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“Elogio della follia”, il libro che ha ispirato Silvio Berlusconi

Il libro con cui diamo inizio alla giornata è "Elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam, un grande classico della letteratura mondiale che ha ispirato moltissimi lettori, fra cui Silvio Berlusconi, scomparso ieri all'età di 86 anni.

Il libro che scopriamo oggi, se di scoperta si può parlare, è uno dei più grandi classici di tutti i tempi, “Elogio della follia“, il capolavoro di Erasmo da Rotterdam che ha ammaliato ed ispirato milioni di lettori, fra cui Silvio Berlusconi, recentemente scomparso dopo un periodo di malattia e diversi ricoveri in ospedale.

La nascita dell’opera

“Elogio della follia”, il cui titolo originale è “Moriae encomium”, nasce dal soggiorno di Erasmo in Inghilterra, dove l’intellettuale viene ospitato dall’amico Tommaso Moro. In poco più di una settimana, Erasmo da Rotterdam concepisce un’opera che gioca su più punti di vista e, soprattutto, mette in campo una sferzante satira.

Il capolavoro rivela la sua doppia valenza anche a partire dal titolo, che può essere letto sì come “Elogio della follia”, ma anche come “Elogio di Moro”. Il libro arriva dopo un periodo di malattia ed ozio forzato che costringono Erasmo a letto, facendogli sperimentare momenti di pace e solitudine che inducono il pensatore a riflettere sulla vita e sull’essere umano.

Ciò che viene fuori da tali circostanze è un grande classico della letteratura mondiale, pubblicato a Parigi nel 1511 e subito tradotto in molti idiomi e pubblicato in altrettanti paesi, nonostante l’incredulità di un autore che aveva scritto un’opera per sé e per i suoi amici, per puro divertimento. “Elogio della follia”, invece, ha ispirato i lettori di tutti i tempi, fra cui il compianto Silvio Berlusconi, che ne ha curato anche un’edizione speciale contenente una sua densa prefazione.

La prefazione di Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi ha profondamente amato “Elogio della follia”. Nel 1990, ha dedicato all’opera uno spazio nella sua collana di classici, curandone anche la prefazione:

A farmi conoscere l’Elogio della follia fu, ai tempi dell’Università, un amico molto caro. Avevamo avuto una discussione piuttosto accesa, in cui a più riprese mi ero sentito dare del visionario, non ricordo più per quale motivo. L’indomani mi vidi recapitare una copia del capolavoro di Erasmo in un’edizione Einaudi, con una singolare dedica:Vedrai che ti ci ritrovi.

Cominciai perciò a leggere. Subito mi catturò l’ammirabile dedica a Tommaso Moro, che già conoscevo per l’Utopia: non riuscii a staccarmi dalla lettura se non dopo aver terminato l’ultima riga della splendida, autoironica conclusione.

Al di là dello stile sempre scintillante, sorretto da una straordinaria intelligenza e da una sconfinata, sapida erudizione, al di là del riuscitissimo gioco degli specchi tra apparenza e realtà, ragione e assurdo, saggezza e follia, ad affascinarmi nell’opera di Erasmo fu in particolare la tesi centrale della pazzia come forza vitale creatrice: l’innovatore è tanto più originale quanto più la sua ispirazione scaturisce dalle profondità dell’irrazionale. L’intuizione rivoluzionaria viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda.

È solo in un secondo tempo che si afferma, viene riconosciuta, poi accettata e persino propugnata da chi prima l’avversava. La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria «pazzia».

Tutti noi abbiamo certo riscontrato più volte la profonda verità di questa tesi. E nella mia vita di imprenditore sono stati proprio i progetti a cui più istintivamente mi sono appassionato contro l’opinione di tanti, anche amici cari, i progetti per i quali ho voluto dar retta al cuore più che alla fredda ragione, quelli che hanno poi avuto i maggiori e più decisivi successi.

Ma l’Elogio della follia è uno dei pochi libri che da quella lontana prima volta tengo a portata di mano, offre tante altre chiavi di lettura, come ogni vero capolavoro. In questi ultimi tempi sono portato ad ammirare l’eccezionale ricchezza dell’arte della comunicazione che vi è dispiegata.

Come l’uso istintivo, magistrale, della battuta arguta, del motto di spirito, dell’immagine incisiva, del tono apparentemente lieve e scherzoso per affermare verità anche amare e sostenere coraggiose posizioni morali. Un libro dunque che trascende ogni tempo, da rileggersi anche oggi e non solo per divertimento ma anche per apprendimento dall’uomo di studio e soprattutto dall’uomo di azione.

“Elogio della follia”, la sinossi

La celebre operetta di Erasmo immagina che la Follia sia una dea, la quale, davanti a una piccola folla meravigliata, mostra quanti e quali benefici riceva dalla sue mani e come, senza il suo intervento, nulla nella vita sia piacevole, conveniente o sopportabile. Dall’alto del suo podio, la Follia delinea così un quadro immortale dell’umanità, passando in rassegna tutti i vizi incarnati in varie categorie di persone e personaggi, non risparmiando né re né papi, con una satira feroce che colpisce ogni tempo.

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