Non sono molti gli scrittori provenienti dal mondo delle favelas brasiliane che hanno raggiunto il successo in Brasile, ma il talento di Geovani Martins non poteva passare inosservato. La sua scrittura autentica vuole dare voce ad una realtà che vede pochi e sporadici interventi a riguardo, quasi sempre stereotipati e prevenuti. Geovani Martins invece nel suo primo libro, Il sole in testa, ci regala spaccati, ritratti flash, storie di vita vera senza quello sguardo opacizzato dai pregiudizi, come molto spesso accade. Sono 13 racconti in cui è la favela stessa di Rocinha a parlare, variegata, pericolosa e affascinante.
È un casino lasciarsi il vicolo alle spalle, dividersi con gli sbirri e ancora sbirri lo spazio della scalinata, attraversare gli scoli a cielo aperto, affrontare lo sguardo dei ratti, schivare i fili elettrici, vedere gli amici d’infanzia con addosso armi da guerra, per ritrovarsi quindici minuti dopo davanti a un condominio con le piante ornamentali che abbelliscono le inferriate e guardare adolescenti che prendono lezioni private di tennis. È tutto molto vicino e molto lontano. E più cresciamo, più alti diventano i muri.
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Lo scrittore delle favelas
Una folta chioma di ricci castani e dorati, uno sguardo dolce e timido, un punto di vista fuori dal comune, Geovani Martins è diventato lo scrittore rivelazione del Brasile, acclamato in tutto il mondo, ancora prima che il libro venisse pubblicato. Nato nel 1991 a Rio de Janeiro e cresciuto con la madre a Vidigal, uno dei quartieri più poveri di Rio, ha smesso di studiare presto per cominciare a guadagnarsi da vivere. Ha lavorato come uomo sandwich e ha anche venduto bibite sulla spiaggia, ma ha coltivato dalla tenera infanzia la passione per la letteratura e per i libri. È stata sua nonna ad insegnargli a leggere, che gli raccontava le storie della sua famiglia e delle persone del vicinato, stimolando in lui la curiosità e la voglia a sua volta di raccontare. È proprio da qui che Martins prende ispirazione per i suoi racconti: dalla strada. Le storie che si sentono al bar, o vicino alla fermata dell’autobus, o all’angolo della favela prendono vita sulle pagine dello scrittore brasiliano.
Seu Matias è nato cieco. Non ha mai visto il mare o le armi o le donne in bikini. Malgrado ciò, vive la sua vita, va dappertutto come se abitasse in un mondo fatto apposta per quelli come lui. Gente che non vede, però ascolta, annusa, tocca, sente e parla.
Il rapporto di Geovani Martins con la scrittura
Per Geovani Martins scrivere è un processo naturale proprio perché fin da piccolo era appassionato di storie e di letteratura. Quello che vuole fare con il suo libro e con la sua scrittura è quello di raggiungere il mondo intero. Tutti sono i destinatari dei suoi racconti e tutti possono identificarsi con i suoi personaggi. La sua scrittura è accessibile a tutti, anche a chi viene da una realtà completamente lontana dalla sua. Ciò che lo ha sempre appassionato della letteratura è la sua capacità di essere recepita e interpretata in modo diverso: un solo testo può cambiare la vita di persone in modo differente. La strada di cui lui scrive molto spesso suscita stranezza ma anche identificazione.
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