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Che ruolo hanno gli influencer dei libri?

Durante Bookcity c'è stato un evento, organizzato in collaborazione con Laboratorio Formentini, per spiegare chi sono i Book Influncer, cosa fanno e qual è il loro ruolo nel panorama editoriale

Quello dei Book influencer è un mondo che esiste da diverso tempo, ma ha conosciuto nuovo slancio negli ultimi anni grazie ad alcune piattaforme social, soprattutto Instagram. Attraverso i post e le stories, chiunque può condividere le proprie letture, commentarle, interagire con altri lettori e arrivare, a volte, a influenzare le decisioni di acquisto degli utenti. Nell’ambito di BookCity si è svolto un incontro tra tre Book influencer, Giulia Ciarapica (@giulia_ciarapix), Francesca Crescentini (@tegamini) ed Elena Giorgi (@lettricegeniale), per spiegare in cosa consiste il loro ruolo e rispondere a qualche critica.

Influencer, oltre i pregiudizi e le definizioni

Spesso il termine “Influencer” si porta dietro un significato negativo, dispregiativo, ed è per questo che Giulia Ciarapica ha creato la sua rubrica “Book influencer a chi?”. “È una rubrica che ho iniziato sul mio blog, un titolo provocatorio per rispondere a tante cose provocatorie che sono state dette. A volte i termini Book influencer, Book blogger, si usano in modo dispregiativo e facendo confusione. Siamo qui proprio per allargare la conoscenza su questo mondo, stratificato e complesso”.

Elena Giorgi ci tiene a precisare: “io mi sento tanto lettrice ma poco Book influencer. Amo leggere e ho voglia di condividere con altri questa passione, ma faccio fatica a vedere questo ruolo in maniera professionale. Anche se è vero che entrando nel mondo dei social si crea una community che si affeziona e che ascolta quello che dici.”

Francesca Crescentini è un’influencer a tutto tondo e, arrivando da studi editoriali, tra i vari aspetti della sua vita condivide inevitabilmente anche quello legato ai libri. “Ho lavorato in una casa editrice, traduco, e racconto i libri più dal punto di vista di un’addetta ai lavori. I libri sono un po’ la mia isola felice, quindi è inevitabile che io ne parli, ma nessuno di noi pretende assolutamente di salvare l’editoria”.

Social e letteratura, un’unione possibile se si sa come farlo

Secondo le tre influencer è possibile coniugare i social e la letteratura, perché, dice Giulia, “i social sono uno strumento all’interno del quale metto un contenuto, e poi lo veicolo con il linguaggio e lo stile più adatto”. Il linguaggio è quindi fondamentale, così come capire la destinazione e improntare il proprio canale in un certo modo, tenendo a mente qual è il tipo di pubblico a cui ci si rivolge. “L’importante è adattare il contenuto al mezzo”, sottolinea Elena, “io non mi sentirei di fare critica letteraria attraverso Instagram, perché non la so fare ma anche perché non è il luogo adatto. Ci vuole un equilibrio, bisogna sapere dove si è, cosa si fa e a chi ci si rivolge”.

Un anello di congiunzione tra libri e pubblico

I Book influencer sono stati tacciati di superficialità, accusati di svalutare sui social il mondo della letteratura. Secondo Elena, questo deriva dal fatto che “i vecchi media hanno paura dei nuovi, che sono molto più fruibili e “acchiappano” i giovani, perché è più facile seguire un profilo Instagram che comprare un inserto culturale. La paura, come sempre, porta ad attaccare e svalutare l’altro”. L’efficacia dei nuovi canali di comunicazione è dimostrata anche dalle statistiche, dice Giulia: “Più del 40% dell’aumento delle vendite dei libri deriva dalle suggestioni che arrivano online al lettore”, quindi da un canale che non è quello tradizionale.

Anche Francesca conferma questa tendenza, ricordando che i social danno la possibilità di “offrire un primo gancio, andarci a prendere quelle persone che magari non leggono neanche un libro l’anno, ma perché vengono da un contesto in cui non hanno accesso a nessun contenuto di questo tipo. Se facciamo venire voglia di leggere a qualcuno che non ha mai letto, secondo me è una cosa buona”.

 

Cecilia Mastrogiovanni

 

 

 

 

 

 

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