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Crisi Ucraina, 5 scrittori ucraini che si sono opposti alla Russia

Scopriamo 5 scrittori e poeti ucraini che attraverso le loro opere hanno voluto rivendicare l'identità della propria nazione nei confronti di chi tentava di opprimere la loro terra, in particolare i russi. 

E’ delle scorse ore la notizia che l’esercito russo, su ordine di Putin, è entrato nei territori delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. L’Ucraina è stata da sempre scenario di interessi per diverse nazioni: Polonia, Turchia, Russia e un tempo quello che era l’impero Austro-ungarico hanno cercato nel corso dei secoli di impossessarsi di questa nazione per motivi economici, imperiali, strategici.

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Nonostante questo, gli ucraini sono sempre riusciti a salvare la propria identità e la propria lingua, nonostante fosse stata proibita in diversi periodi storici. Tutto ciò ha portato diversi poeti e scrittori ucraini a realizzare opere per denunciare l’oppressione straniera e rivendicare l’identità della propria nazione. Scopriamo 5 scrittori ucraini che attraverso le loro opere ed i loro libri hanno voluto rivendicare l’identità della propria nazione nei confronti di chi tentava di opprimere la loro terra, soprattutto la Russia. Scrittori e poeti appartenenti a diverse epoche, uniti però da un unico scopo: rivendicare l’indipendenza dell’Ucraina e l’importanza di lottare per la propria libertà e identità, uno scopo che ritorna come un fil rouge nelle loro opere.

Nikolaj Gogol

Scrittore e drammaturgo nato il 1° aprile 1809 a Velyki Soročynci, Ucraina e morto il 21 febbraio 1852 a Mosca, Russia,  Nikolaj Gogol è considerato uno dei grandi della letteratura russa, considerato “di casa” sia a Kiev che a Mosca. Già maestro del realismo, si distinse per la grande capacità di raffigurare situazioni satirico-grottesche sullo sfondo di una desolante mediocrità umana. Tra le opere più significative si ricordano i racconti Taras Bul’ba (1834) e Arabeschi (1835), la commedia L’ispettore generale (1836), la raccolta Racconti di Pietroburgo (1842) e il romanzo Le anime morte (1842). In “Taràs Bul’ba“, Gogol racconta la storia del vecchio e valoroso guerriero Taras e dei suoi due giovani figli, Ostap e Andrij. Ambientato nell’Ucraina cosacca, in un’epoca non ben definita tra XV e XVII secolo, l’opera racconta l’idea di patria di Taras, sinonimo di fratellanza cosacca.

Taras Shevchenko

Tra gli scrittori ucraini ricordiamo anche Taras Shevchenko (Morynci, 9 marzo 1814 – San Pietroburgo, 10 marzo 1861) che è stato un poeta, scrittore, umanista e pittore ucraino. La sua eredità letteraria è ritenuta uno dei pilastri della moderna letteratura ucraina e, in senso più ampio, della stessa lingua ucraina. Nelle sue poesie ha sempre voluto rivendicare la libertà dell’Ucraina e l’identità di una nazione discendente dai cosacchi e ben diversa da quella del popolo russo, come ad esempio nel suo poema “Il Sogno” (“Figlio”). In esso veniva aspramente criticata la politica imperiale e, poiché tali giudizi erano considerati estremamente pericolosi qualora provenissero da un uomo sospettato di fare parte di un’organizzazione sovversiva, fu punito molto severamente. Per questo, Shevchenko fu dapprima rinchiuso in una prigione di San Pietroburgo. e quindi esiliato come soldato semplice nella guarnigione di Orenburg di stanza a Orsk, nei pressi degli Urali.

Lessia Ukrainka

Larysa Petrivna Kosač-Kvitka (25 febbraio 1871 – Surami, 1º agosto 1913) è stata una poetessa ucraina. Nota in patria con lo pseudonimo di Lesja Ukrainka, con le sue opere poetiche fu sostenitrice della dignità e dell’indipendenza culturale del suo paese. Le sue prime opere poetiche trattano della natura, dei suoi luoghi natali, delle sue esperienze personali. Raggiunse l’apice nella poesia però solo a fine secolo, quando pubblicò Blakytna troianda (“La Rosa Azzurra”) del 1896, in cui descrive la vita dell’intellighenzia ucraina. Questo fu l’inizio del nuovo genere, chiamato “poema drammatico”, a cui la poetessa fu dedita per il resto della sua breve vita.

Ivan Franko

Tra gli scrittori ucraini indipendentisti troviamo Ivan Franko (27 agosto 1856 – maggio 1916); egli è stato un poeta, scrittore, giornalista, critico letterario, traduttore, economista e attivista politico socialista ucraino. Con Taras Shevchenko è ritenuto uno dei poeti e scrittori più influenti della letteratura ucraina. La produzione poetica di Franko comprende circa cinquemila poesie, in parte raccolte in alcune collezioni. La storia biblica del profeta Mosè che portò in salvo il popolo ebraico dalla schiavitù egizia gli fu di ispirazione per il suo poema più famoso, “Moisei”, basato in parte su materiale autobiografico. Scritta nel 1905 e pubblicata nel 1912, l’opera gli venne ispirata dalla scultura di Michelangelo, ammirata durante un viaggio Italia compiuto nel 1904. Il poema è centrato sulla figura di un profeta visionario, con il quale Franko si identifica, che preannuncia la nascita di una nuova nazione, ed è dedicato al “mio popolo, torturato e sopraffatto”, diviso in due tra l’Impero asburgico e l’Impero zarista. George Shevelov definì quest’opera “il secondo testamento della nazione ucraina”, dopo quello di Taras Shevchenko.

Lina Kostenko

Nata il 9 marzo 1930, Lina Kostenko è una poetessa e scrittrice ucraina. Dopo il diploma presso l’Istituto di Letteratura “Maxim Gorky” di Mosca nel 1956. Lina pubblica tre raccolte di poesie: Prominnja Zemli (I raggi della terra) nel 1957, Vitryla (Le vele) nel 1958 e Mandrivky sercja (Pellegrinaggi del cuore) nel 1961. Questi libri divennero subito molto popolari fra i lettori ucraini, ma dovettero essere mantenuti sotto silenzio per la sua insubordinazione alle autorità sovietiche. La raccolta di poesie Zòrjanyj integràl (Integrale stellare) venne distrutta perché accusata di “formalismo” e “calunnie alla realtà sovietica”; tali opere ebbero però circolazione clandestina.

 

 

 

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