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10 bestseller mondiali non ancora diventati film

Ecco 10 titoli di culto della letteratura degli ultimi 100 anni che ancora non sono stati rappresentati al cinema

MILANO – Molti dei romanzi più importanti dell’ultimo secolo non sono mai stati trasposti al cinema. Questo per diversi motivi. Da una parte i timori reverenziali che suscitano anche nei registi più famosi per la difficoltà di realizzare un film che renda merito all’opera originale, dall’altra perché risulta complicato, nella maggior parte dei casi, rappresentare sulla pellicola 180 minuti della riduzione cinematografica. Dopo avervi indicato i libri che ogni lettore vorrebbe vedere al cinema e i film tratti dai libri che usciranno in questo 2016, ecco 10 titoli di culto della letteratura degli ultimi 100 anni che ancora non sono stati portati al cinema. Ecco una panoramica tratta da Movieplayer.it . 

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Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez

Lo scrittore colombiano non ha mai concesso i diritti su questo romanzo pubblicato in lingua spagnola nel 1967. Per un regista oggi portare questa storia al cinema sarebbe un’impresa di grande difficoltà. Il romanzo, sospeso fra realismo magico e richiami metaforici racconta la grandezza e la decadenza della città di Macondo e della famiglia Buendia, in una successione appassionante di avvenimenti favolosi e grotteschi tra cronistoria e leggenda. Un romanzo che portò un soffio nuovo nella letteratura mondiale, aprendo l’Europa alla narrativa sudamericana.

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Il Giovane Holden” di J.D. Salinger

Non si tratta solo di uno dei libri più venduti dello scorso secolo, ma si parla di un libro che, fin dalla sua pubblicazione nel 1951, ha sconvolto intere generazioni. Una cruda rappresentazione dell’istinto di ribellione degli adolescenti. La sua storia, quella di Holden Caufield, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, sarebbe perfetta per una rappresentazione cinematografica. Salinger ha sempre negato i diritti. I cultori del cinema se ne devono fare una ragione.

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Le correzioni” di Jonathan Franzen

Tutti i tentativi di trasposizione di quest’opera, che si trattasse di un film o di una serie tv, sono naufragati. Molti pensano che si tratti di un libro con enormi potenzialità cinematografiche. In questo caso non ne sono stati negati i diritti cinematografici e quindi in futuro prossimo potremmo vederlo al cinema, anche se non abbiamo ancora notizie in merito. Nel libro sono raccontate le esperienze caotiche dei componenti della famiglia Lambert, quelle dei genitori, una matura coppia di pensionati di nome Alfred ed Enid, e quelle dei loro figli.

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Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar

Imperatore di Roma fra il 117 e il 138, è uno dei personaggi più influenti della storia romana. Questo grande romanzo è stato pubblicato nel 1951 dalla scrittrice belga Marguerite Yourcenar. Il libro è scritto come se si trattasse di un vero e proprio memoriale in cui l’imperatore racconta i suoi amori, le sue vittorie e i suoi pensieri. Ne emerge un ritratto della società romana del tempo. Per ora questo libro non è ancora stato portato al cinema a differenza di altre due opere della scrittrice come  “Il colpo di graziae L’opera al nero.

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Pastorale americana” di Philip Roth

Possiamo considerarlo come il libro più applaudito tra quelli scritti da Philip Roth, uno dei più grandi scrittori della letteratura contemporanea. I rumors dicono che potrebbe diventare presto un film, ma non è stata girata ancora una scena. Ma di cosa tratta l’opera? Un’allegoria politica, un libro sulla vecchiaia, sulla memoria, sull’intollerabilità di certi ricordi. Seymour Levov è alto, biondo, atletico: al liceo lo chiamano «lo Svedese». Ebreo benestante e integrato, ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e di gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam, esplose negli Stati Uniti, non coinvolgono anche lui, e nel modo piú devastante.

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La casa del sonno” di  Jonathan Coe

Cuore di questo romanzo è un edificio abbarbicato in cima a uno scoglio a picco sull’oceano: la “casa del sonno” del titolo. Nei primi anni Ottanta è un alloggio per studenti universitari. E’ qui che si incontrano, si sfiorano o s’ignorano i destini dei personaggi. La sua produzione è vasta, ma questo libro, edito nel 1997, è quello che ha riscosso più successo. Il romanzo rappresenta un emozionante racconto di formazione che segue le esistenze di un piccolo gruppo di protagonisti, ex compagni di collegio alle prese con le difficoltà, le sofferenze e i cambiamenti della loro vita da adulti: Robert, sensibile e romantico, innamorato di Sarah, legata a sua volta alla volitiva Veronica, Tierry, cinefilo incallito, e Gregory, ossessionato dai propri studi sul sonno.

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Gita al faro” di Virginia Woolf

La scrittrice inglese è una delle più amate di sempre tra i lettori di tutto il mondo. In questo caso costruisce un romanzo profondo e straordinario, un viaggio nel cuore di una famiglia, tra conflitti sotterranei, alleanze e tensioni che sopravvivono nel tempo. Le vicende della famiglia Ramsay possono essere lo scenario ideale per portare al cinema diversi temi importanti come la famiglia, il rapporto genitori e figli.

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Confessioni di una maschera” di Yukio Mishima

Yukio Mishima non è soltanto uno dei massimi autori della letteratura asiatica, ma anche una figura simbolo della cultura giapponese del Novecento. “Confessioni di una maschera” è un’opera dall’impronta parzialmente autobiografica, scritta come un memoriale in prima persona in cui il protagonista, Kochan, ripercorre la sua infanzia travagliata, gli anni dell’adolescenza e la presa di coscienza della propria omosessualità, tra fantasie inconfessabili e la necessità di soffocare i propri reali sentimenti per indossare una quotidiana “maschera” con cui presentarsi agli occhi della società. Temi importanti e discussi, forse determinanti sul fatto che questa storia non sia stata ancora portata al cinema.

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La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda

Nel “La cognizione del dolore”, apparso parzialmente su “Letteratura” tra il 1938 e il 1941 e pubblicato” nel 1963, Gadda usa uno stile espressionistico che mette in scena personaggi e vicende come manifestazioni di disadattamento affettivo, sociale e politico, fino ad assumere aspetti di un’angoscia metafisica. I tratti autobiografici appaiono quasi scoperti, e “la violenza autolesionista assume un suono curioso”. Qualsiasi denigrazione Gadda compia di se stesso, si trasforma, tra le mani di questo straordinario Narciso, in una apologia.

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Underworld” di Don DeLillo

Nessuno, fino ad ora, ha avuto il coraggio di intraprendere l’impresa proibitiva di realizzare una sceneggiatura dal libro più famoso e acclamato dello scrittore newyorkese, Underworld, edito nel 1997. Certo, bisogna dire che portare un libro di 800 pagine al cinema non è semplice, sopratutto perché non può essere raccontato tutto e bisogna essere bravi a selezionare cosa raccontare e invece a cosa tralasciare. Forse è proprio questo che ha fatto desistere, anche i più grande registi, dal realizzarne una trasposizione cinematografica.

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