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Maturità 2023, quanto costa prepararsi agli esami?

La Maturità torna alla formula “pre-pandemia” ma gli studenti, dopo tre anni di didattica a singhiozzo, non si sentono pronti: seconda prova e colloquio orale i passaggi considerati più “ostici”

Diplomarsi e prepararsi alla maturità costa. In termini di fatica su libri e appunti ma anche dal punto di vista economico. Infatti, ben 1 maturando su 4 quest’anno ha fatto ricorso alla ripetizioni private per arrivare pronto all’Esame di Stato 2023. A dirlo, i risultati di un sondaggio effettuato nelle scorse settimane da Ripetizioni.it – piattaforma italiana di riferimento per le lezioni private, online e in presenza – su un campione di 1.000 ragazze e ragazzi che tra pochi giorni si troveranno al cospetto delle commissioni.

Ma la platea di coloro che hanno avuto bisogno di un tutor si allarga ulteriormente se si prendono in considerazione anche coloro – circa 1 su 7 – che hanno ricevuto supporto gratuito da amici, genitori, parenti. Alla fine, perciò, solo il 60% degli intervistati può affermare che il diploma sia esclusivamente farina del suo sacco, frutto di studio individuale.

Quanto si spende per preapararsi alla maturità

A conti fatti, chi ha messo mano al portafoglio ha speso in media 439,40 euro, ovvero quasi il 10% in più rispetto al dato medio – rilevato tra gli studenti delle superiori sempre da Ripetizioni.it – investito nell’anno scolastico appena concluso. Va però segnalato che, sempre nel corso di quest’anno, 1 maturando su 5 ha speso più di 500 euro per sostenere i costi delle ripetizioni private.

Perché si ricorre alle ripetizioni

Il motivo di questa corsa alle ripetizioni? È presto detto: dopo un triennio di esami in versione “ridotta”, dovuti all’emergenza sanitaria, stavolta la Maturità torna alla sua formula standard. A differenza di dodici mesi fa, quando ci fu un primo tentativo di ritorno alla normalità, entrambi gli scritti saranno infatti preparati dagli esperti del Ministero. Nel 2022 invece la seconda prova – quella sulle materie caratterizzanti i vari indirizzi di studio – fu predisposta dai docenti interni alla scuola.

Ma la novità che forse spaventa di più è il ritorno della commissione mista: metà dei docenti, come anche il presidente, saranno infatti sconosciuti. Dodici mesi fa l’unico volto nuovo era solo quest’ultimo. Il che, associato al fatto che il sistema di valutazione dava lo stesso peso al credito scolastico e alle prove d’esame, contribuì a rendere i voti finali più generosi. Oggi, invece, si torna a restituire preponderanza alle prove finali.

Proprio il secondo scritto e l’interrogazione conclusiva sono i passaggi che spaventano maggiormente e che sono alla base del ricorso alle lezioni private, soprattutto in questo periodo: sono la preoccupazione principale, rispettivamente, del 31% e del 33% dei maturandi che le stanno svolgendo. Oltre un quarto (26%), però, sta mettendo a punto tutte le prove – quindi anche lo scritto di Italiano – in misura simile.

Le materie più “temute”

Quindi le materie su cui si stanno prendendo più ripetizioni sono l’immancabile matematica – presente in tutti gli indirizzi di studi – seguita dalle scienze (chimica, fisica, biologia, ecc.) e dalle lingue straniere. Completano la top 5 delle discipline più richieste alcune di quelle caratterizzanti alcuni indirizzi liceali o tecnici, come il diritto o l’economia aziendale.

Una copertura, quella delle ripetizioni specifiche per la preparazione dell’esame, che peraltro avrebbe potuto essere persino più alta. Visto che il 16% degli intervistati, pur sentendo l’esigenza di un supporto, alla fine non ha potuto usufruirne, per i motivi più vari (economici, organizzativi, ecc.). Altrimenti la domanda effettiva sarebbe tranquillamente andata oltre il 40% degli studenti.

Il ruolo dell’istruzione privata

“In vista dell’Esame di Stato 2023, molti studenti di quinto superiore hanno deciso di prendere ripetizioni private, sia nel corso dell’anno scolastico sia in questi ultimi giorni che precedono la prima prova scritta . L’ampiezza del fenomeno fa pensare più ad una necessità che a un vezzo, anche perché la spesa media è quantificabile nell’ordine di 440 euro per studente. Molti di loro, probabilmente, sono stati spinti dal ritorno alla formula standard della Maturità, dopo un triennio di esami ridotti a causa dell’emergenza sanitaria. E se non fossero stati ostacolati da diverse ragioni, come limitazioni economiche o organizzative, il numero effettivo di studenti che avrebbe sfruttato le ripetizioni potrebbe tranquillamente sfiorare la metà dei maturandi. Sono dati che fanno riflettere, sottolineando come il ruolo dell’istruzione privata complementare non possa più essere ignorato, soprattutto in termini di sostegno economico alle famiglie che sono costrette a farvi ricorso”, commenta così i dati Marco Sbardella, founder e Head of Marketing & Business Development di Skuola.net.

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