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Maturità 2022, come sono andati gli scritti secondo gli studenti

Tutti (o quasi) soddisfatti i maturandi dell’esito degli scritti: solo per 1 su 5 sono andati peggio delle aspettative. E metà ringraziano la “manica larga” dei prof

La settimana che apre ufficialmente il colloquio orale dell’esame di Maturità 2022 è iniziata col sorriso sulle labbra per gran parte dei maturandi. Le tanto temute prove scritte – motivo di ansia tra gli studenti alla vigilia della Maturità – sono ormai in archivio e, per più di qualcuno, diventeranno sicuramente un dolce ricordo. Merito di due prove che si sono rivelate, a detta di moltissimi studenti, decisamente abbordabili.

Ma come sono andate, nel dettaglio, gli scritti di questa Maturità? Stando alle testimonianze dei diretti interessati, le aspettative della vigilia sono state rispettate e, in alcuni casi, persino superate. A dirlo 3.000 maturandi – che hanno già preso visione del voto delle prime due prove di Maturità – raggiunti dal portale Skuola.net.

Com’è andata la prima prova scritta

La prima prova della Maturità non era certo lo scritto che spaventava di più gli studenti, ma non per questo veniva sottovalutata. Le sette tracce ministeriali – evidentemente pensate per essere alla portata di tutti – hanno però fatto tirare un sospiro di sollievo ai maturandi. Terminata la prova, infatti, l’aria che si respirava fuori dalle scuole era di sano ottimismo. Sensazione confermata – dopo l’uscita dei “quadri” con i punteggi – dal 38% degli intervistati, che affermano di aver ottenuto un voto addirittura superiore alle aspettative. Per il 42%, invece, le cose sono andate esattamente come da programma. Lo stesso, purtroppo, non può dire quel 20% che lamenta di aver ricevuto un riscontro peggiore delle previsioni.

Ma cosa significa, questo, in termini di punteggio? Buone notizie per ben 7 maturandi su 10, il cui compito ha ottenuto un voto compreso tra 11 e 15 punti, attestandosi nettamente al di sopra della sufficienza. Quasi 1 su 3 ha conseguito un punteggio tra i 6 e i 10 punti. Mentre solo una sparuta minoranza non ha convinto per nulla i professori.

La seconda prova scritta

Come detto, però, ad alimentare ansia e paura dei maturandi alla vigilia della Maturità 2022 era soprattutto la seconda prova. Anche qui, comunque, gli studenti hanno goduto di alcuni vantaggi, uno su tutti il fatto che la prova fosse preparata dai docenti interni. Non solo, anche il punteggio – ridimensionato rispetto agli anni precedenti la pandemia – ha influito sul peso della prova e contribuito a rasserenare gli animi degli studenti.

Una fortunata serie di circostanze che ha messo i ragazzi nelle condizioni di svolgere un compito agevole. E i risultati si vedono eccome: per il 37% dei maturandi raggiunti dal sondaggio la prova è andata meglio del previsto. Il 43% vede invece rispettate le aspettative della vigilia. Mentre, di nuovo, per il 20% la visione dei quadri degli scritti è stata una vera doccia fredda.

Sul piano del punteggio, quindi, più di 2 studenti su 3 dicono di aver superato brillantemente la seconda prova piazzandosi nella fascia di punteggio compresa tra i 7 e i 10 punti. Quasi 1 su 3 balla sul filo della sufficienza (tra 4 e 6 punti). Ma sono pochissimi quelli che hanno raccolto poco o nulla, prendendo meno di 3 punti.

Maturità 2022, l’aiuto dei professori agli scritti

Ad aver influito in maniera positiva su un esito generale delle prove della Maturità così ammirevole, potrebbe essere stato il ruolo dei professori che le hanno corrette. Come ormai noto, infatti, la Commissione d’esame era composta interamente da docenti interni dell’istituto, con la sola eccezione del Presidente esterno. Ed, effettivamente, parecchi studenti sono convinti che dietro l’ottima riuscita del proprio esame ci sia lo zampino dei propri insegnanti: per circa la metà degli intervistati infatti (49%) i docenti sono stati di “manica larga” nell’assegnazione dei voti.

Lo stesso non può dire, però, l’altra metà degli studenti: il 36% lamenta una tendenziale rigidità nella correzione delle prove da parte dei prof. Mentre il 15% pensa che i docenti interni siano stati addirittura eccessivamente severi.

L’approccio agli orali

Ma in cosa si traduce quanto appena descritto? In un approccio piuttosto sereno agli orali. Sommando i crediti ottenuti grazie al rendimento scolastico dell’ultimo triennio delle superiori con il punteggio degli scritti, oltre 7 maturandi su 10 sono convinti di avere già il diploma in tasca (oppure gli manca davvero poco): il 38% attualmente di trova nella fascia tra i 60 e 70 punti, il 33% in quella tra i 50 e i 60 punti.

Solo il 18%, però, pensa di poter ancora puntare al massimo, avendo attualmente un punteggio superiore ai 70 punti. Qualcuno che dovrà ancora impegnarsi a fondo per farcela, comunque, c’è: parliamo di quasi 1 studente su 10 il cui punteggio si attesta tra i 40 e 50 punti e che dovranno sostenere un orale di un certo livello per mettere le mani sull’agognato “pezzo di carta”.

Non resta, quindi, che guardare avanti e puntare al colloquio. Più di qualcuno, forte del risultato degli scritti, lo affronterà senza troppe remore: il 38% degli intervistati si presenterà al cospetto della commissione con molte meno preoccupazioni rispetto alla vigilia dell’esame. Ma c’è anche un 32% che si è fatto influenzare dal risultato degli scritti e ora teme per il proprio orale. Per 1 su 3, invece, i quadri dei punteggi non hanno influito sul proprio umore.

Le considerazioni finali

“Solo 1 maturando su 5 denuncia un risultato nelle prove scritte inferiore alle aspettative. Un esito scontato, senza nulla togliere al pathos con il quale gli studenti hanno vissuto il ritorno delle prove scritte all’esame di Maturità. Non era immaginabile qualcosa di diverso dalla combinazione di questi tre elementi: docenti interni in commissione tranne il presidente, insieme alla seconda prova realizzata in casa dalle scuole e alle scelte non esotiche del ministro Bianchi.

E questo rappresenta sicuramente un elemento di giustizia, come ha ribadito lo stesso titolare di Viale Trastevere. Anche perché sarebbe davvero bizzarro che uno studente, giudicato dalle stesse persone a distanza di due settimane dagli scrutini, subisse una sorte completamente diversa. Anzi per molti di loro il voto finale potrebbe essere anche migliore di quanto atteso”, commenta così i dati Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

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