MILANO – Scrivere è un lavoro davvero difficile. Carta e penna oramai non si usano più (o quasi). Il mezzo prediletto ora è il computer o notebook, ma anche in questo caso, non sempre la nuova tecnologia ci viene in soccorso. E-mail che arrivano di continuo, social network che ci distraggono dall’obiettivo finale, mille finestre aperte. E poi, c’è internet, che può distoglierci dal nostro lavoro. Ora pare che per gli aspiranti scrittori, e non, sia arrivata una soluzione che sicuramente sarà gradita, a partire già dal nome che ricorda uno tra i più grandi scrittori classici. Stiamo parlando di Hemingwrite, la macchina da scrivere digitale.
COME FUNZIONA – Hemingwrite funziona con l’e-ink, ovvero l’inchiostro elettronico (usato anche per Kindle) e ha una batteria che resiste per ben sei settimane. In cima ha una maniglia, quindi è facilmente trasportabile. Insomma è una vera e propria macchina da scrivere, di quelle dal gusto un po’ retrò, proiettata però al futuro, dove digitale è la parole chiave che contraddistingue le vite e i lavori di tutti noi.
HEMINGWRITE – C’è chi è abituato a scrivere in mezzo alle persone che parlano e urlano, e chi invece preferisce rimanere da solo con i propri pensieri. Hemingwrite sembra dare una risposta a tutte le tipologie di scrittori: è poco ingombrante, può essere trasportata ovunque, è bella da guardare e soprattutto non ci sono distrazioni. Ci siete solo voi, la tastiera, e un piccolo monitor dove compare il testo che state scrivendo. Cosa volere di più?
L’IDEA – Insomma Hemingwrite è nata con un unico scopo: quello di mettere le parole su una pagina bianca. Un’idea straordinaria che è venuta a due giovani ragazzi. Adam Leeb, designer e Patrick Paul, lo sviluppatore del software.