Sei qui: Home » Libri » 1994, l’anno fatidico della narrativa italiana raccontato da Paolo Di Paolo su La Stampa

1994, l’anno fatidico della narrativa italiana raccontato da Paolo Di Paolo su La Stampa

LA CRITICA QUOTIDIANA โ€“ Dopo il 1994 la narrativa italiana รจ cambiata per sempre. Il successo imprevedibile di ''Va' dove ti porta il cuore'' diede il via alla ricerca sempre piรน ossessiva del best seller, il film ''Pulp fiction'' aprรฌ la strada a una selva di libri e autori etichettati come ''cannibali'', Enrico Brizzi con il suo ''Jack Frusciante'' inaugurรฒ il fenomeno dei ''giovani scrittori''...

Dopo il successo di “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro e di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi, il panorama editoriale italiano è sempre più stato segnato dalla ricerca del best seller e di giovani scrittori

LA CRITICA QUOTIDIANA – Dopo il 1994 la narrativa italiana è cambiata per sempre. Il successo imprevedibile di “Va’ dove ti porta il cuore” diede il via alla ricerca sempre più ossessiva del best seller, il film “Pulp fiction” aprì la strada a una selva di libri e autori etichettati come “cannibali”, Enrico Brizzi con il suo “Jack Frusciante” inaugurò il fenomeno dei “giovani scrittori”. Questi gli eventi principali che si susseguirono in dodici mesi chiave della storia della nostra narrativa riassunti da Paolo Di Paolo, l’autore di “Mandami tanta vita” finalista al Premio Strega di quest’anno che ha firmato l’Introduzione del nostro PendoLibro 2013.

IL SUCCESO DI SUSANNA TAMARO E LA RICERCA DEL BEST SELLER – “Va’ dove ti porta il cuore” non era il primo libro di Susanna Tamaro, ma con questo romanzo l’autrice si trovò al centro dei dibattiti della critica, divisa tra pareri contrastanti. Lorenzo Mondo su Tuttolibri, ricorda Di Paolo, ne parlò in termini poco entusiasti, e “se attempati signori delle lettere come Carlo Bo salutavano ‘un testo di alto spirito poetico’, altri lo inquadrarono come un romanzo retorico e stucchevole’”. Sta di fatto che il romanzo arrivò al milione di copie vendute, cifra poi decuplicata negli anni successivi. Da allora gli editori hanno cercato sempre più ansiosamente di replicare questo fenomeno. “Fa un certo effetto constatare che il mercato editoriale in vent’anni non è poi così cambiato. Né il numero dei lettori forti”, commenta Di Paolo. “certo è che l’impronta del ’94 è ancora molto visibile”. In quell’anno infatti esordivano Margaret Mazzantini e Niccolò Ammaniti, mentre “La forma dell’acqua”, primo romanzo di Montalbano, consacrava il successo di Andrea Camilleri – quei nomi, insomma, che siamo abituati a vedere in classifica.

I LIBRI “CANNIBALI” – Quanto al film di Quentin Tarantino del ’94, Di Paolo ricorda i timori sollevati al Salone del Libro di Torino da un giovane scrittore, citato da Marino Sinibaldi nel saggio “Pulp”: “come facciamo a scrivere dopo ‘Pulp Fiction?’. In realtà proprio il film fece da apripista a un genere che colonizzò gli scaffali delle librerie, “una intemperanza narrativa che rendeva protagonisti di romanzo pezzi anatomici, sangue e altri umori”.

ENRICO BRIZZI E IL FENOMENO DEI “GIOVANI SCRITTORI” – Fenomeno più duraturo di quello dei libri “cannibali” è l’ossessione, tuttora perdurante, per i “giovani scrittori”, su cui l’editoria ha iniziato sempre più a puntare dopo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi. Con il 1994 è finita l’epoca degli scrittori senza età, di maestri assoluti identificati con le loro opere e non con il loro profilo anagrafico. Proprio quell’anno moriva un altro grande scrittore italiano, Paolo Volponi,  che confidava agli amici i suoi timori: “moriremo tutti berlusconiani” – il 1994 fu infatti anche l’anno della discesa in campo di Berlusconi. “Temeva che i poteri dell’economia dominassero sempre più la nostra Repubblica”, scrive Di Paolo; “e che le ora di televisione non aumentassero la ricchezza del Paese ma ne deprimessero la coscienza culturale”. Interrogandosi se avesse ragione o no, l’autore e giornalista arriva a una conclusione certa: “Senza la faccia dell’autore, la sua età, e un buon motivo non letterario, parlare di un romanzo sarebbe stato sempre più difficile. Anche farlo vendere”.

22 gennaio 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ยฉ Riproduzione Riservata