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Andrea Vitali, ”Nel mio nuovo libro ho abbandonato la solita geografia per avvicinarmi al fantasy”

''Merk e i gatti'' è il nuovo libro dello scrittore Andrea Vitali, ospite qualche giorno fa della tredicesima edizione di Parolario...

Lo scrittore, recentemente ospite a Parolario, in questa intervista ci parla del suo nuovo romanzo “Merk e i gatti” e dei suoi prossimi progetti editoriali

MILANO – “Merk e i gatti” è il nuovo libro dello scrittore Andrea Vitali, ospite qualche giorno fa della tredicesima edizione di Parolario. Dopo il grande successo di pubblico ottenuto all’incontro, nella quale è stato presentato il nuovo libro “Merk e i gatti”, decimo volume della collana “iVitali”, in questa intervista lo scrittore ci svela alcuni segreti riguardo il nuovo testo, ci parla dell’esperienza della scrittura vicina alla pittura e ci svela i suoi prossimi progetti editoriali. 

 
Parlando del suo nuovo libro “Merk e i gatti” lei presenta un personaggio molto particolare. Si tratta di un personaggio inventato o si è ispirato ad altri personaggi o persone reali?
Il protagonista del libro, Filippo Merk, è un personaggio di pura e completa invenzione perché, come tutto il racconto, è molto slegato dai paradigmi dei miei libri precedenti e anche da quelli futuri, nel senso che non c’è la solita geografia, non c’è un contorno storico ben preciso né tanto meno collocato nel passato. Tutto è frutto di invenzione. E’ un racconto che si ispira molto a suggestioni letterarie avute in passato che non ho mai abbandonato anche se sono rimaste accantonate o comunque in un orbitale periferico rispetto al nucleo centrale della mia scrittura sino ad ora. In questo racconto c’è un po’ più di fantasy nel senso più alto del termine, di suggestione metafisica.

Questo libro è il testo numero 10 della collana “iVitali”. Come è nata questa idea di unire pittura e letteratura, che peraltro si è rivelato un ottimo connubio?
L’idea è nata esternamente ai due coautori di questi libri, ed in particolare da Sara Vitali, figlia di Giancarlo, e dal marito, che sono i responsabili della casa editrice. L’idea è nata senza un grande studio preparatorio, ma come scommessa, come tentativo. Sembrava che dovesse essere un’esperienza destinata a chiudersi in tempi brevi, e poi invece abbiamo verificato che si poteva andare avanti grazie agli argomenti proposti da me e all’archivio quasi sterminato di disegni di Giancarlo. Per cui, senza fare numeri esagerati in termini di pubblicazioni, questa collana ha dimostrato di poter vivere grazie alle sole vendite. Le idee anche per il futuro non mancano e, pur rivolgendoci ad un pubblico decisamente di nicchia, i nostri lettori dimostrano di essere soddisfatti. Credo quindi che vi siano tutti i presupposti per poter proseguire.

Com’è l’esperienza della scrittura non totalmente “libera” ma legata alle immagini?
Non c’è un tentativo didattico o didascalico né da parte mia né di Giancarlo Vitali. Sono due attività che camminano parallelamente senza mai incontrarsi. Credo che il grande vantaggio per quanto mi riguarda è che il magazzino di opere messo a disposizione da Giancarlo è talmente ampio che non vi sono difficoltà nel ritrovare immagini che a loro volta si possono specchiare nei racconti e viceversa. Questo è legato ad una caratteristica comune a noi due che è un ambiente di ispirazione legato al nostro microcosmo che è il paese, ma anche con dei salti nel surreale. Per quanto l’opera di Giancarlo sia legata al realismo, ha anche delle punte surrealiste. Da questo punto di vista quindi il gioco è fatto.

Quali sono i suoi progetti editoriali futuri?
Ad ottobre sarà l’uscita di un libro per Mondadori che inaugura una collana di favola non necessariamente dedicate ai bambini, anzi più per “bambini – adulti”. Dopo vi sarà l’uscita del nuovo romanzo per Garzanti. Si tratta di due testi già pronti che aspettano solo di essere pubblicati. Dopo di che sto lavorando su altri progetti che saranno in uscita il prossimo anno.

6 settembre 2013

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