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I 10 migliori libri del 2016 secondo il New York Times

Ecco i 10 migliori libri del 2016 secondo il celebre quotidiano americano New York Times. Sono stati tradotti in italiano soltanto tre di questi libri

MILANO – Dicembre è un mese di bilanci e tra le migliaia e migliaia di libri usciti nel 2016 si cerca di fare un po’ di chiarezza, tentando di isolare dalla moltitudine i libri migliori, quelli che non devono correre il rischio di passare inosservati. Qui di seguito riportiamo i 10 migliori libri del 2016 secondo il celebre quotidiano americano New York Times. Sono stati tradotti in italiano soltanto tre di questi libri. Gli altri probabilmente li potremo leggere nel 2017. L’ordine con cui sono presentati i libri è casuale.

1. The Association of Small Bombs” di Karan Mahajan

Finalista al National Book Award, il romanzo di Mahajan – intelligente, devastante e imprevedibile – si apre con un attacco terroristico in un mercato di Delhi, per poi seguire la vita delle persone colpite. Tra queste ci sono Deepa e Vikas Khurana, i cui figli sono rimasti uccisi, e Mansoor, cresciuto con una certa idea di radicalismo politico. Come suggerisce la narrazione, niente si riprende da una bomba: né la nostra umanità, né la nostra politica e nemmeno la nostra fede.

2. The North Water” di Ian McGuire

Spinto da una visione che è selvaggia, brutale e inesorabile, McGuire racconta la storia di un chirurgo irlandese, oppio dipendente, che incontra un vizioso psicopatico a bordo di una baleniera. Con cupo lirismo, McGuire descrive con grande abilità la violenza. Immaginate un incontro tra Joseph Conrad e Cormac McCarthy in qualche porto fatiscente. Ecco, il romanzo racconta qualcosa di simile.

3. The Underground Railroad” di Colson Whitehead

Con un’idea tanto semplice quanto audace e coraggiosa, il romanzo di Whitehead immagina uno schiavo in fuga verso nord su una ferrovia sotterranea- completa di locomotive, carri merci e conduttori. Con piccoli spostamenti di prospettiva, il romanzo (vincitore del National Book Award nella sezione fiction) si avventura in luoghi inesplorati della narrazione della schiavitù, raccontando peccati fondamentali di un’America che troppo ci è stata raccontata da narratori bianchi.

4. La vegetariana” di Han Kang

“Ho fatto un sogno” dice Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e di boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie dapprima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti. È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio, per abbracciare infine l’ideale di un’estatica dissoluzione nell’indifferenza vegetale. La scrittura cristallina di Han Kang esplora la conturbante bellezza delle forme di rinuncia più estreme, accompagnando il lettore fra i crepacci che si aprono nell’ordinario quando si inceppa il principio di realtà – proprio come avviene nei sogni più pericolosi.

5. Guerra e trementina” di Stefan Hertmans

Un grande romanzo sull’amore, la guerra e l’arte, che si nutre della testimonianza di chi ha vissuto nelle trincee delle Fiandre occidentali. Prima di morire, Urbain Martin consegna al nipote i suoi diari e tra quelle pagine c’è la vita di un ragazzo di tredici anni che sognava di fare il pittore e che lo scoppio della prima guerra mondiale ha trascinato su uno dei fronti più crudeli del conflitto. L’orrore vissuto, con le sue storie di paura e coraggio, e un grande amore perduto per sempre ritorneranno silenziosi sulle tele cui Urbain dedicherà tutta la vita, tracciando l’affascinante ritratto di un uomo che sopravvive alle grandi tragedie del secolo, portando con sé i segreti della sua famiglia.

6. Al caffè degli esistenzialisti. Libertà, essere e cocktail” di Sarah Bakewell

“Al caffè degli esistenzialisti” è un viaggio originale in una delle filosofie più affascinanti del XX secolo, abitata da personaggi che hanno impresso una traccia indelebile nella storia del pensiero contemporaneo, da Sartre e la de Beauvoir, “il re e la regina dell’esistenzialismo”, fino ai loro amici e fieri avversari come Camus, Heidegger, Merleau-Ponty e Lévinas. Attraverso l’intreccio di biografia e pensiero, Bakewell ci conduce al cuore di una filosofia talmente influente da aver cambiato letteralmente il corso di numerose vite e che è riuscita ad affrontare la più grande di tutte le questioni: chi siamo e come dovremmo vivere?

7. The Hidden History of the Billionaires Behind the Rise of the Radical Right” di Jane Mayer

Nel 1980 Charles e David Koch hanno deciso che avrebbero speso un’ingente quantità della loro fortuna per far in modo che venissero eletti i conservatori a tutti i livelli del governo. Da quel momento il mondo della politica americana non è più stato lo stesso. Dopo cinque anni a studiare le azioni dei fratelli Koch, quest’anno Mayer è riuscito a pubblicare un libro molto approfondito e bene documentato.

8. Evicted: Poverty and Profit in the American City” di Matthew Desmond

Nel maggio 2008, Desmond si trasferì in un parcheggio per roulotte del Milwaukee e poi in una pensione sulla povera North Side. All’epoca era uno studente laureato in sociologia che prendeva diligentemente appunti sulla vita delle persone sull’orlo dello sfratto: persone che pagano dal 70 all’80 per cento del loro reddito in affitto, spesso per le case che sono, oggettivamente, non adeguate a ospitare delle persone. Questo di Desmond è un libro empatico e scrupolosamente studiato che reintroduce il concetto di “sfruttamento” nel dibattito sulla povertà, mostrando come lo sfratto e il carcere possono segnare definitivamente una vita.

9. In the Darkroom” di Susan Faludi

Quando Faludi ha saputo che il suo anziano padre nel 2004 aveva subito un intervento chirurgico di cambiamento di sesso, in qualche modo è ripartito un rapporto difficile. Suo padre, sopravvissuto all’Olocausto ungherese, era violento e pieno di contraddizioni. In questo libro ricco di memorie, Faludi – da tempo nota per il suo giornalismo femminista – cerca di conciliare Steven, il patriarca prepotente che suo padre era una volta, con Stefanie, l’anziana donna che l’autrice è diventata.

10. The Return: Fathers, Sons and the Land in Between” di Hisham Matar

Il padre di Matar, Jaballa Matar – un critico di spicco della dittatura di Muammar el-Gheddafi – è stato rapito quando era in esilio, nel 1990, e ha ceduto al regime libico. Se Jaballa fosse tra le persone uccise in un massacro avvenuto in carcere sei anni dopo è impossibile saperlo; è semplicemente scomparso. Hisham Matar è tornato in Libia, nella primavera del 2012, nel breve arco di tempo dopo il rovesciamento di Gheddafi e prima dell’inizio della guerra civile. In questo libro dà libero sfogo alla sua straordinaria memoria, dando vita a una riflessione sulle consolazioni dell’arte, a un’analisi dell’autoritarismo, a una appassionata opera commemorativa.

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