Esame di Maturità: quando la preparazione non basta, c’è sempre il “piano B”: la scorciatoia. È l’opzione che sta valutando il 19% dei maturandi – quasi uno su cinque – che, oltre ai libri e agli appunti, in queste ore si sta attrezzando con strategie per copiare durante le prove dell’esame di Stato.
E anche nell’era dell’intelligenza artificiale, l’analogico continua a fare scuola: tra gli studenti che stanno pensando di ricorrere all’aiutino, infatti, i tradizionali bigliettini restano i più gettonati, battendo persino ChatGPT e suoi simili. Forse perché, alla fine, il timore di essere beccati con lo smartphone supera il vantaggio di avere una risposta pronta in tasca, soprattutto quando il rischio è quello di vedersi annullare la prova.
A rivelarlo è un’indagine condotta dal portale Skuola.net su un campione di 1.000 studenti di quinto superiore, intervistati quando ormai mancano poche ore al via dell’esame di Stato 2025.
Il piano B degli studenti: copiare
E se in origine era il tema di italiano a far tremare i polsi, oggi il vero spauracchio per oltre la metà di chi pensa a scorciatoie (50%) è la seconda prova scritta, il cosiddetto scritto d’indirizzo, che verte sulle materie caratterizzanti i singoli percorsi di studio.
Il 28% di chi sta valutando il “piano B” ha già deciso: se ne avrà l’occasione, metterà in atto la propria strategia senza troppi tentennamenti. Il restante 72% adotta invece un atteggiamento più prudente: si prepara all’evenienza, ma tirerà fuori gli “aiutini” solo se la situazione lo richiederà davvero.
Anche perché, come detto, il rischio è dietro l’angolo: chi viene colto in flagrante può essere escluso dall’esame. Forse è proprio questa prospettiva a trattenere il 24% – circa 1 maturando su 4 – dal tentare la sorte. A questi si aggiunge un 29% di studenti che si dichiara convinto di potercela fare con le proprie forze. Meno netta la posizione del quarto abbondante rimanente, pronto a chiedere una mano ai compagni se le cose dovessero mettersi male.
La collaborazione alla maturità
Quel 28% di maturandi che, in caso di bisogno, conta sull’aiuto dei compagni di banco, potrebbe però restare deluso. La collaborazione durante la prova, infatti, non è affatto garantita: il 38% degli studenti intervistati ha dichiarato che non intende passare, ma più che altro per paura di essere colto sul fatto e avere conseguenze negative. Mentre il 9% rivela di non voler proprio aiutare nessuno.
Alla fine dei conti, appena poco più della metà degli studenti (53%) potrebbe effettivamente dare una mano durante l’esame. Il condizionale, però, è d’obbligo: anche tra i “disponibili”, molti valuteranno se intervenire o meno in base alla simpatia per il compagno in difficoltà.
Bigliettini e foglietti battono ancora smartphone e ChatGPT
Passando in rassegna tutta l’operazione copiatura, poi, subito salta all’occhio un dato curioso: come anticipato, a prevalere sono i metodi vecchia scuola, che superano nettamente le scorciatoie offerte da smartphone e IA.
Circa il 90% di chi pensa di barare opterà per i cari, vecchi strumenti analogici, mentre circa il 66% si affiderà alla tecnologia. E non manca chi si presenterà all’esame “armato” fino ai denti, con un doppio piano d’azione, scegliendo al momento quello più congeniale alla situazione.
Tra i metodi “tradizionali” su cui si punterà di più, il più in voga sembra essere il vecchio trucco di appuntarsi concetti e nozioni nelle pagine “vuote” del vocabolario: un escamotage a cui sta pensando 1 su 4.
In alternativa, restano molto popolari i bigliettini nascosti sotto i vestiti (citati dal 23%) e il “pellegrinaggio” ai bagni dell’istituto, dove appunti ben nascosti attendono di essere consultati al momento opportuno, lontano dagli sguardi vigili dei docenti: un’opzione verosimile per il 14%.
Infine, rimane salda in piedi anche l’ipotesi di avvalersi di fogli protocollo preparati in anticipo a casa, da mischiare con quelli ufficiali forniti dalla commissione: una scappatoia a cui sta pensando l’11% degli intervistati.
Passando a chi punta sull’aiuto della tecnologia, lo smartphone si conferma l’alleato principale. E i modi per sfruttarlo, anche in un contesto controllato come quello dell’esame di Maturità, non mancano. Il 32% – tenendolo con sé o nascondendolo in bagno – tenterà di usarlo in una maniera tradizionale, ovvero come strumento di ricerca sui motori di ricerca o di scambio di informazioni con l’esterno tramite gruppi di messaggeria istantanea o documenti condivisi, eventualmente accessibili da smartwatch; senza dimenticare appunti e file audio già caricati sul device.
Non mancherà poi chi – il 4% – ha predisposto l’aiuto da casa e ha già organizzato un call-center a cui collegarsi con tanto di auricolare nascosta per ricevere suggerimenti in tempo reale.
A chi non ha intelligenza umana disponibile non resterà che usare quella artificiale: il 20% di coloro che stanno approntando soluzioni tecnologiche per copiare auspica di poter contare su ChatGPT e soci.
“Da anni grazie ai nostri instant poll post prove di Maturità possiamo constatare che gli studenti che copiano all’esame di Stato non sono pochi: il 10-20% nel corso della prima prova di italiano, il 20-30% nel corso della temutissima seconda prova. E nonostante nell’immaginario collettivo si pensi che questa pratica venga espletata soprattutto attraverso la tecnologia – lo smartphone di riserva non consegnato alla commissione – in realtà più della metà di questi ricorre ai cari e vecchi foglietti, alle notazioni sul dizionario e…al compagno di banco”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.