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“Albicocche al miele”, i dubbi e le incertezze dei giovani finita l’università

Elisa Pellegrino, dopo il successo del suo account “Cortomiraggi”, racconta la storia di 4 ragazzi nel suo nuovo romanzo “Albicocche al miele”, un libro che raccoglie le preoccupazioni dei ragazzi una volta terminata l'università

Cosa fare una volta finita l’università? Elisa Pellegrino, dopo il successo del suo account “Cortomiraggi”, racconta la storia di 4 ragazzi nel suo nuovo romanzo “Albicocche al miele” (edito per Mondadori).

La trama

Per Diego, Giulia, Caterina e Greta l’università sta finendo ed è come se anche sulla loro amicizia si allungasse un’ombra di incertezza. Fino a quell’estate era bastato vivere nella stessa città, condividere le stesse preoccupazioni, le stesse scoperte e la costante sensazione di un futuro dalle possibilità infinite per tenere saldo il gruppo. Ma da ora in poi le taciturne solitudini da studente di Lettere di Diego, la testarda ambizione di Giulia, il fragile talento di Caterina e le insicurezze sentimentali di sua sorella Greta non avranno più quella rete di salvataggio.

La confusione è giusta

Essere confusi a 20 anni va bene. Avere paura delle scelte, a 20 anni, va bene. Sentirsi immobili, frangibili, persi nel mondo, a 20 anni, va bene. Elisa Pellegrino, con il suo primo libro edito per “Mondadori”, fa sentire compresi tutti quei ragazzi che, alla fine dell’università, si sentono così. Descrivere le caratteristiche di un’età così complessa non è semplice; eppure Elisa ci riesce e lo fa attraverso una storia divertente ed emozionante. Lo fa attraverso film e libri citati tra le pagine.

Il cinema come catarsi

Elisa Pellegrino, classe 1992, è anche conosciuta per la sua pagina Instagram e blog “cortomiraggi”, dove parla egregiamente di film, serie tv, cinema indipendente, letteratura. Queste passioni sono ben presenti nella sua storia, che si snoda attraverso i film preferiti dei protagonisti. Questi ultimi organizzano, infatti, un cineforum per rincontrarsi dopo la fine dell’università. È l’occasione per confrontarsi sulla vita, sui loro progetti e sogni. L’arte è catartica, piena di domande e anche di risposte, ed Elisa ne è convinta per la sua vita e per quella dei suoi personaggi.

La sensazione di non sentirsi capiti

“A quest’età c’è una sensazione schiacciante è ricorrente: il non sentirsi capiti. Si fa fatica ad esprimere come si sta, ad esprimere le
proprie paure. Soprattutto dopo l’università, con la paura delle “scelte” sempre presente, è difficile spiegare agli altri i propri dubbi”. Detto con franchezza, la nota più positiva e rilevante di questo prima brillante romanzo, è la capacità di far sentire qualsiasi ragazzo, compreso. Non è semplice scrivere un romanzo sul periodo della giovinezza senza cadere negli stereotipi o nella banalità.

L’antidoto dell’apatia

L’apatia non viene presa spesso in considerazione quando si parla di ventenni. Eppure, la frustrazione e la paura, ci portano molteplici volte a confrontarci con l’appiattimento delle nostre energie vitali. Ci sentiamo scarichi, semplicemente. Elisa Pellegrino racconta di quante volte sia successo a lei e di come abbia avuto voglia di riscriverlo nel suo romanzo.

Alla domanda “quale può essere l’antidoto?” Elisa risponde con lucidità: “Uscire dalla confort zone ci permette di creare nuovi stimoli. La soluzione è fare qualcosa di nuovo, di lontano da noi”. In una società piatta e spesso statica, il compito di ogni ragazzo, dovrebbe essere proprio quello di ricercare le proprie scintille, le proprie montagne russe su cui salire. E di questo, nelle pagine di “Albicocche al miele” se ne parla davvero molto.

Stella Grillo

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