“Fai bei sogni” indubbiamente è stato un successo editoriale ma come nasce l’idea di portarlo sul grande schermo?
Il produttore Beppe Caschetto ha acquistato i diritti del film e lo ha proposto a Marco Bellocchio, che dopo avere letto il libro e trovato una sua chiave di interpretazione, si è entusiasmato al progetto e si è messo all’opera.
Come è stato vedere il suo personaggio interpretato da Valerio Mastandrea?
Il Massimo del film non è il Massimo del romanzo, ma quello filtrato dalla personalità di Bellocchio e dello stesso Mastandrea. Il personaggio di Mastandrea è molto più arrabbiato e taciturno di me, che sono un terribile chiacchierone…
Assistere alle riprese è stato in qualche modo doloroso, o terapeutico, considerati i risvolti autobiografici della vicenda?
Sono stato sul set proprio quando giravano la scena in cui la mamma si congeda dal bambino addormentato sussurrandogli “Fai Bei Sogni”. E’ stato abbastanza sconvolgente rivedere la scena del momento decisivo della mia vita. Meglio di una seduta di analisi.
Ci sono delle differenze rilevanti tra il romanzo e la sua trasposizione cinematografica?
I film che somigliano ai romanzi da cui sono tratti funzionano raramente. I linguaggi sono troppo diversi. Per fortuna qui non si corre questo rischio. Bellocchio ha riletto la mia storia alla sua maniera, cambiando molte cose, a cominciare dalla personalità del protagonista. Il Massimo del libro affronta il dolore della perdita con disperazione schermata dall’ironia. Il Massimo del film è molto più arrabbiato col mondo. Ma troverà anche lui una via di uscita…
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L.A.