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Simone Weil, 5 libri per conoscere meglio la pensatrice francese

In occasione dell'anniversario della scomparsa di Simone Weil, avvenuta il 24 agosto del 1943, vi suggeriamo 5 libri da leggere per conoscere meglio questa grande scrittrice, mistica e filosofa francese.

Simone Weil è stata un’importante scrittrice, filosofa e mistica francese. Nata a Parigi il 3 febbraio del 1909, ha vissuto un’esistenza costellata di successi letterari ma anche di eventi drammatici.

Famosa per aver lasciato la professione di insegnante per sperimentare sulla sua pelle la condizione degli operai e per aver partecipato attivamente alla lotta partigiana, Simone Weil si è spenta alla giovane età di 34 anni, a seguito dei problemi di salute da cui era affetta sin da piccola.

Le sue opere, divenute celebri anche grazie all’intervento di Albert Camus, toccano diversi ambiti del pensiero, spaziando dall’etica alla filosofia politica, dalla metafisica all’estetica, e giungendo persino ai componimenti poetici. Oggi, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Simone Weil, vogliamo suggerirvi 5 titoli per conoscere meglio questa importante figura della cultura del Novecento.

Simone Weil, 5 libri per conoscere meglio la pensatrice francese

1. “L’ombra e la grazia

Cominciamo col consigliarvi “L’ombra e la grazia”, frutto delle riflessioni e dei pensieri appuntati da Simone Weil sul suo diario. La scrittrice stessa definì questa raccolta di pensieri, aforismi, sentenze e meditazioni “investigazioni spirituali”. Il libro nasce infatti come scelta dalle pagine del “diario intimo” che l’autrice tenne tra il 1940 e il 1942.

Vive, in ogni suo pensiero, un profondo “senso universale” illuminato da una luce che trae origine dall’eternità, dall’assoluto, dalla certezza che soltanto l’amore sovrannaturale sia libero, lecito e naturale. In Simone Weil, “la giovane ebrea che insegnava filosofia”, la fede cristiana fu una tentazione perenne, ma anche lacerazione interiore, ansia protesa verso una verità superiore raggiungibile soltanto con la rinuncia, il distacco, il sacrificio.

2. “Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale

A venticinque anni, nel 1934, Simone Weil scrisse queste “Riflessioni”, vero talismano che dovrebbe proteggere chiunque è costretto ad attraversare l’immenso ammasso di menzogne che circonda la parola «società». Come sempre nelle parole più ovvie, in essa si cela una realtà segreta e imponente, che agisce su di noi anche là dove nessuno la riconosce.

Weil è stata la prima a dire con perfetta chiarezza che l’uomo si è emancipato dalla servitù alla natura solo per sottomettersi a un’oppressione ancora più oscura, ancora più capricciosa e incontrollabile: quella esercitata dalla società stessa, poiché «sembra che l’uomo non riesca ad alleggerire il giogo delle necessità naturali senza appesantire nella stessa misura quello dell’oppressione sociale, come per il gioco di un equilibrio misterioso».

Da questa intuizione centrale si diparte, con cristallina virtù argomentativa, una sequenza di ragionamenti che svelano nei meccanismi del potere come in quelli della produzione e dello scambio altrettanti volti di una stessa idolatria. Scritto quando Hitler era al potere da pochi mesi e quando Stalin era venerato da gran parte dell’intelligencija come «piccolo padre» di una nuova umanità, questo testo non ha un attimo di incertezza nel delineare l’orrore di quel presente.

Ma, come sempre nelle opere di Simone Weil, lo sguardo è così preciso proprio perché va al di là del presente e percepisce un’immagine inscalfibile del Bene, in rapporto alla quale giudica il mondo. È uno sguardo che ci induce a «sfuggire al contagio della follia e della vertigine collettiva tornando a stringere per conto proprio, al di sopra dell’idolo sociale, il patto originario dello spirito con l’universo».

3. “L’Iliade o il poema della forza

“La forza trasforma chiunque da essa venga toccato”. Questa è per Simone Weil l’essenza del contenuto dell’Iliade. Nel poema omerico non si narra tanto l’eroismo nella battaglia o le fantastiche ingerenze degli dei nei casi umani. L’Iliade è piuttosto il poema della Forza e del potere che essa ha da una parte di portare alla rovina chi la esercita e dall’altra di pietrificare e ridurre a cosa chi la subisce.

Allo stesso tempo, nel dispiegarsi tragico della forza e nella dismisura della volontà che l’accompagna, la violenza e la sopraffazione trovano il loro pareggio nella pietà e nell’amore, ma non nel perdono: il greco non conosce infatti questa ambigua categoria propria della cristianità. Ed è grazie a questa cruda verità, in cui l’uomo viene riportato alla sua finitezza, che la grande narrazione fondativa dell’occidente, si mantiene nella luce del mito.

L’occhio di Omero guarda e narra con imparzialità quasi divina le violenze e le alterne sventure tanto degli Achei quanto dei Troiani. Lo stesso occhio, attraverso lo sguardo di Weil, osserva, in un processo di attualizzazione del mito, tanto lucido quanto partecipe, l’avvicinarsi della tempesta europea.

4. “La persona e il sacro

Veniamo all’opera forse più celebre scritta da Simone Weil, uno degli ultimi lavori da lei concepiti, che racchiude infatti il suo testamento spirituale e si focalizza sulle tematiche più care all’autrice, dal ruolo che ha l’individuo nella società al suo rapporto con il senso ultimo delle cose, oltre la secolarità e il materialismo.

5. “Il libro del potere

Infine, per conoscere meglio Simone Weil, vi suggeriamo “Il libro del potere”, un’opera che coniuga la passione dell’autrice per le culture antiche e quella per gli studi sociali. Ecco alcune parole tratte dalla prefazione all’opera, curata da Mauro Bonazzi:

“Tre motivi per leggerlo: Perché è un appassionante viaggio nell’antichità – gli eroi di Omero, la Grecia classica, il Cristianesimo eretico – alla ricerca di risposte fondamentali per la nostra vita. Perché racconta della violenza di chi ama sentirsi sempre dalla parte del giusto, del bene, della verità. Perché Simone Weil è un’autrice irresistibile, un esempio unico di coerenza e determinazione.

“I Greci ebbero la forza d’animo di non mentire a se stessi; furono ricompensati per questo e raggiunsero nella vita il più alto grado di lucidità, purezza e semplicità.” Simone Weil Non viviamo tempi facili. Ma forse non sono mai facili i tempi in cui gli uomini vivono.

Ci sono i bisogni, da cui non si può prescindere, concreti, materiali. E c’è la difficoltà, più impalpabile ma non meno pressante, di capire la realtà intorno a noi, di fare ordine nella confusione che ci circonda, di confrontarsi con chi la pensa diversamente. Non si tratta di problemi solo nostri. Sono situazioni, appunto, che gli esseri umani fronteggiano da sempre”.

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