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Alfieri Lorenzon di AIE, ”Il mercato estero è un settore d’affari sempre più importante per gli editori italiani”

La partecipazione alla Fiera del Libro di Francoforte e ad altre fiere internazionali di questo tipo ha consentito agli editori italiani di triplicare i diritti venduti all'estero. Ad affermarlo è il Direttore di AIE, Alfieri Lorenzon, che ci spiega l'importanza delle attività svolte a Francoforte e commenta la situazione dell'editoria italiana...

Il Direttore di AIE analizza lo stato dell’editoria italiana e parla delle opportunità offerte dalla partecipazione alla Fiera di Francoforte

FRANCOFORTE – La partecipazione alla Fiera del Libro di Francoforte e ad altre fiere internazionali di questo tipo ha consentito agli editori italiani di triplicare i diritti venduti all’estero. Ad affermarlo è il Direttore di AIE, Alfieri Lorenzon, che ci spiega l’importanza delle attività svolte a Francoforte e commenta la situazione dell’editoria italiana.

Qual è il ruolo di AIE alla Fiera di Francoforte e quali sono le aspettative dell’editoria italiana riguardo a questo appuntamento?
L’AIE organizza lo stand Italia e fa da facilitatore ai quarantotto editori italiani che stanno allo stand. Quanto poi alle aspettative degli editori che vengono a Francoforte, diversi per la prima volta, si tratta di un’ottima occasione per incrementare un canale di affari che sta diventando sempre più importante nel mercato di questo settore: in dieci anni la partecipazione a questa e ad altre fiere ha consentito di triplicare i diritti di libri italiani venduti all’estero. Questo è molto importante, perché da un lato consente di progettare dei libri che possano essere venduti anche all’estero, a un pubblico più ampio, dall’altro di non essere più dipendenti nelle nostre finanze dall’editoria inglese o di altre nazionalità perché produciamo molto e bene.

 

Il settore editoriale, che dal 2008 al 2011 ha subito sì una contrazione del mercato, ma meno rispetto ad altri settori, a partire dal 2011 ha iniziato a risentire della crisi in ugual misura rispetto a tutti gli altri. È quanto emerso dal discorso del Presidente Polillo. Secondo lei quali sono i fattori che hanno portato a un aggravarsi della situazione?
Non ho una risposta certa, perché si sconfina qui nell’area sociologica. Il libro è sempre stato un prodotto anticiclico: in momenti di crisi si vendeva di più, perché era il regalo, il prodotto di intrattenimento che costava meno. Purtroppo questa è una crisi più grave di altre precedenti, che investe l’intero comparto nazionale e ha una sua peculiarità. In Italia i lettori forti sono infatti solo un 12-13% della popolazione, e gran parte di questo 12-13% è costituita dagli appartenenti alla classe media, alla borghesia, che da questa crisi pesantemente viene colpita. In questa situazione, i dodici libri che un lettore forte in genere leggeva all’anno possono magari diventare undici. In più, a parte alcune eccezioni, sono mancati per qualche tempo fenomeni editoriali di grandi dimensioni – quali ultimamente sono stati l’ultimo libro di Ken Follett o il caso clamoroso delle “Cinquanta sfumature” – che trainassero le persone in libreria. Non si tratta comunque di una crisi solo nazionale, tutto il bacino mediterraneo ne è coinvolto.

Il mercato estero può invece rappresentare un fattore importante di ripresa per l’editoria italiana?
I libri italiani – è un fenomeno rilevato anche dai giornali tedeschi – si stanno sempre più imponendo all’attenzione internazionale. Ci sono molte richieste anche di titoli in uscita. È chiaro che questo non può risolvere il problema del calo delle vendite nel nostro Paese, che costituiscono la quota principale di mercato per gli editori, ma rappresenta comunque un conforto.

Può parlarci del progetto LIA e del progetto TISP?
Il progetto LIA è un’iniziativa di AIE, un progetto di grande utilità sociale: ci proponiamo di rendere accessibili ai portatori di handicap visivo 4 mila nuovi titoli, tra cui best seller e novità della narrativa, ma anche saggi, testi universitari, libri di studio. L’idea è quella di trasformare i file normalmente utilizzati in fase di realizzazione del libro in modo da poterne ricavare anche versioni destinate a non vedenti e ipovedenti, che in questo modo avrebbero accesso a un testo non appena uscito sul mercato, esattamente come tutti gli altri. Si tratterà di un momento di vera rivoluzione civile nell’accessibilità alla conoscenza. L’eccellenza italiana in questo campo ha riscosso un grande entusiasmo qui a Francoforte e il progetto ha smosso l’interesse degli editori esteri: con pochissima spesa, si può garantire ai portatori di handicap visivo di poter fruire dei libri e della cultura negli stessi tempi di chi non ha gli stessi problemi. Il progetto TISP è invece un progetto comunitario, che mira a promuovere un dialogo e a integrare le competenze tra gli operatori del settore culturale e di quello tecnologico. Il fatto che l’Italia sia stata chiamata con AIE a coordinare questo progetto è naturalmente una cosa che ci inorgoglisce molto.

 

13 ottobre 2012

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