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“Compagno di banco”, la poesia che celebra l’amicizia tra i banchi di scuola

La poesia di Marino Moretti celebra la bellezza del rapporto tra i compagni di banco; si cresce fianco a fianco, ci si supporta nei momenti di difficoltà, dando vita ad un rapporto di sincera amicizia.

La scuola è uno dei luoghi più importanti della formazione personale; i primi amori, i legami d’amicizia che durano in eterno, gli insegnamenti dei grandi del passato, le prime delusioni e la voglia di riscatto, tutto questo concentrato in un unico luogo. In particolare, il primo giorno di scuola si sceglie quello che sarà il proprio compagno di banco, una figura che per molti rappresenta o ha rappresentato il primo pilastro che sorregge il cammino della propria crescita personale. A celebrare questo rapporto speciale è la poesia Compagni di banco si Marino Moretti

Compagni di banco

Oh, Poggiolini! Lo rivedo ancora
con quel suo mite sguardo di fanciulla,
e lo risento chiedermi un nonnulla
con una voce che… non so… m’accora.
Che cosa vuoi? Son pronto a darti tutto:
un pennino, un quaderno, un taccuino,
purché tu venga per un po’ vicino
al cuore che ti cerca dappertutto.
Oh non venirmi accanto come sei
ora: avvocato, chimico, tenente,
ché cercheresti invano nella mente
il mio ricordo dandomi del lei!
lo non voglio saper, fratello, come
passaron gli anni sopra la tua vita:
voglio l’occhiata timida e smarrita
che rispondeva, un giorno, al tuo cognome.
Voglio che tu mi renda per un’ora
la parte del mio cuor che tu non sai
di posseder, da tanto tempo ormai!
e noi saremo i due compagni ancora!
Noi siederemo ad uno stesso banco
riordinando i libri a quando a quando,
e rileggendo un compito, e guardando
sul tavolino un grande foglio bianco…
Il registro, a cui tutti eran diretti,
quando c’interrogavano, gli sguardi;
io lo sapevo a mente… Leonardi,
Massari, Mauri, Méngoli, Moretti…
Il registro coi voti piccolini
nelle caselle dietro i nomi grandi,
tu lo sapevi a mente… Nolli, Orlandi,
Ostiglia, Paggi, Poggi, Poggiolini…
Dio, che tristezza ricordare questi
nomi d’ignoti a cui demmo del tu!
nomi che non si scorderanno più,
perché in fila così, perché modesti!
O Poggiolini, che fai tu, che pensi?
Forse tu vivi in una tua casina
odorata di latte e di cedrina,
e sguardi e baci ai figli tuoi dispensi!
Forse la sera giuochi la partita
fino alle dieci e mezzo (anche più in là!)
con la moglie, la suocera… e chissà,
forse con Poggi o Méngoli! …La vita!
lo nulla. Quello che fu mio lo persi
strada facendo, quasi inavvertitamente;
e adesso, se ho un foglio e una matita,
faccio – indovina un po’ – faccio dei versi!

Un rapporto speciale

La bellezza del rapporto tra i compagni di banco sta nella condivisione e nella complicità; si cresce fianco a fianco, ci si supporta e ci si sostiene nei momenti di difficoltà e, tra un compito in classe e un’interrogazione, nasce un rapporto di sincera amicizia. Questa poesia è una dedica perfetta per comunicare al nostro compagno di banco l’impegno e la cura che metteremo nel nostro legame, che saremo sempre al suo fianco, che troverà in noi, sempre e comunque, un sincero compagno di viaggio. In particolare, citiamo questo verso da dedicare al proprio compagno di banco:

Che cosa vuoi? Son pronto a darti tutto

Un’amicizia magica

Il vicino di banco è il compagno di vita che ci scegliamo. C’è qualcosa, nel momento in cui ci sediamo accanto a lui per la prima volta, che è vicina alla magia; è come se in quel primo sguardo ci riconoscessimo reciprocamente, o forse sentiamo di aver ritrovato una parte di noi. È una sensazione indescrivibile. Bisogna aver cura del compagno di banco, perché questo è uno dei legami d’amicizia che durano in eterno.

La poesia di Marino Moretti

La poesia Compagni di banco è stata scritta nel 1911, probabilmente mentre Moretti era a Napoli, mentre l’antologia Tutte le poesie contiene l’intera produzione del poeta crepuscolare. Le poesie di Moretti sono improntate all’osservazione delle piccole cose, alla semplicità della vita e alla debolezza dell’uomo dinnanzi allo scorrere del tempo.

 

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