che si fronteggiano continuamente nei suoi libri, legati naturalmente alla guerra, altra sua ossessione – la vicende si svolgono sullo sfondo della guerra civile spagnola. L’amore e l’amicizia sono vissuti con un senso di precarietà, la consapevolezza di una fine sempre incombente condivisa dai personaggi, e per questo tanto più intensamente. Sfumature del sentimento difficili da cogliere quando si è più giovani, ma che acquistano particolare vividezza quando si realizza, nell’età della maturità, che non si ha un tempo infinito a disposizione.
La natura del potere e della società umana è tema che appassiona chi si avvia verso gli “anta”. Sono temi che vengono affrontati in “Arancia meccanica” di Anthony Burgess, il romanzo da cui è tratto l’omonimo capolavoro cinematografico di Stanley Kubrick. Il libro racconta in prima persona la storia di Alex, adolescente dedito insieme al suo gruppo di amici all’alcol, alle droghe e alla violenza. Alla narrazione dei crimini compiuti segue quella della riabilitazione di Alex in carcere, che si sottopone a un programma di recupero noto come “cura Ludovico”. Basata sulle moderne teorie psicologiche, la cura Ludovico mira a modificare la mente del criminale provocando in lui una terribile avversione per la violenza – Alex viene infatti costretto a guardare continuamente film di violenza, e nel mentre gli viene somministrato un farmaco che gli provoca un’insopportabile nausea. L’utilizzo della cura, nel libro, è oggetto di profonde controversie. Il romanzo pone diversi impellenti interrogativi sulle difficoltà del vivere insieme, sulle regole sociali e le devianze, sui metodi leciti e illeciti per imporre l’ordine nella società. Per una riflessione sulle possibili distorsioni cui il nostro vivere insieme può andare incontro, sempre indicata è la lettura di “1984” di George Orwell, romanzo distopico in cui l’autore inventa il Grande Fratello – occhio del potere che incombe su tutti i cittadini del distretto d’Oceania, governato da un’inflessibile dittatura che non ammette eresia. Il libro è diventato il romanzo-simbolo dei totalitarismi novecenteschi e racchiude in sé una geniale analisi della natura umana, dell’umana brama del potere e del conflitto tra alcune incarnazioni del potere e la possibilità degli individui di essere felici.  
Sempre in tema di politica e società, il pensiero occidentale ha prodotto grandi opere a riguardo, su cui si fonda ancora oggi la nostra convivenza come cittadini. Non si può arrivare ai quaranta senza aver letto “La repubblica” di Platone, in cui il grande filosofo greco disegna la forma ideala di governo, quella che consente agli uomini il massimo grado di felicità e realizzazione. Altro classico della filosofia occidentale è “Il contratto sociale” di Jean-Jacques Rousseau, filosofo illuminista francese tra gli ispiratori ideali della rivoluzione settecentesca. Qui Rousseau analizza i concetti di sovranità, cittadinanza e volontà generale che sono alla base, nella sua teoria, del buon governo – quest’opera ha influenzato anche la Costituzione americana. Non può poi mancare, nel bagaglio di letture che si consiglia di portare con sé nel viaggio verso gli “anta”, “Il principe” di Niccolò Machiavelli, un trattato politico rinascimentale di grande realismo sui metodi per conquistare e mantenere i principati, che svela con grande disincanto i meccanismi del potere.
Ultimo consiglio, visto che la carriera è sicuramente un aspetto fondamentale nella vita di chi si avvia ai quaranta, è “L’arte della guerra” di Sun Tzu, famoso trattato cinese di strategia militare che contiene però anche indicazioni utili per la conduzione aziendale. Tratta infatti aspetti collaterali alla guerra in senso stretto, che lo rendono efficace strumento di consultazione quando si devono affrontare problemi decisionali.
15 ottobre 2013
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