Sei qui: Home » Istruzione » Scuola, per gli studenti no alla DAD, sì alla sicurezza

Scuola, per gli studenti no alla DAD, sì alla sicurezza

Domani 14 gennaio è annunciato lo sciopero nazionale dell'Unione degli studenti. A nostro avviso, temi giusti ma tempistica è sbagliata.

Domani 14 gennaio 2022 è stato annunciato lo sciopero degli studenti, o meglio dell’Unione degli Studenti, per dire no alla didattica a distanza, più in generale contro la disorganizzazione scolastica e ribadire l’esigenza della sicurezza. C’è dal dire che questo sindacato studentesco non lascia molte tracce riguardo a numerosità e rappresentanza.  Fa parte, questo è sicuro, del forum nazionale giovani. Ciò che colpisce è la tempistica dello sciopero. Per essere chiari condividiamo al 100% i temi proposti dagli studenti, ma è anche vero che arriva nel momento più sbagliato e potrebbe dare spazio ad interpretazioni o peggio speculazioni diverse riguardo alle vere richieste degli studenti

Studenti, “chiediamo trasporti sicuri e mascherine FFP2”

L’Unione degli Studenti chiede attraverso un comunicato pubblicato sul profilo Instagram seguito da quasi 9 mila persone, “Diciamo basta al ricatto tra presenza e didattica a distanza. I trasporti e le nostre aule continuano ad essere sovraffollate, gli edifici scolastici sono inadatti per affrontare la pandemia, gli screening in tanti casi non sono stati fatti e non sono ancora stati programmati, le mascherine FFP2 non sono garantite nelle scuole, il sistema dei tracciamenti è completamente saltato.”

Studenti, no alla DAD

La soluzione però non può essere ancora la DAD, è stato dimostrato come la didattica a distanza debba restare uno strumento solamente emergenziale. Ha provocato difficoltà di apprendimento, disagio psicologico e dispersione scolastica. Dopo due anni non si può più parlare di emergenza.

Luca Redolfi, coordinatore dell’Unione degli Studenti, parla del rientro a scuola di questi giorni: “Dopo quasi due anni di pandemia è inaccettabile che la scuola continui a farsi trovare impreparata, il Governo ha delle responsabilità politiche gravi in questo disastroso rientro e noi studenti non siamo stati ascoltati”.

“Già in questi giorni in molte scuole del paese – continua Redolfi – le studentesse e gli studenti stanno scioperando, convochiamo la data di sciopero studentesco nazionale il 14 gennaio. Chiediamo di essere ricevuti il prima possibile dal Ministro Bianchi, di avere la certezza che si intervenga sui problemi strutturali della scuola come trasporti e classi pollaio, che vengano garantiti tamponi e mascherine FFP2 a tutte le studentesse e gli studenti, che si riattivi il sistema di tracciamento” conclude Redolfi.

Galimberti, "Molti professori sono innamorati dello stipendio, non dell'insegnamento"

Galimberti, “Molti professori sono innamorati dello stipendio, non dell’insegnamento”

Il professore e filosofo Umberto Galimberti, ospite a In Onda su La7, si inserisce nel dibattito sul ritorno a scuola dopo le festività e si è rivolto direttamente alla categoria degli insegnanti.

Gli studenti meritano una scuola migliore

Gli studenti hanno ragione, non meritano una Scuola che presenta, in molte zone d’Italia,  gravi lacune strutturali: edifici e classi non adeguate, materiale scolastico e strumenti didattici non all’altezza. Alla Scuola, ormai da anni, mancano sempre i fondi necessari per garantire agli studenti di poter “vivere” un’esperienza scolastica degna di potersi definire tale. 

La scuola italiana che dovrebbe essere il primo pilastro per il futuro della Nazione presenta gravi limiti.  Si punta l’indice su Presidi e Insegnanti, i quali molte volte fanno miracoli per permettere una didattica adeguata per i loro studenti. La Scuola è il futuro e se il futuro dell’Italia è legato all’immagine della nostra Scuola si capisce immediatamente che il Paese non guarda al futuro. 

La Scuola dovrebbe essere il primo investimento per l’Italia. Solo attraverso un’adeguata istruzione si può garantire una crescita sociale ed economica. 

Lo sciopero non sia un modo per chiudere le scuole

Molti Presidi e Insegnanti oggi sono convinti che non ci siano le condizioni per tornare a scuola. Lo sciopero e i temi che mette al centro l’Unione degli Studenti riguardo alla sicurezza sono gli stessi lamentati in questi giorni dalle categorie professionali che operano nella didattica scolastica.

Trasporti, tracciamento, mascherine, vaccinazioni sono il tema che Presidi, Insegnanti e molti genitori hanno evidenziato come il primo Problema per il rientro a scuola. Così come un’innegabile aumento dei contagi. Ecco perché questo sciopero, che merita rispetto, potrebbe invece spingere altre organizzazioni a reclamare quella didattica a distanza, che proprio gli studenti non vogliono più.

Lo sciopero arriva nel momento sbagliato

Questo sciopero, a nostro avviso, arriva nel momento meno opportuno. Questo non significa che siamo contro lo sciopero, ma non condividiamo la mancata presenza in classe. In questi giorni lo scontro tra Governo, rappresentanti delle Regioni, sindacati è stato duro. Tutti, però, hanno dimostrato il CORAGGIO di riaprire le scuole. Nel momento in cui si riapre, gli studenti chiudono. Questo ci sembra assurdo e poco logico. Purtroppo, la Scuola non può essere riaggiustata in pochi giorni, i punti evidenziati dagli studenti non possono essere soddisfatti in poco tempo, anche se ci sembra assurdo che non ci siano a disposizione le mascherine.

Fare arrivare le richieste al Ministro Bianchi è giusto e condivisibile. Ma, tali richieste potrebbero arrivare anche andando a Scuola. Per la politica se i ragazzi non entrano in classe potrebbe non essere un problema. Anzi, per una parte può essere il modo per reclamare proprio ciò che i giovanni in questo momento non vogliono. 

Ecco perché tornare a Scuola è il modo più giusto di dimostrare la necessità dei propri diritti e insieme agli insegnanti fare fronte comune perché la Scuola possa finalmente cambiare. La lotta per una Scuola migliore va fatta in classe. Non devono esserci alibi per le richieste di una nuova chiusura. Gli studenti possono utilizzare modi diversi e innovativi, grazie anche ai social, per far arrivare i loro messaggi. Quindi, lo sciopero avvenga in modo telematico e la didattica riportiamola in presenza.

Saro Trovato

© Riproduzione Riservata