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Raccontare il mondo ai bambini ai tempi del Coronavirus

L'ex preside scolastico Giuseppe Adernò ci spiega l'importanza del ruolo di genitori e insegnanti per l'educazione dei ragazzi in questo particolare periodo

In queste settimane, il Coronavirus sta spaventando un po’ tutti, anche se razionalmente possiamo comprendere che, ad oggi, la situazione è sotto controllo. La chiusura delle scuole, la limitazione d’incontri e convegni, le dettagliate e rigorose indicazioni emanate dal Governo e dalla Protezione civile: tutto ciò sta creando un clima di forte tensione emotiva dettata dalla paura, da una psicosi d’incertezza e di mutamento delle tradizionali forme di relazione sociale e civile.

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Stili di vita mutati

Il saluto, la stretta  di mano e l’abbraccio e poi ancora le poltroncine distanziate, le condoglianze ai funerali, l’acqua benedetta in chiesa, la comunione nella mano, le messe in TV. Infine le lezioni a distanza sono tutti segni d’innovazione, volti a mutare lo stile di relazione tra le persone. Questo momento di emergenza dovuto al Coronavirus sollecita unità e convergenza da parte di tutte le forze politiche e di tutti i cittadini con un forte senso di responsabilità. Come ha sollecitato il Presidente della Repubblica, la situazione attuale impegna gli educatori e di genitori a compiere specifiche azioni e finalizzati interventi.

Come spiegare il Coronavirus ai bambini

Spiegare e far comprendere anche ai piccoli le motivazioni della chiusura delle scuole significa dare informazioni corrette sul Coronavirus. Esso fa parte della famiglia di virus respiratori, associati a un focolaio di casi di polmonite com’è avvenuto prima in Cina. Da medio oriente poi il Coronavirus è arrivato in Germania, in Italia ed ora in quasi tutti i Paesi del mondo. Rispondere alle domande dei bambini e dei ragazzi e dare corrette spiegazioni contribuisce a suscitare una significativa motivazione a compiere determinati gesti di prevenzione e di tutela.

Esorcizzare la paura da Coronavirus

Non è facile comprendere il fenomeno in questo momento e il modo in cui vengono comunicate le notizie circa il numero dei decessi, e dei pazienti che risultano positivi ai tamponi, inevitabilmente acuisce il clima di tensione.  La paura che si diffonde non è proporzionale alla reale pericolosità dell’evento e le generalizzate adozioni di norme preventive alterano la capacità di valutare il rischio. Esorcizzare la paura nel rispettare le distanze, nel cantare mentre ci si lava le mani, nel salutarsi con i piedi, sono tutte manifestazioni che con un pizzico di umorismo rendono allegre e divertenti i nuovi stili di comportamento che segnano l’inizio del secondo ventennio del Duemila.

Con il Coronavirus siamo di fronte a qualcosa di nuovo, che stiamo imparando a conoscere e che non si comprende ancora pienamente. Si tratta di un virus invisibile che ha la capacità di diffondersi in maniera molto veloce ed è qualcosa di non controllabile. Anche se il numero dei decessi non è allarmante, esso ci porta a fare i conti con una delle paure più forti dell’essere umano: la paura del contagio e della morte.

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Monitorare le notizie

Il Coronavirus è la prima epidemia che corre sui social ed il bombardamento d’informazioni allarmistiche, insieme alle fake news che arrivano, sono controproducenti. Esse arrivano al punto da fari suscitare il rifiuto e di non voler sentire notiziari e telegiornali. E’ importante monitorare la visione di notizie e filtrarle; molte informazioni, infatti, se non adeguate all’età dei bambini, rischiano di essere fraintese.

Il ruolo di un educatore ai tempi del Coronavirus

L’attento genitore ed il bravo educatore cercano di dare ai ragazzi informazioni chiare e semplici su cosa sta succedendo. Essi devono evitare che i bambini si diano spiegazioni in maniera autonoma, facendo collegamenti scorretti ed elaborando idee sbagliate. Ciò rischierebbe di amplificare le loro preoccupazioni dovute al Coronavirus. Rispondere in maniera semplice e chiara alle loro domande diventa importante ed essenziale per un’educazione efficace, capace di far loro vincere la paura. Ascoltare e accogliere le paure dei bambini, parlarne insieme e legittimare l’emozione è molto importante, come pure è significativo dare il buon esempio ed essere modello funzionale di gestione delle emozioni. Non si può pretendere che i bimbi siano tranquilli di fronte all’ascolto delle notizie se gli adulti sono i primi ad allarmarsi.

Prevenzione e attenzione sul Coronavirus

Le notizie che il Coronavirus ha avuto origine in Cina hanno destato atteggiamenti irrazionali di discriminazione verso i coetanei cinesi e i negozi dei cinesi. I bambini assorbono come spugne i comportamenti di chi sta intorno a loro e il rischio è che prendano ad esempio questi modelli. Adesso il fenomeno Covid 19 ha assunto altre dimensioni e forse cambierà ancora nei prossimi giorni, facendo percepire un disagio che si estende sempre più e sollecita prevenzione e attenzione.

La fragilità degli imprevisti

Le norme del buon galateo riguardano il lavarsi le mani spesso e con attenzione, il modo corretto come starnutire ed asciugarsi, il disinfettare gli ambienti ed avere aule e scuole pulite. Queste sono regole di sempre, che adesso vengono meglio apprese e praticate, con l’auspicio che permangano anche ad emergenza conclusa. “La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti”. Questa espressione di John Lennon aiuta a comprendere la fragilità degli imprevisti che possono accadere. Il Coronavirus ha provocato rinvii d’iniziative e convegni, di attività programmate, di gemellaggi, viaggi e uscite didattiche. Si vive quasi in una realtà surreale.

La chiusura delle scuole

La sospensione delle attività didattiche e la chiusura delle scuole si è rivelata negativa per lo sconvolgimento della vita familiare dei genitori lavoratori. In alcune realtà la scuola ha avviato una procedura di lezioni on line, da casa a casa, per via telematica. Si è constatato  come in questa didattica innovativa venga a mancare l’afflato pedagogico, il contatto e la relazione educativa tra docente e studente e la dimensione socializzante del gruppo classe.

“Chi afferma che siano meglio di quelle frontali dice frottole», afferma Alessandro Barbero, storico e docente all’Università del Piemonte Orientale. “L’insegnamento online, soluzione per un’emergenza, è molto più scadente di quello in presenza: il contatto diretto è insostituibile. Nella cultura di oggi c’è la tendenza a infatuarci della tecnologia e dell’innovazione del giorno. C’è anche un altro rischio: che qualcuno promuova questa didattica con l’idea di risparmiare sul numero dei docenti”.

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La didattica a distanza

Il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro è intervenuto in merito alla didattica a distanza. “Bisogna distinguere tra didattica a distanza, da utilizzare come solo strumento di estrema straordinarietà, e didattica digitale, come positiva metodologia che i docenti possono utilizzare per innovare metodi e pratiche. Insegnare a distanza può essere utile, ma solo in una situazione eccezionale come quella che viviamo in queste ore. L’insegnamento è, infatti, relazione, socialità e sviluppo del senso critico e non si può che farlo insieme docenti, studenti e famiglie”.

Registrare tra gli studenti la “nostalgia della scuola” è un segno di alta qualità. Essa consente di apprezzare e riconoscere alla scuola la significativa valenza sociale di crescita della persona umana. Ciò favorisce lo sviluppo armonico e integrale dello studente che si prepara ad essere cittadino.

Giuseppe Adernò

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