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Enrico Cisnetto, ”Una cattiva percezione di Cortina ha fatto spostare il nostro evento culturale InConTra dalle Dolomiti a Roma”

Un divario consistente tra la percezione attuale che si ha all'esterno di Cortina e la ''sobrietà'' che da 10 anni caratterizzano la kermesse culturale InconTra. Così spiega Enrico Cisnetto, giornalista e responsabile della rassegna culturale InConTra, i motivi che lo hanno portato a prendere la decisione di trasferire la kermesse dalla località delle Dolomiti a Roma. Il giornalista parla anche della situazione culturale italiana e commenta la situazione dei premi letterali italiani...

Il responsabile dell’importante rassegna culturale spiega i motivi che hanno portato a cambiare la location della kermesse estiva di politica, attualità e cultura

MILANO – Un divario consistente tra la percezione attuale che si ha all’esterno di Cortina e la “sobrietà” che da 10 anni caratterizzano la kermesse culturale InconTra. Così spiega Enrico Cisnetto, giornalista e responsabile della rassegna culturale InConTra, i motivi che lo hanno portato a prendere la decisione di trasferire la kermesse dalla località delle Dolomiti a Roma. Il giornalista parla anche della situazione culturale italiana e commenta la situazione dei premi letterali italiani.

Perché è stata chiusa Cortina InConTra?
Cortina InConTra è stata sospesa, con la speranza di una chance di recupero in futuro. La motivazione è legata ad una cattiva percezione di Cortina come luogo di villeggiatura da parte di alcuni sponsor e alcune personalità habitué dell’evento. Cattiva percezione dovuta, in particolare, al cambiamento di clima, legato alla crisi ed alle tensioni sociali degli ultimi tempi, non ultimo il blitz dell’Agenzia delle Entrate lo scorso Natale che ha fatto identificare Cortina come un luogo dell’evasione fiscale. C’è stato negli ultimi tempi un errore della comunicazione di Cortina di sé stessa. Un’immagine diversa da quella che proiettavamo noi:  un posto dove la gente, in vacanza, aveva il piacere di partecipare ad eventi in cui si parlava di economia, cultura, scienza, arte. Dopo questa decisione, la reazione del sindaco Andrea Franceschi, il quale ha affermato “meno male che se vanno i maleducati e cafoni”, potrebbe far diventare questa nostra decisione definitiva. 

 

Cosa cambia nell’edizione di Roma?
Con luglio, concludiamo il primo anno di “Roma InConTra”, figlia dell’esperienza di Cortina. Decidendo di trasferirci da un posto di vacanza come Cortina per sbarcare nella Capitale d’Italia, dove il taccuino degli appuntamenti è fittissimo, dovevamo tener conto delle diversità del luogo. Abbiam dovuto, quindi, distinguerci per il tipo d’offerta, per la qualità del contenuto, per il tipo di argomenti scelti. Dopo un anno, il bilancio è positivo. Di conseguenza, abbiamo intenzione di rafforzare l’evento di Roma, attraverso l’organizzazione di più incontri che abbiano cadenza settimanale il lunedì e rendendolo un evento televisivo.

Quanto è importante promuovere la lettura e la cultura?
La lettura è sicuramente inferiore alle potenzialità del Paese e del suo patrimonio storico-culturale. Prima di noi, a Cortina gli appuntamenti consistevano esclusivamente nel dare spazio agli autori ed al loro libro. Con il nostro arrivo, abbiamo pensato di cambiare la formula, rendendola meno commerciale è più puntata ad esplorare specifici argomenti. L’idea vincente è stata quella di pensare che il libro fosse l’occasione per esplorare un tema; partendo dal libro, traggo degli argomenti e su questa base costruisco il titolo dell’appuntamento, il panel, i partecipanti. Parliamo del libro in una modalità diversa, che ne ha segnato il successo.

Cosa ne pensa dei premi letterari in Italia?
Trovo che ci siano due carenze fondamentali: abbiamo alcuni marchi (Strega, Campiello) che sono ottimi e molto conosciuti. Gli appuntamenti e le serate finali che sono legati a questi marchi, sono meno efficaci rispetto alle potenzialità del marchio. Si potrebbe fare di più e meglio. Penso che andrebbe fatta una valutazione meno conservativa delle formule di questi eventi. Occorre ripensare i meccanismi con cui questi eventi vengono promossi, perché sono marchi importanti, che fanno vendere i libri e incidono sul mercato. Inoltre, occorrerebbe organizzare premi legati non solo alla letteratura, ma anche alla saggistica.

 

13 luglio 2012

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