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Dal Penguincubator al Biblio-mat, la storia dei distributori automatici di libri

Rimangono tutta la notte lì. Fermi. Con lo stomaco pieno, aspettando quei pezzi di metallo che alleggeriscono un po’ il peso. I distributori automatici sono colmi di tutto ciò di cui non potremmo fare a meno...
L’Huffingtonpost ripercorre la storia e le idee che hanno portato alla vendita automatica dei libri

ROMA – Rimangono tutta la notte lì. Fermi. Con lo stomaco pieno, aspettando quei pezzi di metallo che alleggeriscono un po’ il peso. I distributori automatici sono colmi di tutto ciò di cui non potremmo fare a meno. C’è un motivo dietro la scelta dei prodotti esposti nelle macchinette; dalle sigarette agli anticoncezionali, dalla cioccolata alla Coca-Cola. E c’è un motivo, forse addirittura più forte, dietro la nascita del primo distributore automatico di libri.

IL PRIMO DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI LIBRI –  Nell’Inghilterra del 1822, Richard Carlile era un libraio con l’intenzione di vendere anche titoli rivoluzionari, anticonformisti e per farlo inventò una macchina self service che li erogasse, senza che la vendita fosse riconducibile a lui. Probabilmente il processo non era del tutto automatizzato, infatti uno dei dipendenti di Richard Carlile fu incolpato per la diffusione di materiale blasfemo. Da questo primo esperimento nacquero altre forme, altri contenuti e motivi per vendere i libri attraverso le macchinette.

LONDRA E IL SUO PROGETTO ORIGINALE – Nel 1937 apparve a Londra un nuovo esemplare automatico e i titoli disponibili avevano lo stesso prezzo di un pacchetto di sigarette. L’idea fu di Allena Lane, fondatore di Penguin Books. La sua opera rivoluzionaria, al di là della forma e del modo particolare di vendere, nacque da una semplice necessità, da un motivo riscontrabile dietro molti lettori. A. Lane di ritorno da un weekend con Agatha Christie nel Devon, si trovò fermo alla stazione Exeter a cercare dei libri che potessero accompagnarlo nel viaggio di ritorno. Rimase sconvolto e deluso dalla selezione dei titoli disponibili. Così si convinse che la buona narrativa contemporanea doveva essere reperibile, non solo nelle librerie tradizionali, ma anche nei chioschi o nelle tabaccherie e ad un prezzo convincente. “Penguincubator”, il distributore automatico dei classici della letteratura, fu il risultato originale di un’idea semplice come la risposta ad un bisogno. Le capacità editoriali di Allen Lane vanno comunque oltre questa formula di vendita, che nonostante l’istallazione presso la stazione Charing Cross di Londra, non trovò mai una diffusione tale da creare un forte impatto sul mercato.

IL MONDO E LE SUE IDEE – L’idea di un distributore automatico di libri continuò ad aleggiare nell’aria e il suo fascino si espresse ancora in altre vesti e con ulteriori cambiamenti. Oggi, in Giappone, si distribuiscono automaticamente libri in formato tessere e fumetti dalle dimensioni di un elenco telefonico. In California, la Biblioteca Fullerton ha installato una macchinetta che permette di leggere best-seller gratuitamente, basta essere in possesso della tessera. L’anno scorso a Toronto, la libreria “Monkey’s Paw “ presentò la BIBLIO-MAT, il primo distributore automatico al mondo di titoli di seconda mano al prezzo di 2 dollari canadesi. La caratteristica principale però era che i libri non venivano selezionati, ma inserendo i soldi scendevano titoli a random. Il bisogno crea un’urgenza grazie alla quale i progetti prendono velocemente forma. Innumerevoli possono essere i modi. Per un motivo, l’uomo si adopera. E per caso scopre la via giusta.

Sofia Di Giuseppe

13 settembre 2013

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