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“Accabadora”, 5 libri da leggere se ti è piaciuto il romanzo di Michela Murgia

La Sardegna, le tradizioni, le vite di due donne che si intrecciano... Se hai amato "Accabadora" di Michela Murgia, da' un'occhiata ai 5 libri che ti suggeriamo qui.

Accabadora” è forse il romanzo più famoso scritto da Michela Murgia. Ambientato in un paesino della Sardegna nel secolo scorso, racconta in parallelo la storia di due donne, appartenenti a due generazioni diverse e legate da un filo indissolubile: la giovane Maria Listru e Bonaria Urrai, l’accabadora.

Per le sue atmosfere quasi arcaiche e a tratti esoteriche, per le tradizioni che racconta e per come le racconta, “Accabadora” ha riscosso un enorme successo di pubblico, tanto che resta da tempo fra i libri più acquistati in Italia. Se hai già letto il romanzo e vorresti approcciarti a una lettura simile, ecco 5 libri che potresti valutare.

5 libri da leggere se ti è piaciuto “Accabadora”

Figli dell’anima” di Daniela Frigau

“Accabadora” è un romanzo di ambientazione sarda in cui uno dei temi principali è quello della genitorialità.

In particolare, Michela Murgia racconta dei figli dell’anima, una consuetudine propria della Sardegna che consisteva nell’affidare i propri figli biologici ad altri adulti, che erano di solito privi di prole e appartenevano alla stessa comunità. Si trattava di una pratica di genitorialità sociale molto diffusa nell’isola.

Se questa tematica ti interessa e vorresti leggere un altro romanzo che ne parla, ti consigliamo “Figli dell’anima” di Daniela Frigau, che con “Accabadora”, naturalmente, condivide anche l’ambientazione sarda.

“È colpa di questa vita che non ha mai avuto grazia dei nostri poveri cuori. La verità è che noi non siamo mai state le figlie di nessuno”. Rosa è diventata una “Figlia dell’anima”.

Strappata alla sua infanzia, viene venduta, con la sorellina Rita, a una famiglia benestante, da suo padre, uomo dispotico e avido. La sua autorità predominerà sull’esistenza di Rosa e dei suoi fratelli; in particolar modo, sulla vita di Antonio, il bambino che vedeva le “Stelle grandi”.

“Figli dell’anima” è un romanzo che racconta un’epoca, il secondo dopoguerra, in cui il nulla era il tutto, e quel tutto erano briciole di una realtà cruda e amara.

L’accabadora immaginaria” di Italo Bussa

Se invece ad affascinarti è stato il mito sardo dell’accabadora, la donna che praticava una sorta di eutanasia ante litteram ed era ritenuta detentrice di poteri quasi soprannaturali, sospesi fra il mondo dei vivi e quello dei morti, ti consigliamo di leggere “L’accabadora immaginaria”, un interessante saggio di Italo Bussa che sviscera il mito e il folklore legato ad esso.

Il mito sardo della accabadora, la donna chiamata a dare la morte ai moribondi di difficile agonia, viene ancora oggi ritenuto storicamente fondato.

Questo saggio pone però in rilievo come in letteratura emergano due forme soppressive, delle quali una è di natura magica. Individuati gli archetipi dei due tipi di soppressione, vengono sottoposte ad analisi critica tutte le fonti che, nell’ambito dei due filoni, si sono occupate dell’accabadura dall’inizio dell’Ottocento.

Vengono così fatte emergere le numerose e fantasiose varianti che portano, nella attualità, alla sovrapposizione delle due forme, per cui l’accabadora maga diviene comunque una omicida umanitaria. Il fenomeno viene in tal modo alterato e dilatato, sulla spinta anche di risibili motivazioni identitarie.

Fatto salvo il nucleo folklorico della usanza magica, viene evidenziato che l’accabadora omicida è una figura immaginaria, creata e alimentata da intellettuali e letterati, al di fuori di qualsiasi realtà storica.

Cose che non si raccontano” di Antonella Lattanzi

Un altro dei temi fondanti di “Accabadora” è la genitorialità, in varie forme. C’è la madre naturale di Maria Listru, c’è tzia Bonaria Urrai. Ci sono i genitori di Andrìa e Nicola Bastiu. Diversi per desideri, aspirazioni ed esperienze, sono madri e padri alle prese con il mestiere più difficile del mondo.

Se questo tema ti affascina, non puoi non leggere “Cose che non si raccontano” si Antonella Lattanzi. Un romanzo profondo, toccante, che costituisce quasi un grido: è l’urlo di dolore di tutte le donne che convivono con un desiderio di maternità difficile da realizzare, ed è molto più di questo.

Non vi riveliamo oltre. Va letto, gustato, pensato e metabolizzato.

L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio

La seconda parte di “Accabadora” si concentra su Maria e sulla sua esperienza fuori dalla Sardegna. Dopo aver scoperto che tzia Bonaria è un’accabadora, infatti, Maria non riesce a convivere con la donna e si reca a Torino, dove lavora come domestica e bambinaia. Una nuova vita, insomma, in cui Maria riscopre a poco a poco se stessa.

Se del romanzo di Michela Murgia ti ha intrigato questo tema, potresti apprezzare anche “L’arminuta”, un libro che parla di nuovi, difficili, inizi, di crescita e di delusioni.

La protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima.

Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori.

O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo.

Ma c’è Adriana, che condivide il letto con lei. E c’è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna.

La vacanza” di Dacia Maraini

Infine, c’è un’altra tematica importante affrontata in “Accabadora”: si tratta della corporeità, della sessualità, dell’innamoramento e dello scoprirsi cresciuta, all’improvviso. Tutti fili che si intrecciano nel bel romanzo di Dacia Maraini prefato da Nadia Terranova, “La vacanza”.

Uscito nel 1962 e scritto in pieno boom economico, “La vacanza” è il primo romanzo di Dacia Maraini, una storia perturbante che racconta la scoperta della sensualità da parte di una ragazzina nell’estate del 1943. La voce narrante è quella di Anna, orfana di madre, che esce dal collegio per trascorrere le vacanze sul litorale laziale col padre e la matrigna.

È ancora una bambina, ma è col corpo di una donna che Anna mette piede con incoscienza e curiosità nel mondo dei maschi adulti.

E mentre il rombo degli aerei – il suono della guerra – rompe la quiete sonnacchiosa di giornate fatte di gite in pattino e appuntamenti ai bagni Savoia, Anna diventerà grande suo malgrado, scoprendo la propria femminilità di fronte all’ebete incredulità di uomini giovani e vecchi, in un contesto borghese e ipocrita che di lei sa solo approfittarsi.

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