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Dacia Maraini, “Lo scrittore è un palombaro, porta in superficie oggetti nascosti”

La scrittrice ha inaugurato Pordenonelegge con Piera degli Esposti ed ha ripercorso una vita vissuta e scritta con intensità, con curiosità, con passione

PORDENONE – Inizia in modo diverso Pordenonelegge, giunta alla sua diciassettesima edizione. Piera degli Esposti legge alcuni brani di  Dacia Maraini  tratti da Bagheria, da  La lunga vita di Marianna Ucria e da un articolo su Terry Schiavo comparso sul Corriere della Sera. “La prima scrittrice – racconta il direttore editoriale della manifestazione Gianmario Villalta – ad aprire Pordenonelegge. Una scrittrice che ha attraversato il Novecento e che ne conserva fertile memoria”.

 

LE DIFFICOLTA’ DELLO SCRIVERE OGGI – Oggi il mondo , soprattutto quello editoriale, è cambiato e la globalizzazione detta nuove regole. “Impone – racconta la scrittrice – di scrivere anche un romanzo all’anno e le regole del mercato determinano che sia la quantità a primeggiare sulla qualità. Gli scrittori vivono in questo mondo e possono resistere”. “Ho utilizzato – dice Dacia Maraini – già l’immagine dello scrittore palombaro, cioè colui che porta in superficie oggetti nascosti. Lo scrittore non inventa nulla, ma pesca nell’inconscio collettivo e fa emergere le verità nascoste”

 

IMBARBARIMENTO DEL LINGUAGGIO – Sul piano pratico, gli scrittori come possono aiutare i piccoli editori e i giovani scrittori? “Anche questa è una forma di resistenza – dice la scrittrice- cioè il fatto che a fronte dell’esistenza di colossi editoriali, ci sia poi una frantumazione di piccoli editori che noi possiamo aiutare, magari scrivendo qualche prefazione o pubblicando qualche breve racconto”. Il problema è molto complesso perché vi rientrano i costi della distribuzione e la quantità esagerata di volumi pubblicati, il 40 per cento dei quali – dicono i librai – non viene venduto. Neanche una copia. “ Un massacro – commenta la Maraini – dettato dal tutto e subito dei nostri tempi . Tempi in cui si assiste a un imbarbarimento del linguaggio, troppo ricco di anglismi e di facili neologismi facili. Ma ancora lo scrittore può resistere e proporre una sua visione, una sua cifra stilistica, che contrasti l’impoverimento generale. Saranno poi le generazioni successive a determinare se qualcosa è rimasto.

 

L’AMICA PIERA DEGLI ESPOSTI – A Piera degli  Esposti,  Dacia Maraini ha dedicato un libro, Storia di Piera, in cui racconta la storia complessa e difficile dell’attrice, opera scandalosa, poi divenuta un film di Marco Ferreri con Marcello Mastroianni.  L’amicizia nacque per motivi professionali perché Dacia Maraini  doveva scrivere una “ Medea” modellata su Piera degli Esposti, ma l’urgenza della storia personale di quest’ultima prevalse e da lì nacque un’amicizia affettuosa celebrata a Pordenonelegge.

 

DIFFERENZE UOMINI E DONNE – Ed infine le donne, protagoniste dei suoi romanzi, vittime di uomini su cui la scrittrice ha sempre sospeso il giudizio perché “ Gli uomini non nascono cattivi e diversi da noi. Non è la biologia a distinguerci ma sono l’educazione e la cultura. La violenza sulle donne da parte di uomini prepotenti è un fatto culturale.” Le donne, per educazione, sono spinte a sublimare maggiormente di quanto siano abituati gli uomini, spesso sottoposti a ordini contraddittori: “ Non uccidere”, ma anche “ Vai in guerra e uccidi”. E di fronte a una formazione confusa e disorganica gli uomini reagiscono , prima di tutto, come essere umani e cioè d’istinto, solo in un secondo momento agisce l’etica e la regolamentazione. “ La psicologia – conclude la scrittrice – è figlia della storia”.

 

Alessandra Pavan

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