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Come viene stampato un libro

Lo abbiamo chiesto al Presidente di Grafica Veneta Fabio Franceschi, Amministratore unico dell'azienda che in un anno lavora 40mila tonnellate di carta

MILANO – Ben 200 milioni di copie l’anno, 40 ai 45 autotreni carichi di libri al giorno in giro per consegnare nelel librerie i libri stampati. Sono questi alcuni dei numeri di Grafica Veneta, una fra le più importanti aziende europee del settore specializzata nella stampa di romanzi, gialli, saggi, cataloghi, elenchi telefonici, volumi e riviste per ogni angolo del pianeta. Abbiamo intervistato il Presidente ed Amministratore unico Fabio Franceschi per farci raccontare come viene stampato un libro e quali sono le ultime tecniche volte al risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento.

Da dove proviene la carta che si utilizza per la stampa dei libri?

Ci riforniamo da anni presso le cartiere europee  per affidabilità e competenza nel settore. Il  cammino aziendale verso l’economia green è cominciato proprio con la scelta di materiale certificato Fsc (certificazione internazionale specifica per il settore forestale e i prodotti derivati dalle foreste). Il nostro stabilimento consuma 40mila tonnellate l’anno di carta pari a 107 ton al giorno. Tutelare l’ambiente e salvare i boschi impiegando soluzioni che rigenerano le foreste favorendo il principio del riciclo è la nostra mission, se non fosse così non saremmo a tutti gli effetti tra i più grandi siti industriali a livello europeo. Tutti gli investimenti in fabbrica dalla alta tecnologia ai materiali usati vanno in questa direzione risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento. La bellezza del territorio fa i conti con la presenza di industrie come Grafica Veneta, che non deve essere impattante ma conciliabile con le esigenze del cittadino, del consumatore di chi vuole leggere un libro e condividere con la società che nessuno albero è stato abbattuto per la sua realizzazione.

Sempre più realtà produttive si stanno spostando verso il riciclo e l’economia circolare. Ciò riguarda anche il mondo della stampa e dell’editoria? In che modo?

Le nuove frontiere dell’economia ci appassionano da sempre: la lotta allo spreco e la valorizzazione dei prodotti sono alla portata di tutti, non solo del nostro mondo. L’economia circolare sposa le esigenze del ciclo produttivo, ma anche la storia di questa terra, il nord est. Le generazioni prima di noi hanno sempre suggerito di non sprecare, reinvestire, recuperare. Il nostro modello di sostenibilità parte dalla volontà di assumere collettivamente la responsabilità e sostenere un’industria più verde, in modo da adottare un modello responsabile. Parliamo di crescita anche nella diversificazione e nel riutilizzo, non solo di decrescita felice.

Cosa si può fare per ottimizzare ed aumentare la sostenibilità di questo processo di lavorazione?

Il mercato che ci sta più sorprendendo è quello americano. Sembrava che lì esistessero solo i social e internet, invece ci stanno contattando gli editori di punta. Il libro cartaceo è cresciuto del 5% ed è considerato sempre più come un bene da lasciare in eredità, da regalare, da sistemare in una bella libreria. Noi stavamo investendo parecchio sul prodotto digitale. Ma la tecnologia sta correndo al punto tale che il formato digitale di oggi non potrai consumarlo fra cinque anni perché cambieranno i supporti. E la gente l’ha capito. Un libro di carta, invece, è per sempre.

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