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I 10 errori grammaticali che un lettore non sopporta (Parte 2)

Abbiamo chiesto alla nostra community di lettori qual è l'errore grammaticale che li infastidisce di più. Vediamo insieme la classifica degli errori più odiati

MILANO – Frequenti sono gli errori grammaticali ed ortografici che si incontrano nei testi scritti, ma ci sono errori più gravi di altri. Alcuni di questi sono sono talmente gravi da provocare fastidio in chi legge. Dopo avervi indicato gli errori grammaticali più comuni commessi dagli italiani, vi abbiamo chiesto quali errori vi infastidiscono di più. Vediamo insieme la seconda parte degli errori, frequenti nella lingua scritta, che i lettori proprio non sopportano.

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6) L’uso sbagliato dei pronomi personali 

I pronomi personali sostituiscono i nomi propri o comuni di persona, cosa e animale a cui si riferiscono. Essi possono avere funzione di soggetto, di complemento diretto o di complemento indiretto. In questo caso l’errore più fastidioso riguarda l’errato utilizzo di uno o dell’altro pronome. Spesse volte il termine “gli”, soprattutto nella lingua parlata, viene utilizzato anche in riferimento a nomi di propri o comuni di persona femminile.

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7) La scrittura corretta di “Purtroppo” e “Proprio” 

Tra gli errori più fastidiosi rientrano ovviamente parole scritte in modo errato. “Pultroppo” è una parola che in italiano non esiste, pertanto è giusto scrivere “purtroppo“. Il perché è presto spiegato. Purtroppo deriva dalla contrazione delle parole “pure” e “troppo”. Invece “Propio” non è una forma completamente sbagliata. E’ una variante popolare del termine “proprio” (forma corretta, dal latino “Proprium”) e in passato era diffusa anche nella lingua scritta.

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8) Un po, un po’ o un pò?

Si scrive un po, un pò o un po’?  La forma corretta è “un po’ “, con l’apostrofo. Si tratta infatti di un troncamento della parola “poco”. È un errore grave e fastidioso vedere questo termine con l’accento o senza apostrofo. Assolutamente vietato quindi mettere accenti o scriverlo senza apostrofo!

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9) “È” del verbo essere non accentata

Spesso si tratta di una dimenticanza, ma non per questo si può dire che sia un errore meno grave. Anche perché la presenza o meno dell’accento sulla lettera veicola due significati e due ruoli diversi all’interno della frase. La terza persona del verbo essere indicativo va accentata con accento grave, mentre la stessa lettera senza accento deve intendersi come congiunzione.

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10) “Qual ‘è” al posto di “Qual è” 

Questo è uno degli errori più diffusi anche tra le persone adulte e che hanno terminato gli studi universitari.
La forma corretta è, ovviamente, quella senza apostrofo. Il motivo? Perché si tratta del troncamento in una vocale e non di una elisione per la presenza accostata di due vocali. Lo stesso si verifica, infatti, anche davanti a una consonante. (es. Qual buon vento ti porta qui?)

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