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Gianluigi Nuzzi, ”Il maggiordomo del Papa ha agito nella convinzione che un libro potesse accelerare un cambiamento”

''Questo libro ha rappresentato un evento che ho vissuto con molto entusiasmo: capita raramente di pubblicarne cosรฌ.'' Sono parole di Lorenzo Fazio, direttore editoriale di Chiarelettere, e il libro in questione รจ ''Sua Santitร '' di Gianluigi Nuzzi, vero e proprio caso editoriale dell'anno. Nuzzi e Fazio ne hanno parlato al pubblico di Bookcity venerdรฌ sera al Castello Sforzesco...

L’autore di “Sua Santità”, insieme al direttore editoriale di Chiarelettere, ha parlato a Bookcity delle conseguenze scatenate dal suo libro, pronunciandosi in difesa di Paolo Gabriele

MILANO – “Questo libro ha rappresentato un evento che ho vissuto con molto entusiasmo: capita raramente di pubblicarne così.” Sono parole di Lorenzo Fazio, direttore editoriale di Chiarelettere, e il libro in questione è “Sua Santità” di Gianluigi Nuzzi, vero e proprio caso editoriale dell’anno. Nuzzi e Fazio ne hanno parlato al pubblico di Bookcity venerdì sera al Castello Sforzesco, ragionando sulle conseguenze scatenate dall’uscita di questo testo.

BOOKCITY: UNA STRAORDINARIA OCCASIONE –L’incontro si apre con i dovuti apprezzamenti alla manifestazione: “Milano si è svegliata! Speriamo che si continui ancora negli anni prossimi a portare il libro nei luoghi dove si svolge la vita cittadina”, ha affermato Fazio. E Nuzzi è d’accordo con lui: “Questa per me è una straordinaria occasione: finalmente superiamo Mantova!”

UN LIBRO-EVENTO – Si entra poi subito nel merito dell’argomento. “Questo libro è stato un evento in sé”, dichiara Fazio: “di solito prima arrivano le notizie in televisione e sui giornali, poi i libri le approfondiscono. Qui è successo il contrario: sono entrati in questo testo documenti riservati del Vaticano, cui nessuno aveva avuto accesso prima. Oggi parleremo dunque delle conseguenze che la pubblicazione di questo libro-inchiesta ha avuto, del processo che ha visto coinvolto Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa. In un momento storico come questo, in cui si parla di legge sulla diffamazione  e libertà di stampa, il fatto che questo libro sia potuto uscire in Italia è una testimonianza importante: spero che anche in futuro se ne possano pubblicare ancora così.”

LA LIBERTÀ DI ESSERE INFORMATI – A questo punto la parola passa all’autore, Gianluigi Nuzzi. “Vorrei proporre due considerazioni. La prima sulla stoltezza dei nostri politici, che vogliono trasformare la legge sulla diffamazione in legge contro il giornalismo. I giornalisti certamente, quando fanno degli errori, vanno puniti: chi sbaglia deve pagare – possibilmente non con il carcere. Ma non si può ostacolare la libertà di informare. Le seconda considerazione riguarda più specificamente il mio libro: ‘Sua Santità’ vent’anni fa non sarebbe potuto uscire. Noi non siamo abituati a essere informati su ciò che succede oltre il Tevere, sebbene ciò che accade là abbia molta importanza sulla nostra politica, la nostra economia, la nostra realtà finanziaria. Noi non siamo abituati a essere informati sugli esercizi politici del Vaticano.”

L’ARRESTO DI PAOLO GABRIELE – “‘Sua Santità’, una volta pubblicato, ha inevitabilmente scatenato una controreazione”, prosegue Nuzzi. “L’onda d’urto provocata è stata forte, per cui il Vaticano ha reagito cercando di creare un evento che superasse quello rappresentato dall’uscita del libro. Si è sollevato un caso: chi ha dato i documenti a Nuzzi?  E questo lavoro è stato additato come frutto di una cospirazione, di un grande complotto, forse per convincere qualche ideologo ad avallare scelte come l’arresto del maggiordomo del Papa: sembrava di vivere la brutta copia di un giallo di Agatha Christie. In Vaticano nessuno nella storia è mai stato arrestato per pedofilia, per fatti di sangue o per riciclaggio di denaro. Era proprio indispensabile l’arresto di questo cristiano incensurato?”

IL TENTATIVO DI DELEGITTIMAZIONE – “L’altro tentativo che è stato portato avanti è stato quello di delegittimare Gabriele, che è stato sottoposto a perizie psichiatriche per sollevare il dubbio sulla sua  stabilità”, prosegue Nuzzi. “Ma se Paolo Gabriele è tanto instabile come ha fatto a diventare il maggiordomo di Benedetto XVI e a esserlo per tanti anni?”

LE ACCUSE DI FURTO – “A Gabriele hanno anche attribuito il furto di una pepita d’oro e di un assegno da 120 mila euro intestato al Papa. Se poi si vanno a leggere le carte del procedimento però, si trova scritto che era una pepita ‘probabilmente in oro’, di cui peraltro nessuno dei gendarmi che l’hanno arrestato si ricordava al momento in cui li hanno interrogati. E poi l’assegno: a parte che non si è capito se si trattasse di una copia o dell’originale, ma sfido chiunque ad andare in una banca a cercare di farsi cambiare un assegno intestato a Benedetto XVI! Queste accuse però sono servite a dipingere Gabriele come un uomo avido.”

LA CONDANNA – “C’è stato poi il processo”, continua Nuzzi, “in cui Gabriele ha ammesso di avermi consegnato le fotocopie dei documenti. Rischiava trent’anni di carcere e alla fine gli hanno dato un anno e mezzo: attualmente è in prigione. È significativo che abbiano lasciato intendere che sarebbe intervenuta la Grazia del Papa, che invece non c’è stata. Una nota dura del Segretario di Stato del Vaticano dice che Gabriele deve dimostrare il suo pentimento prima che possa arrivare il perdono del Santo Padre. Io credo che uscirà dal carcere quando saranno sicuri che non parlerà più.”

LA SCELTA GIUSTA – “Per me è molto difficile accettare che quest’uomo, un uomo buono, non un corvo, ma una colomba, sia in prigione. Per me Paolo Gabriele è un eroe dei nostri tempi, che ha messo a repentaglio la propria vita e la propria reputazione perché non sopportava più l’ipocrisia, la spaccatura tra la propria fede, tra ciò in cui credeva e quello di cui era testimone”, commenta Nuzzi. “Ho affrontato più volte con lui la questione dei rischi cui andavamo incontro, ma lui era ed è, immagino, convinto di aver fatto la scelta giusta.”

UN LIBRO PUÒ ACCELERARE IL CAMBIAMENTO – Rispondendo a chi, tra il pubblico, solleva il dubbio, Nuzzi nega che Paolo Gabriele abbia agito in base a un accordo, dietro promessa di un compenso. Ma allora perché l’ha fatto? – domandano. “Ha agito spinto dalla convinzione che un libro potesse aiutare a sbloccare le cose”, afferma Nuzzi. “Nel maggio 2009 avevo pubblicato ‘Vaticano S.p.A.’, libro-inchiesta sulle violazioni delle norme antiriciclaggio da parte dell’Istituto delle Opere di Religione (IOR), e nell’autunno di quell’anno l’allora Presidente dello IOR Angelo Caloia venne mandato a casa e sostituito da Ettore Gotti Tedeschi. Paolo Gabriele aveva visto che un libro poteva contribuire ad accelerare un processo di cambiamento.”

 

19 novembre 2012

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