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Fabrizio Piazza della Libreria Modusvivendi, ”Il libraio di oggi dev’essere un creativo a 360 gradi”

Per superare la crisi i librai indipendenti devono trasformare il loro negozio in uno spazio di incontro e di scambio e differenziare la produzione, vendendo altri prodotti oltre ai libri. รˆ il suggerimento di Fabrizio Piazza, responsabile delle vendite della libreria indipendente di Palermo Modusvivendi, che festeggerร  a breve il suo sedicesimo compleanno...
Il responsabile delle vendite della libreria indipendente palermitana racconta com’è nata Modusvivendi, qual è la sua proposta e cosa significhi fare il mestiere del libraio oggi
MILANO – Per superare la crisi i librai indipendenti devono trasformare il loro negozio in uno spazio di incontro e di scambio e differenziare la produzione, vendendo altri prodotti oltre ai libri. È il suggerimento di Fabrizio Piazza, responsabile delle vendite della libreria indipendente di Palermo Modusvivendi, che festeggerà a breve il suo sedicesimo compleanno. 
Quando e con quali obiettivi è nata la Libreria Modusvivendi?
La libreria è nata 16 anni fa, il 20 giugno 1997. Festeggeremo l’anniversario la sera del 21 giugno, in occasione di “Letti di notte”, la notte bianca delle librerie indipendenti organizzata da Marcos y Marcos.
L’obiettivo era fare libreria in modo nuovo e diverso a Palermo, una città che è sempre stata fanalino di coda nelle statistiche sulla lettura. Volevamo dare spazio alle medie e piccole realtà editoriali, sottraendoci al marketing aggressivo dei grossi gruppi. Devo dire che negli anni siamo riusciti a ricavarci uno spazio consistente. 
Io sono parte della squadra già dall’agosto del 1997. Ho conosciuto i responsabili della libreria alla Fiera del Libro di Torino: allora facevo uno stage per Marcos y Marcos. Una volta terminata l’esperienza, tornato a Palermo, ho iniziato a lavorare qui. 
Ci può presentare l’offerta della libreria?
Il catalogo ha un assortimento vario. Ampio spazio è dedicato alla narrativa, ma con attenzione anche alla saggistica, soprattutto nei campi della psicologia e della filosofia orientale. 
Quest’anno abbiamo raddoppiato il reparto per bambini e ragazzi, uno dei settori che su scala nazionale risente meno della crisi. Abbiamo creato laboratori per bambini e rappresentazioni per le fasce più basse d’età.
Abbiamo poi un reparto di libri illustrati – fotografia e arte –, libri sulla Sicilia, sulla grafica e il design e sulla cucina.
Com’è cambiato il mestiere del libraio in questi anni?
È una domanda impegnativa. Sicuramente è cambiato tanto, soprattutto negli ultimi mesi con l’avvento dell’ebook.
Diventa sempre più difficile poi resistere alle campagne di sconto delle grandi catene.
Oggi il libraio deve essere un creativo a 360 gradi, un inventore di idee e stimoli per coinvolgere chi è ancora appassionato del cartaceo. Deve trasformare il suo negozio in uno spazio di incontro, di scambio e condivisione con gli altri.
Da giovedì nel nostro negozio è partita l’iniziativa “La Repubblica in libreria”, una serie di incontri organizzati insieme a la Repubblica di Palermo. Nella serata di giovedì si è discusso sul tema “Politica, che passione”, con il capo redattore della testata Enrico Del Mercato, il giornalista Emanuele Lauria e i politici Antonello Cracolici, Rosi Pennino e Giancarlo Cancelleri. È stato un grande successo.
L’altra strada per resistere e uscire dalla crisi è la differenziazione. Oltre ai libri, da un po’ di anni vendiamo anche prodotti d’alto valore artigianale provenienti dall’India – tessuti, sciarpe, borse, giacche acquistati dai più alti e professionali artigiani indiani. Questa soluzione ci consente di avere margini di guadagno più alti e consente di dare ossigeno anche ai libri. Recentemente abbiamo messo in vetrina il libro di George Steiner “I libri hanno bisogno di noi” in mezzo a questi prodotti indiani, a simboleggiare questa formula per noi vincente.
Quali sono i libri che i clienti vi richiedono di più?
Noi abbiamo una vendita molto “assistita”. Le persone ormai di fidano di noi, comprano a scatola chiusa i libri che consigliamo loro. 
Quando esce il best seller di turno dobbiamo averlo a scaffale e in vetrina, ma naturalmente non è su questo che si misura la nostra capacità e la nostra professionalità di librai indipendenti. 
In questo ultimi giorni stiamo vendendo moltissimo il libro di Rafael Reig uscito di recente per Marcos y Marcos, “Quello che non c’è scritto”, un bellissimo giallo psicologico ad alta tensione. Puntiamo poi sugli autori giovani emergenti, com’è stato nel caso di Paolo Di Paolo, che ospiteremo il 6 giugno in libreria. Già del suo primo libro, “Come un’isola”, romanzo-saggio su Lalla Romano pubblicato da Giulio Perrone, un piccolo editore, noi riuscimmo a vendere moltissime copie. Da quel momento si è talmente affezionato a noi che vuole sempre venire qui a presentare i suoi libri, anche se ora è pubblicato  da Feltrinelli e ha raggiunto la notorietà. Così come abbiamo avuto ospite Andrea Bajani con il suo bellissimo “Mi riconosci”. Amiamo molto anche i libri di Iperborea – tra cui “La casa della moschea” di Abdolah Kader –, quelli di Voland e quelli de La Nuova Frontiera – di cui stiamo ora leggendo il nuovo “Sangue negli occhi”, della cilena Lina Meruane. E questo per citarne soltanto alcuni rappresentativi della nostra offerta.
1 giugno 2013
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