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Perché un insegnante vero non molla mai

Spesso ci dimentichiamo che un insegnante è prima di tutto una persona, padre/madre di famiglia alle prese con i problemi e le dinamiche comuni a tutti. Dedichiamogli questo pensiero attraverso le parole del libraio e scrittore Carlo Picca

Il ruolo di insegnante è fondamentale per favorire il processo di crescita educativa dello studente. Per farlo al meglio occorrono passione, tenacia e pazienza. Educatori ancor prima che docenti, il ruolo di un insegnante è stato messo a dura prova durante la pandemia tra didattica a distanza e difficoltà nell’interagire con i propri alunni in una situazione a dir poco anomala. Ma spesso ci dimentichiamo che gli insegnanti sono prima di tutto persone, padri/madri di famiglia alle prese con i problemi e le dinamiche comuni a tutti.  Allora, forse è meglio riflettere e pensare all’importanza del ruolo di un insegante oggi, al fatto che un vero docente non molla mai di fronte alle difficoltà. Ecco il pensiero dello scrittore e libraio Carlo Picca, che ha potuto constatare di persona il valore di un insegnante grazie all’esempio della sua compagna, insegnante appunto. 

Umberto Galimberti, "Una persona non empatica non può fare il professore"

Umberto Galimberti, “Una persona non empatica non può fare il professore”

Così il filosofo Umberto Galimberti è intervenuto durante un forum sulla scuola. “Se una persona non è empatica e coinvolgente non può fare il professore. È qualcosa che non si può imparare”

Perché un insegnante vero non molla mai

Ogni volta che entra in libreria un insegnante e ci faccio due chiacchiere rimango sempre stupito da quanta passione ci mette nel suo lavoro. Dovremmo essere più gentili e riconoscenti verso di loro. Non è scontata tanta passione, una maestra vera lo riconosci subito, ci crede e non molla mai.

Quante volte tornando a casa si ripete “non metterò mai più piede in quell’aula” solo per sfogarsi un po’ per poi ricominciare. Perché nel lungo viaggio di un anno scolastico, svolgere il proprio ruolo, condividere passioni, sapere, idee, equivale a versare molto sudore.
Bassa soglia di attenzione, concentrazione e di educazione, allora bisogna allenare la voce, riscaldarla per bene prima di entrare in classe e dirigere la lezione verso lo scopo didattico che si ha in mente. Portare un alunno a conoscere un argomento, a tirar fuori un suo pensiero, liberarli un attimo dall’enormità delle distrazioni, con i loro telefonini sempre pronti ad illuminare il display. Prenderli per mano, lezione per lezione, e fargli trovare la loro strada è la dura battaglia che ogni giorno affronta un professore.

Per non parlare dello slalom che un docente mette in campo quotidianamente nel mondo di una scuola sempre più burocratica e dai numerosi impegni. Essere un insegnante comporta vivere la vita di chi non si arrende, con la forza di crederci e di non mollare pronta per ritrovare la grinta, per non perdere energia ed entusiasmo di fare probabilmente il lavoro più bello del mondo. Perché se da una parte si dà, anche dall’altra si riceve. Perché, come scriveva il grande Seneca:

C’è un duplice vantaggio nell’insegnare, perché, mentre si insegna, si impara.

Carlo Picca

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