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Chi è il serial killer delle librerie?

Sabato 15 novembre alla libreria Scaldapensieri, presidio culturale in zona Corvetto, a Milano, ci sarà una grande festa. L'hanno organizzata perché la libreria chiude, è un brindisi...

Sabato 15 novembre alla libreria Scaldapensieri, presidio culturale in zona Corvetto,  a Milano, ci sarà una grande festa. L’hanno organizzata perché la libreria chiude, è un brindisi, per ‘ sconfiggere le lacrime con sorrisi e abbracci che scaldano….i cuori e non solo i pensieri’.

Non è che l’ennesimo caso, in Italia. Le librerie si dissolvono come neve al sole, i librai non hanno più forza, denaro,  per resistere all’ esondazione dell’ignoranza. L’Italia è uno dei paesi in cui si legge meno.  Esiste un perché?

C’è chi invoca una riforma della scuola, chi un approccio differente da proporre ai giovani, chi impreca contro l’incalzare di Amazon e affini (ma chi non legge non compra libri nemmeno on line…), chi lamenta  l’esagerato costo dei libri (ma non funziona neppure il crossbooking…).

Io ho fatto  della lettura un punto di partenza. E’ diventato un lavoro. 

Eppure a casa mia giravano pochissimi libri, i miei leggevano a fatica (per tanti motivi). Mio fratello maggiore leggeva i libri che gli indicavano a scuola. Faceva letteratura francese, dunque sullo scaffale accanto al suo letto c’erano libri di autori francesi. La copertina grigia, i titoli in nero., credo fossero edizioni BUR. Nessuno mi diceva di leggerli o di non leggerli.  Non c’era censura, non c’era incoraggiamento.

Io li divoravo, anche se avevo soltanto dodici anni. Dopo i francesi, i russi.  Mi appassionavano, non mi bastavano mai. Sono diventata una lettrice compulsiva. Per dire, ho letto perfino la Bibbia, da ragazzina, i miei la stavano acquistando a fascicoli, era un’edizione incredibile. Forse il merito del mio piacere a evadere dalla realtà lo devo anche  alla scuola, ma parlo delle elementari. C’era un momento, in quinta, chiamato Lettura. La maestra mandava due di noi a ritirare in segreteria le cassette contenenti  le copie per ognuno di noi e, a turno, si leggeva ad alta voce. Ricordo Cuore, di De Amicis. Ma anche il Giornalino di Giamburrasca.  Poiché soffrivo di stress da apprendimento (per tanta motivi, anche qui, ma davanti al foglio bianco spesso anche la mia mente sbiancava, chi l’avrebbe detto che avrei scritto poi tanto), quella pausa era come una gita, una boccata d’aria fresca. Mi veniva da piangere quando finiva. Ero un caso? Non so, non credo

 In Italia non si legge, dire il perché è difficile, certo lo snobismo dei lettori colti è opprimente, la distinzione fra letteratura di genere, oppure classica, mainstream eccetera mi pare spesso stucchevole.

Dicevo che ho fatto della lettura e della scrittura il mio pane, letteralmente, non letterariamente. Le librerie sono sempre state i miei luoghi di culto.

Oggi molte librerie chiudono, i librai piangono lacrime vere, il muro dell’ignoranza non ci fa più rimbalzare. Ci avvolge come un tempo ci avvolgeva la nebbia (non c’è più nemmeno quella, a Milano). Le gente non legge, non sa più coniugare i verbi, i tempi, scegliere le parole. Ovunque mi danno del tu, benché io sia ormai vecchia. Non è simpatia, è ignoranza, analfabetismo di ritorno dovuto a mancanza di esercizio e di lettura. Coloro che danno del tu lo fanno perché non  saprebbero come continuare, come usare i tempi verbali da abbinare alla terza persona.

 Chi è l’assassino delle librerie? La famiglia? La scuola? I costi dei libri? Io non ho risposte, onestamente.

Per consolarvi/mi vi lascio un’indicazione: rimarrà e anzi riprenderà vita il blog della libreria.

Un buon consiglio, se non sapete che libro scegliere, qui non mancherà.

Gloria Ghisi

14 novembre 2014

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