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Chi è Edith Bruck, l’autrice nominata Cavaliere di Gran Croce

Vi raccontiamo la storia di Edith Bruck, scrittrice di origine ungherese sopravvissuta a agli orrori dei campi di concentramento nazisti.

Questa mattina Edith Bruck si è presentata al Quirinale ed è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un altro importante avvenimento ha toccato la vita di questa elegante signora che da sempre racconta la sua storia per tenere viva la memoria.

L’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale la scrittrice Edith Bruck alla quale ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. “È stata una cosa meravigliosa. Inimmaginabile per il mio impegno” ha commentato la scrittrice “Quando l’ho saputo mi sono messa a piangere e questo penso sia il massimo che posso ricevere. Non posso aspettarmi altro”.  Edith Bruck ha ricevuto la nomina poco tempo dopo essere stata visitata da Papa Francesco, fortemente colpito dalla lettura del suo ultimo libro “Il pane perduto” candidato al Premio Strega.

“Raccontare è un dovere morale, ascoltano più di quando la gente pensi, c’è l’ascolto e con questo mi ripagano della fatica, vale la pena sempre andare nelle scuole, entro con un po’ di ansia ma esco con l’anima più leggera perché hanno capito e ascoltato”

L’incontro con Papa Francesco

Sabato 17 aprile Papa Francesco ha fatto visita alla scrittrice dopo essere rimasto particolarmente colpito dalla sua storia. “Sono venuto qui da lei per ringraziarla della sua testimonianza e rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista e con sincerità le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono Signore a nome dell’umanità” ha affermato il Pontefice. Bruck, profondamente commossa dalla visita ha dichiarato che ciò che maggiormente le è rimasto impresso del Papa è stato il profondo senso di umanità e di dolcezza che è in grado di trasmettere.

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La vita di Edith Bruck

Edith Bruck è nata nel 1931 in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua. Da sempre racconta la sua drammatica esperienza di deportata per tenere viva la memoria di ciò che è stato e fare in modo che non si ripeta. Nel 1959 esce il suo primo libro “Chi ti ama così”, un’autobiografia che racconta l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti “Andremo in città”, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film.

“Il pane perduto”

A sessant’anni dal suo primo libro, Edith Bruck ricomincia l’odissea della sua vita nei lager nazisti. Racconta gli orrori e la fatica, il dolore e la sopravvivenza a quella morte tante volte sfiorata. Il supporto della sorella Judit durante la prigionia, le tante vite perse, comprese quelle dei genitori, e sempre portate nel cuore. Quello ne “il pane perduto” è un racconto fatto di macerie reali ed emotive che hanno portato l’autrice ad essere la donna che è oggi, che si è trovata a domandarsi cosa farne di questa salvezza. Bruck descrive l’estraneità rispetto ai suoi stessi familiari che non hanno i lager, il tentativo di insediarsi in Israele e di inventarsi una vita tutta nuova, fino all’arrivo in Italia.

Edith Bruck continua a portare la sua storia in giro per il Paese, per raccontare la crudeltà e il degrado dell’uomo in bestia feroce davanti ai più deboli, per fare in modo che si resti vigili su ciò che è stato e che, purtroppo, sembra voler tornare.

Alice Turiani

 

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