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Antonio Calabrò, ”Vi racconto la trasformazione in corso della donna letterata e in letteratura”

SPECIALE DONNE E LETTERATURA – Abbiamo l'onore di ospitare Antonio Calabrò, giornalista economico e curatore della rubrica ''Libri'' per il settimanale ''Il Mondo'', per il nostro speciale dedicato alla figura femminile nel mondo della letteratura. In questo articolo, il giornalista riporta alcuni importanti esempi letterari, utili ad illustrare come la figura femminile si stia trasformando...

Si chiama Nurit Iscar, Betibù per gli amici, data la sua somiglianza con Betty Boop, pin up dei cartoons americani degli anni Trenta, riccioli scuri ribelli e gonne corte. Ed è una scrittrice famosa, la “dama nera” della letteratura poliziesca argentina. Ma la fama non è quasi mai per sempre. E Nurit scivola verso il declino, stroncata impietosamente per l’ultimo romanzo, una dolente storia d’amore, vissuta dai critici come un tradimento. Ma ecco che, a rilanciare Nurit-Betibù, arriva un delittaccio, in un country club esclusivo. Il direttore de “El Tribuno” (un ex amante, peraltro, spregiudicato e beffardo) la incarica di scrivere “cronache romanzate”. Sino a che…

 

Romanziera in un romanzo, la nostra donna. Perché è la protagonista di un ottimo libro di Claudia Piñeiro, “Betibù”, appunto (edito da Feltrinelli), che sa giocare con grande felicità di racconto e descrizioni, contro tutti gli stereotipi di genere, immergendovisi fino al collo (le amiche di Betibù sono straordinarie) e poi ribaltandoli con il piacere dell’ironia e del paradosso. Donna fragile, dunque, piegata, tradita, umiliata dai recensori (uomini), incerta nel rapporto con il figlio adolescente. E donna fortissima, perché capace di critica e di ripresa. Realista, sulle intenzioni maschili, senza rinunciare al piacere di un moto del cuore. E saggia, anche nell’uso di un mestiere, la scrittura giornalistica “nera”, tradizionale appannaggio degli uomini.

Così Betibù e la sua autrice Claudia (bravissima pure nel romanzo precedente, “Tua”, un gioiello) sono due ottime interpreti di una fondamentale trasformazione in corso. Della donna letterata e della donna in letteratura. Stimolante protagonismo del cambiamento culturale e sociale, pragmatico ma anche carico di valori, giocato sull’intelligenza della mente e del cuore e sulla pratica di quel che ancora resta, sulla strada delle belle passioni.

 

Un riscontro? Restando sempre nel mondo del giornalismo, lo si può trovare nelle pagine einaudiane de “L’esclusiva” di Annalena McAfee, “firma” del “Financial Times” e del “Guardian review”. In scena, una anziana giornalista, Honor Tait, reportages impegnati da prima pagina e cronache culturali e mondane a braccetto con Picasso, Cocteau o Frank Sinatra. E una improvvida giovane intervistatrice, Tamara Sim, cronista ignorante e un po’ cialtrona da settimanale di gossip. Il confronto di caratteri è straordinario. Sul senso del giornalismo. Della scrittura. E dunque della vita. La sorpresa non manca, naturalmente. Come si conviene a chi sa leggere le evoluzioni personali e sociali fuori dalle strettoie delle consuetudini, delle banalità. E anche questo è molto femminile.

 

Antonio Calabrò

 

19 giugno 2012

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