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Antonella Lattanzi, “La gelosia uccide l’amore”

Antonella Lattanzi nel suo terzo romanzo, "Una storia nera" (Mondadori), parla di un amore che sa essere violento, che può far male

MILANO – Il 7 agosto 2012 a Roma, il giorno dopo la festa di compleanno della figlia minore, Vito Semeraro scompare nel nulla. Vito si è separato da qualche tempo dalla moglie Carla, ma la piccola Mara il giorno del suo terzo compleanno si sveglia chiedendo del papà e Carla, per farla felice, lo invita a cena. In realtà, anche lei in fondo ha voglia di rivedere Vito. D’altra parte sono stati insieme per tutta la vita. Vito però era anche un marito violento, abituato ad alzarle le mani. Questa è la storia che Antonella Lattanzi racconta nel suo terzo romanzo, “Una storia nera” (Mondadori), già tradotto in 10 paesi e i cui diritti cinematografici sono già stati acquistati dalla casa di produzione Lucky Red. Al centro del romanzo c’è un amore che sa essere violento e che può far male. Un libro sorretto da una narrazione serrata che deve molto al noir.

NOIR A METÀ – Ma si tratta di un noir particolare, perché a metà del romanzo si scopre già cos’è successo a Vito. “Scrivere un noir non era ciò che mi interessava – racconta Antonella Lattanzi – anzi, volevo che succedesse ancora prima”. Sì, perché ciò che sta a cuore alla scrittrice, non è tanto la storia di Vito, ma mostrare quale sia la ricaduta dell’evento sugli altri personaggi, per la gran parte dominati da un amore pericoloso. “L’amore può far perdere la ragione – spiega l’autrice – e i miei personaggi lottano per non perderla”. Personaggi che si ucciderebbero gli uni per gli altri. “Carla a un certo punto della storia pensa che se fosse stata forte quanto Vito sarebbe stata tale e quale a lui – dice la Lattanzi, – in fondo quello di cui volevo parlare è il contagio del male”. L’unico personaggio che sembra salvarsi, infatti, è Manuel, il nuovo compagno di Carla, che tuttavia si farebbe risucchiare volentieri da questa “giostra di violenza”. Uno degli obiettivi del romanzo è anche quello di denunciare la solitudine in cui le donne che subiscono soprusi si ritrovano. “La giustizia – afferma l’autrice – non le aiuta finché non sono morte”.

UN AMORE SANO – Tra le tante cose, Vito è un marito geloso, capace di picchiarla per un sorriso al tabaccaio o per un vestito troppo corto. “Io sono una persona gelosa – ha raccontato l’autrice – ma so che la gelosia ha a che fare con l’insicurezza e il possesso, non ha a che fare con l’amore. Ho voluto parlarne per esorcizzarla”. Un sentimento orrendo che può trasformarsi in violenza, che può distruggere la libertà dell’altro. “Chi è geloso finisce per non credere più nell’altra persona, senza rendersi conto che tante delle cose che vede esistono solo nella sua testa. La gelosia è la morte di una relazione, può portare a negare la libertà”. Anche se picchia soltanto Carla, Vito è violento anche con i figli, ai quali riserva una violenza altrettanto feroce: quella psicologica. Ma l’amore può essere sano, come dimostrano le tante relazioni felici di cui noi tutti abbiamo esperienza. Quando abbiamo chiesto all’autrice quali siano gli ingredienti per un amore sano, lei ci ha risposto: “La libertà, il rispetto e la capacità di essere felice per la felicità altrui”.

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