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“Candido” di Voltaire, il libro che ognuno di noi dovrebbe leggere una volta nella vita

Il 21 novembre 1694 nasceva Voltaire, autore di uno dei classici intramontabili della letteratura francese: il "Candido".

Il “Candido” è uno dei gioielli della letteratura europea. In questo libriccino diviso in trenta capitoli, Voltaire ha racchiuso il suo pensiero filosofico per farne dono a noi, che ancora oggi possiamo apprezzarne il valore e l’attualità.

Nel giorno in cui Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, avrebbe compiuto 329 anni, riscopriamo il suo grande capolavoro.

“Candido”, la sinossi

Attraverso la parabola del povero Candido, un inguaribile ottimista, il narratore continua a “portare uno sguardo rapido su tutti i secoli, tutti i paesi, e di conseguenza, su tutte le sciocchezze di questo piccolo globo”.

Pubblicato a Ginevra nel 1759, e immediatamente ristampato a Parigi, Londra, Amsterdam e altre città d’Europa, Candido consente a Voltaire di perfezionare il nuovo genere letterario da lui creato, il conte philosophique.

Le convulse e mirabolanti disavventure del protagonista offrono all’autore l’opportunità di dimostrare la vanità dell’ottimismo razionalista leibniziano, che vedeva realizzato nell’universo il migliore dei mondi possibili, nonché di sviluppare una straordinaria lezione di sopravvivenza alle catastrofi della natura e della storia.

Il “migliore dei mondi possibili”

Nel “Candido”, Voltaire ribalta le teorie ottimistiche di stampo metafisico sulla vita umana.

Scritto nel 1759, questo racconto filosofico mira a confutare le dottrine ottimistiche come quella di Leibniz. Con la sua visione disincantata del mondo, Voltaire intende infatti stigmatizzare la pretesa di vivere nel “migliore dei mondi possibili”.

“Candido” è a metà strada tra un racconto filosofico e un romanzo di viaggio e di formazione. Vuole appunto criticare, secondo i principi della ragione illuministica, la massima ottimistica per cui “tutto è bene”. Si fa testimone, insomma, di quella sfiducia laica e razionale nei confronti dei progetti e nei disegni provvidenziali della metafisica, soprattutto di quelli di stampo religioso.

Nell’opera emerge quindi uno dei punti cardine dell’Illuminismo: la volontà di combattere l’ignoranza e di smontare le filosofie fondate su dogmi e principi di autorità.

Il rifiuto dell’ottimismo più semplice e scontato è una diretta conseguenza di un’osservazione critica del “migliore dei mondi possibili”.

Perché tutti dovrebbero leggere il “Candido” di Voltaire

“Se questo è il migliore dei mondi possibili, che cosa sono allora gli altri?”.

Se questo è il migliore dei mondi possibili, perché esistono tutte queste guerre, e tutto questo dolore, e tutta questa povertà? Perché l’egoismo regna sovrano? Perché ci sembra di essere sull’orlo di un precipizio che si fa di giorno in giorno più ripido?

“Il precettore Pangloss era l’oracolo di casa, e il piccolo Candido ascoltava i suoi insegnamenti con la fiducia propria dell’età e del suo temperamento.

Pangloss insegnava la metafisico-teologo-cosmologo-scempiologia. Egli dimostrava mirabilmente che non c’è effetto senza causa, e che in questo migliore dei mondi possibili… è provato, diceva, che le cose non potrebbero andare altrimenti: essendo tutto quanto creato in vista di un fine, tutto è necessariamente inteso al fine migliore.

I nasi, notate, son fatti per reggere gli occhiali: e noi infatti abbiamo gli occhiali… Ne consegue che coloro i quali hanno affermato che tutto va bene, han detto una castroneria. Bisognava dire che meglio di così non potrebbe andare”.

Di pagina in pagina, Candido e i suoi rocamboleschi viaggi ci insegnano una verità che dovremmo sempre tenere a mente: il mondo in cui viviamo non è il migliore in cui potremmo vivere. Semplicemente, è quello in cui siamo nati e in cui, crescendo, abitiamo con il corpo e la mente.

Nessuna ricchezza spropositata può renderlo migliore di ciò che è. Nessun potere, nessuna filosofia.

Siamo noi, coi nostri gesti che perdurano nel quotidiano, a poter cambiare le cose. Il lavoro, l’impegno costante e la ricerca dell’equilibrio con noi stessi e con gli altri rappresentano l’unica via per raggiungere la serenità e la realizzazione. Ecco perché “Candido” è un libro che ognuno di noi dovrebbe leggere almeno una volta nella vita e conservare con cura in libreria.

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