Sei qui: Home » Libri » Bruna Magi, ”Nel mio ultimo libro c’è un pizzico di ‘Sex and the city’ ambientato a Milano”

Bruna Magi, ”Nel mio ultimo libro c’è un pizzico di ‘Sex and the city’ ambientato a Milano”

Cosa succede quando in una grande metropoli una giornalista restia ai compromessi incontra uno spregiudicato direttore, a capo di un quotidiano di successo? Ce lo spiega la giornalista e scrittrice Bruna Magi...

MILANO – Cosa succede quando in una grande metropoli una giornalista restia ai compromessi incontra uno spregiudicato direttore, a capo di un quotidiano di successo? Ce lo spiega la giornalista e scrittrice Bruna Magi nel suo ultimo libro “Prima Pagina”. Giornalista di costume e critico cinematografico, Bruna Magi, savonese di nascita ma milanese di adozione, ci racconta alcune curiosità legate alla sua ultima opera.

Come nasce la trama del suo ultimo libro?

Questo libro è il frutto del mio lavoro come giornalista e critico cinematografico. Nasce per divertimento, per questa passione per il cinema nutrita fin da piccola. La figura del protagonista , Luca Falco, direttore affascinante, seduttore, vincente da ogni punto di vista, ha finito per assomigliare al “Bel Ami” di Maupassant, e questo mi divertiva molto dal punto di vista femminile. In copertina c’è un simbolo della regalità femminile ma, nonostante siano caduti tutti i tabù, un briciolo di scandalo c’è stato.

Alcuni hanno ipotizzato che il personaggio di Luca Falco lei si sia ispirato ad un vero direttore italiano…

Si, e la cosa mi ha molto divertito, in quanto dopo l’uscita del libro c’è stata una vera e propria “caccia al direttore”. Devo smentire tutti in merito all’identificazione del direttore con un personaggio reale: per Luca Falco ho preso spunto da diversi direttori, non mi sono ispirata ad un unico soggetto.

Il suo lavoro di giornalista e la cronaca sono fonte d’ispirazione per i suoi libri?

Si, perché penso che oggi la narrazione giornalistica non si dissocia dall’attualità delle immagini. Molte cose sono cambiate: oggi c’è un’urgenza, una velocità, uno stimolo continuo dovuto alla sollecitazione delle diverse immagini provenienti da internet e dalla tv. Per me è assai meno contemplativo il mondo della scrittura: ci si isola per scrivere, ma quando si scrive un libro ci si porta dentro ciò che vivi. Nel mio caso mi sono lasciata influenzare da Milano, riconosciuta come capitale della finanza, della moda, dell’economia e dell’editoria, dove ho quindi voluto ambientare il mio romanzo. Per quanto trasgressivo, questo libro non è un “osanna” al sesso, ma al suo interno ha un pizzico di “Sex and the city”, con qualche influenza e similitudine newyorkese.

Cosa hanno in comune e di diverso metropoli che lei ha appena citato come Milano e New York?

L’ansia di vivere, di produrre, diventa un surrogato del piacere, una forma di orgasmo celebrale. A Milano, prima di dirsi “Come stai?” quando ci si saluta, ci si chiede “Cosa stai facendo in questo momento?”. Una pausa di 10 minuti procura quasi un senso d’angoscia. In questo libro protagoniste sono notti passate quasi insonni, in quanto il pensare ed il riflettere per mancanza di tempo confluiscono in questo momento, con una storia d’amore in cui si svolge questo rapporto fatto soprattutto di comunicazione telefonica e di sms.

I libri, come i giornali, si leggono sempre meno. Cosa andrebbe fatto per migliorare la situazione?

Non dipende tanto dallo scrittore, ma piuttosto dal modo in cui viene proposto un libro, dal momento in cui esce, e quindi dalla sintonia che si crea con il pubblico, con l’ambiente, con quello che accade.

 

11 luglio 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata