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La storia del ragazzo rifugiato che ora sta facendo la maturità

Oggi è la Giornata del Rifugiato e vi proponiamo la commovente storia di Ansumana, un ragazzo del Gambia che ora sta facendo la maturità

MILANO – È tempo di esami questo e tra i vari studenti che stanno sostenendo la Maturità c’è anche Ansumana Kassama, un ragazzo di 21 anni proveniente dal Gambia che dopo una terribile fuga dal suo paese di origine giunge in Italia come rifugiato, dove ora può permettersi di sognare un suo futuro. Ansumana infatti sta sostenendo, come altri suoi compagni, le prove di maturità all’Istituto Liside di Taranto con una buona media, considerando che la mattina va a scuola e il pomeriggio lavora in una comunità per minori simile a quella che lo ha accolto quando arrivò in Italia. Oggi in occasione della Giornata del Rifugiato vi proponiamo la sua storia.

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La storia di Ansumana

A 8 anni Ansumana è un ragazzino del Gambia che vive una vita abbastanza normale, ma tutto cambia quando va a vivere con lo zio, a causa del divorzio dei genitori. Lo zio però era un commerciante inviso al dittatore Yahya Jammeh, perché faceva politica con l’Udp, ossia il partito democratico. Perciò nel 2013 suo zio viene arrestato, senza che avesse effettivamente fatto nulla, e di conseguenza anche il nipote è in pericolo. Ansumana scappa dalla sorella in Senegal, ma quando Gambia e Senegal stringono un patto di estradizione, il ragazzo è costretto a darsi di nuovo alla fuga, senza sapere effettivamente dove dirigersi. Così iniziano 11 mesi di incubo per il giovane ragazzo che comincia la sua fuga in cerca di salvezza, nonostante non abbia con sé soldi né mezzi sufficienti. Si dirige in Libia insieme ad altre persone del Gambia. Ma arrivato a Tripoli, a causa delle sue pessime condizioni di salute, causate dalla denutrizione, non trova lavoro e vive di stenti. Inoltre gli Asma boys, giovani criminali libici protetti dalle varie milizie, lo rapiscono e lo picchiano chiedendogli il riscatto. A Tripoli però Ansumana conosce un medico, che è anche un trafficante di persone, che intenerito dalla sua storia, gli offre, senza chiedergli soldi in cambio, un passaggio sul suo barcone verso l’Italia.

La speranza di Ansumana

Ansumana di fronte al bivio di rimanere a Tripoli e morire sicuramente nell’arco di due mesi e di partire per il Mediterraneo, rischiando la vita, ma con una piccola speranza di sopravvivere e di incontrare il suo futuro, sceglie la seconda via. Ma il viaggio nel Mediterraneo non è per niente facili, tanto che la paura di morire è sempre con lui. Dopo 17 ore di viaggio terribile giunge in Italia.
A Terni viene iscritto a una scuola per elettricisti, ma data la sua abilità a parlare italiano, va in terza media. Ansumana crede che la scuola sia molto importante perché contribuisce a creare il suo futuro e gli fornisce le basi per “argomentare” e “interagire” con gli altri.
Dopo le scuole medie, si iscrive all’Istituto Turistico. A Taranto viene accolto da una famiglia che lo aiuta a trovare un lavoro: quindi mentre la mattina è impegnato con le lezioni, il pomeriggio lavora in una comunità aiutando altri ragazzi che come lui sono appena arrivati in Italia con i documenti, i compiti e la lingua.
Oggi Ansumana si sente molto fortunato perché può fantasticare sul suo futuro e permettersi di sognare.

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