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Erica Jong e la speranza nell’amore

Mi imbattei in Erica Jong, questa sconosciuta, mentre cercavo qualcosa di erotico per solleticarmi l’intelletto. Ma erotico serio, ai livelli di “Le età di Lulù” o “Justine”.

Fatto sta che dopo aver letto qualche libro della Jong rimasi stupefatta. Paura di volare, Ballata di ogni donna, Fanny, parlano di tantissime cose con uno stile unico, insostituibile, diretto eppure così semplice, ma non parla solo di sesso. Perchè un romanzo ricchissimo, in cui c’è qualche scena di sesso e del linguaggio magari sboccato, se scritto da una donna automaticamente diventa un romanzo erotico? Perchè non  mettere in tale categoria anche Bukowski allora? Fatto sta che nei tre romanzi che ho avuto piacere di leggere di questa autrice si avverte molto la discriminazione sessuale che il mondo intero ha contro le donne. Così temute, così scaltre da dover essere messe in un angolo spesso per paura che prendano il sopravvento.

In “Fanny” per esempio, ambientato nel 1700 si narrano le geste dell’omonima ragazza che fugge di casa ancora minorenne dopo aver subito una violenza dal patrigno. Tenta di far fortuna a Londra ma  nonostante le sue abilità l’unica occupazione che riesce a trovare è dentro un bordello. Lì, mentre il mondo si adagia ai suoi piedi, in mezzo alle sofferenze tenta di scrivere il romanzo della sua vita, quello da dedicare alla creatura che ora porta in grembo, frutto della violenza domestica.

Il nascituro diventa il suo unico appiglio a una vita altrimenti da buttare per colpa della cattiveria che l’uomo riesce a infliggere ogni giorno. Vale davvero la pena mettere al mondo un figlio in un mondo così ridotto allo sfacelo?

Temi di grande attualità scritti con maestria da una donna che non vedo l’ora di conoscere maggiormente attraverso tutta la sua bibliografia, e perché no, magari pure di persona.

“Vuoi la libertà e anche la vicinanza di un’altra persona.”

Lo so.

“Pochissimi riescono ad avere entrambe le cose.”

Lo so.

“Perchè ti aspetti di essere felice quando la maggior parte della gente non lo è?”

Non lo so. So soltanto che se smetto di sperare nell’amore, se smetto di desiderarlo, di cercarlo, la vita mi sembra piatta come una mammella cancerosa dopo un intervento di asportazione. Mi nutro di queste speranze, di queste aspettative, sono la mia forza. Mi tengono in vita. Ho il sospetto che venderei l’anima, i miei principi, il mio credo, per un uomo che mi amasse veramente.

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