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Alessia Gazzola dà l’addio a “L’allieva”

Alessia Gazzola presenta il suo nuovo libro, "Il ladro gentiluomo", che sarà l'ultimo episodio della serie iniziata con "L'allieva" nel 2008

MILANO – Sono le nove di mattina e siamo da Bianco Latte, a Milano, per incontrare una sorridente Alessia Gazzola, che ci parlerà del suo nuovo libro Il ladro gentiluomo. Di Alessia colpisce la semplicità e l’affetto con cui racconta della sua creazione più fortunata, il personaggio di Alice Allevi, che ha affascinato non solo i lettori ma anche gli spettatori attraverso la serie TV su Rai Uno (L’allieva), di cui oggi va in onda la seconda stagione.

L’addio a “L’allieva”

Prima le brutte notizie, come si suol dire. È con un velo di malinconia eppure con decisione che Alessia Gazzola conferma ciò che ha scritto nei ringraziamenti de Il ladro gentiluomo, e cioè che la serie di libri dedicata ad Alice Allevi è giunta a un momento di interruzione. Per ora, almeno. Continuare «sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei lettori», dice Alessia. «L’affetto dei lettori è incredibile, e sono grata del successo che stanno avendo i miei libri, ma ho voglia di fare cose nuove». Dalle parole di Alessia traspare il desiderio di non essere “incasellata” come l’autrice de L’allieva, e di non sentirsi frenata nella sua creatività. E, infatti, sta già lavorando a un nuovo romanzo, che probabilmente vedrà la luce il prossimo anno.

Alessia Gazzola
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Il ladro gentiluomo

Il ladro gentiluomo però, è il libro che in assoluto l’ha più divertita scrivere, dice. Come nasce l’idea per un romanzo giallo? «Seguo un’intuizione, e poi un sacco di studio», risponde. «Ogni volta scrivere è una scoperta, perché devo documentarmi tantissimo sul tema di cui racconto. Con Arabesque ho studiato il mondo della danza classica, mentre per Il ladro gentiluomo mi sono documentata sulle pietre preziose, e ho provato a reinterpretare un grande topos del romanzo giallo, quello del furto di gioielli». Ne Il ladro gentiluomo troviamo un’Alice Allevi più matura, alle prese con il tumultuoso rapporto con il collega Claudio Conforti e con un odiato trasferimento nella città di Domodossola, dove dovrà cavarsela da sola sia nella risoluzione del caso che nell’ambiente lavorativo. Qui c’è molto della biografia dell’autrice, che voleva lasciare un preciso messaggio di incoraggiamento a chi si trova in una situazione simile: «quando mi sono trasferita a Verona era il 16 novembre, io venivo dalla Sicilia e qui al nord faceva un freddo siderale. Non conoscevo nessuno, e all’inizio volevo scappare. Poi ti accorgi che devi ritrovare il tuo equilibrio, e inizi a creare rapporti, a mettere radici. Se riesci a stare bene con te stessa, qualunque luogo può essere casa tua. Io addirittura avevo fraternizzato con le maestre del nido di mia figlia, praticamente ho fatto io l’inserimento (ride)». Parliamo anche di letture, di quali sono stati i libri che più l’hanno fatta crescere come scrittrice. «Ho iniziato a scrivere L’allieva nel 2008, ora sono passati dieci anni e sono cresciuta nel modo di scrivere, cerco di leggere di più e meglio, perché leggere è la migliore scuola di scrittura». I suoi classici preferiti? Alessia non ha esitazioni, Guerra e pace di Tolstoj, Suite francese di Irène Némirovsky e i romanzi di Jane Austen.

La serie su Rai Uno

Impossibile non parlare anche della seconda stagione de “L’allieva”, che  stasera debutta su Rai Uno. Sul set Alessia va spesso, «perché è divertentissimo» racconta. «Collaborare a scrivere la sceneggiatura è stato molto stimolante, e ho addirittura fatto un cameo nella prima puntata che va in onda stasera». Le abbiamo chiesto se i personaggi della serie abbiano in qualche modo influenzato l’evoluzione dei personaggi del libro: «Alessandra Mastronardi è stata bravissima, ha aderito al personaggio perfettamente. Lino Guanciale l’ha nobilitato, gli ha dato qualcosa in più. Fino a La lunga estate crudele Claudio Conforti era un cinico senza speranza, ora è possibile che il Claudio de Il ladro gentiluomo sia un po’ figlio di Lino Guanciale».

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