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Chiude il punto.Lettura Nati per Leggere di Napoli

"Scelta sconcertante". La reazione dei membri del coordinamento nazionale Nati per Leggere in una lettera aperta

MILANO – Il Comune di Napoli ha deciso di non concedere più gli spazi del PAN | Palazzo Arti Napoli per le attività del punto Lettura Nati per Leggere, svolte dal 2011. “Tale decisione ci sorprende – affermano dall’Associazione Italiana Biblioteche, l’Associazione Culturale Pediatri, il Centro per la Salute del Bambino onlus, fondatori e responsabili del programma nazionale Nati per Leggere (NpL) – e ci sconcerta quanto affermato in merito da Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo e dal sindaco Luigi de Magistris”.

LA LETTERA – I responsabili  del programma nazionale Nati per Leggere (NpL) ritengono necessario esprimere la propria posizione attraverso uan lettera firmata dai vari membri del coordinamento nazionale. Eccola di seguito:

“Nati per Leggere non è il prodotto di una associazione locale, né un progetto a termine. È un programma attivo su scala nazionale dal 1999, è riconosciuto come buona pratica dalla Commissione Europea (progetto ELINET sulla promozione della literacy), ha ricevuto premi e riconoscimenti nazionali e internazionali (nel 2016, il Premio Nonino, ritirato, ricordiamo, anche da due volontarie campane), opera su tutto il territorio nazionale attraverso il lavoro di migliaia di professionisti e molte migliaia di volontari, ha inciso significativamente sulle abitudini di lettura delle famiglie e sull’editoria per l’infanzia. Non può quindi, con ogni evidenza, essere messo sullo stesso piano di attività, pur utili, di gioco, pittura, fotografia etc. che il Comune di Napoli si propone ora di avviare nei locali del PAN. Inoltre, se come affermato dallo stesso assessore Daniele, la finalità è quella di contrastare la povertà educativa ed emotiva dei bambini, appare ovvio che occorra impostare un lavoro caratterizzato dalla continuità, non limitato ad una presenza episodica, dal coinvolgimento di diversi attori istituzionali e non, dal radicamento territoriale. È infatti la sinergia tra tali attori e modalità a far sì che buone pratiche educative trovino spazio nelle abitudini delle famiglie e incidano sullo sviluppo complessivo dei bambini, con un significativo impatto sul territorio. Servono quindi biblioteche per bambini e ragazzi – di cui Napoli è scandalosamente priva – servono pediatri di famiglia consapevoli e impegnati, servono servizi per l’infanzia ed educatori, servono i volontari, serve quindi proprio quella rete di collaborazione che Nati per Leggere ha saputo negli anni costruire a Napoli e in Campania, come anche in tante parti d’Italia e che sola può, appunto, garantire radicamento territoriale, continuità, precocità di intervento a partire dai primi mesi di vita e universalità dei contatti fino a toccare le zone meno servite. Questo è quanto NpL offre da tempo alla città di Napoli, un servizio preziosissimo a sostegno delle famiglie e dello sviluppo dell’infanzia, svolto nella più totale gratuità.

Il Comune di Napoli ha aderito formalmente a Nati per Leggere nel 2012 e firmato un protocollo d’intesa nel quale individuava un proprio spazio istituzionale presso il PAN, dove sviluppare il Programma. Nati per Leggere, attuando il protocollo, ha incontrato circa 7000 bambini e le loro famiglie, rendendo il punto Lettura NpL del PAN un punto di riferimento ben visibile e una testimonianza dell’impegno dell’Amministrazione Comunale nella tutela dei diritti dell’infanzia.

Ci restano quindi difficilmente comprensibili i motivi per i quali il Comune ha voluto rinunciare a questo apporto. Ma vogliamo credere che ci sia modo e tempo per porre rimedio. E vogliamo leggere nelle dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale, oltre ad una ancora insufficiente comprensione del significato e della portata della collaborazione fino ad oggi realizzata, anche una disponibilità a rifondarla su nuove basi.

Questo per restituire a Nati per Leggere Campania – che continua a lavorare tramite decine di presidi, in quartieri, ambulatori, ospedali, carceri – un punto di riferimento significativo e testimone della volontà non tanto di una singola amministrazione, esposta come ovvio alle intemperie della politica, ma della città intera di investire nell’infanzia e nelle buone pratiche che possono offrire opportunità di crescita e sviluppo”.

Coordinamento nazionale Nati per Leggere

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