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Maturità 2024, come sono andati gli esami orali

Le commissioni, per la maggior parte degli studenti, sono state tutt’altro che “morbide”. E molti docenti non hanno raccolto le indicazioni del Ministero sull’approccio alle domande e sul ruolo del Capolavoro

Un’interrogazione in pieno stile, di fronte a commissari rigorosi, con alcuni “fuori programma” non preventivabili. Per molti studenti gli esami orali di Maturità, ultimo passaggio prima della conquista del diploma, è stato più complesso del previsto. Più di 1 su 2, infatti, ha dovuto sottostare a un fuoco di fila di domande “classiche”, circa 6 su 10 si sono ritrovati al cospetto di professori che non hanno fatto granché per metterli a proprio agio e 1 su 3 ha dovuto persino parlare del discusso “Capolavoro”. A compilare questo primo bilancio dei colloqui sono stati direttamente loro: 500 maturandi, interpellati dal portale Skuola.net.

Maturità 2024: gli esami orali

Davvero una brutta sorpresa, visto che in parecchi si erano approcciati al confronto con la commissione con aspettative completamente diverse. La stessa Skuola.net, dopo gli scritti, aveva raccolto molte domande da parte di diplomandi che, con in tasca già almeno il 60 (frutto dei crediti scolastici e degli esiti delle prime due prove), mostravano un atteggiamento quasi sfrontato. Alcuni esempi? “Che succede se non mi siedo, firmo e me ne vado?”, “Quanti punti vale la sola presenza?”, “Se faccio scena muta rischio una penalizzazione?”.

E, invece, il “pezzo di carta” se lo sono dovuto sudare. Perché i commissari, il più delle volte, hanno scelto di essere protagonisti. Anche se, agli occhi degli studenti, sono apparsi piuttosto degli antagonisti. Così, solo 4 su 10 hanno trovato docenti “accoglienti”. Gli altri? Il 27% è stato messo sotto soprattutto dai professori esterni. Fin qui niente di anomalo. Ma nel 20% dei casi a tentare di mettere in difficoltà il candidato pare ci si siano messi anche i commissari interni. E per il 14% le insidie maggiori sono venute addirittura quasi esclusivamente dai propri insegnanti.

Gli imprevisti

Nel pratico, poi, molte commissioni sembrano aver disatteso l’invito del Ministro Valditara, che chiedeva ai prof di svolgere un colloquio più dialogico che nozionistico. Il 28% dei maturandi, oltre al materiale proposto come spunto iniziale per l’avvio di collegamenti multidisciplinari, ha però dovuto rispondere a sei o più domande “secche” aggiuntive sui programmi scolastici. E ad un altro 37% gli sono state poste almeno tre domande di approfondimento. A conti fatti, solo un terzo abbondante (35%) ha archiviato la pratica col minimo sforzo.

A proposito dei materiali preparati dai professori per far partire l’orale, è interessante notare come la tipologia nettamente più utilizzata sia stata un’immagine: così per il 43% degli studenti intervistati. A seguire, un testo scritto – un brano letterario, un discorso, una frase, ecc. – “pescato” dal 19%. Terza scelta, le foto di personaggi famosi o le date storiche significative, entrambe capitate in sorte al 9%. Meno sfruttati, infine, teoremi e formule (7%).

I “Capolavori” comparsi all’esame

Ma i docenti, a volte, sono andati anche oltre quelle che erano le loro prerogative. Sempre il Ministro dell’Istruzione, alla vigilia dell’esame, aveva ribadito come i cosiddetti “Capolavori” – esperienze significative che gli studenti possono inserire nel proprio E-Portfolio sulla piattaforma Unica, per valorizzare il singolo percorso formativo – non sarebbero comparsi all’orale di Maturità. Invece, circa 1 commissione su 3 sembra che abbia chiesto conto anche di questo. Discostandosi, di fatto, dalle regole sull’esame.

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